Tim : Lo scopriremo solo Vivendiiiii ... Vol II

Intervista al CEO Labriola e indiscrezioni su deal Sparkle

Repubblica riporta un’ampia intervista al CEO Labriola in cui si sottolineano le opportunità e gli obiettivi, non solo finanziari, della nuova TIM. Labriola in particolare:
- Vede una necessità di consolidamento nel segmento Consumer, dove l’azione del gruppo sarà concentrata sulla semplificazione della relazione con i clienti, anche attraverso il lancio a gennaio della nuova app;
- Vede significative opportunità di crescita nel segmento Enterprise, l’infrastruttura di Data Center più sviluppata sul territorio italiano, impegnata nell’offrire servizi di connettività, cloud, cybersecurity alle grandi imprese e alla PA, anche grazie al contratto con il PSN della durata di 13 anni che sosterrà la crescita del business, attesa salire a €5bn al 2030 dai €3bn attuali;
- Conferma la sostenibilità industriale del business domestico, strutturato con 16 mila FTE - dipendenti a tempo pieno - (mentre 20 mila sono stati allocati in NetCo), di cui 5mila in Enterprise e 11 mila in ConsumerCo (inclusi 4 mila operativi nei call center, che i concorrenti hanno invece esternalizzato);
- Il piano di marzo potrà ritornare a parlare di crescita, anche per vie esterne grazie alla ritrovata flessibilità e solidità finanziaria con D/EBITDA inferiore a 2x. Per lo stesso motivo sarà possibile pensare a una politica di dividendi, implementabile post closing, magari anche con operazioni sul capitale che oggi è di 11bn (interpretiamo come la possibilità di valutare la distribuzione di riserve);
- Ribadisce la propria disponibilità per un nuovo mandato;
- Conferma che la cessione di NetCo non può essere bloccata anche da un eventuale cambio di CdA;
- Intende proseguire nel tentativo di trovare un accordo con tutti gli azionisti;
- Ribadisce il commitment dell’azienda anche sul fronte sociale, in particolare sui temi del gender gap e contro la violenza sulle donne, tema al centro delle nuove campagne pubblicitarie del gruppo.

I messaggi più importanti dell’intervista a nostro avviso sono quelli relativi alla ritrovata opportunità di crescita del gruppo e alla possibilità di riavviare una politica di dividendi, anche con una distribuzione straordinaria a valle del closing. Segnaliamo poi che secondo il Sole24ore KKR sarebbe pronta a presentare una nuova offerta vincolante per Sparkle, alzando la valutazione dell’asset da €600mn (base, senza earn-out) a €750-800mn. La nostra SOTP include la cessione di Sparkle a €750mn, per cui si tratterebbe di un’indicazione di supporto. Lo stesso articolo evidenzia alcune difficoltà del fondo F2i nel raccogliere fino a €1bn da parte dei principali soci. Ricordiamo che comunque l’operazione di cessione di NetCo è interamente finanziata e non è dipendente dalla stake che verrà assunta da F2I.
 

Allegati

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si ok ma allora come mai quando kkr venne fuori con l ipotetica offerta di 0,50-- il comitato incarico advisors che dissero che valeva il doppio? quindi quella volta han dato ragione agli advisors e questa volta no-- ovviamente labriola ha portato tim all ultima spiaggia e l ultima spiaggia era vendere a kkr.. ma c è un grosso dubbio era gia stato tutto premeditato con stato e kkr?? come mai nei vari insider di giornali e poltici quando perdeva il tre 4 o cinque labriola stava zitto? idem consob? la risposta è solo una.. labriola non doveva arrivare a questa situazione.. doveva mettere a casa o in cass integr.....dipendenti in eccesso-- inoltre secondo voi sarebbe passsata un altra offerta di altri? nooooo-- lo stato voleva gli americani e loro la rete x controllare tutto. libero mercato o falsa vendita premeditata?
@rik1 , spero che la sua domanda sia in buona fede, in tal caso però emerge una tendenza a mischiare insieme cose fra loro diverse.
Andiamo per punti: l'opa a 0,505 è un'operazione diversa rispetto alla cessione di un asset. Sulla prima si pronunciano gli azionisti, sulla seconda, come ha ben visto si pronuncia il cda. Un azionista ha il sacrosanto diritto, poi ovviamente sta a lui motivarlo, di reputare un'offerta per la sua quota, congrua o meno. In poche parole: sul tema l'AD non tocca palla.
Sulla rete, invece, premesso che il piano strategico presentato al mercato dall'AD e validato dal CDA, la prevedeva, lo stesso si è potuto esprimere positivamente, anche contro il parere di un azionista che ha fatto, sinora una figura barbina.
Curioso quando lei dice che labriola ha portato TIM all'ultima spiaggia per vendere a KKR. La rete, glielo ripeto, è stata sul mercato due anni: dove sono altre offerte? Perchè, se come dice lei, il prezzo è tanto conveniente nessun altro pretendente si è fatto avanti offrendo di più? (anzi Macquaire si è sfilato...se vogliamo dirla tutta). Non si nasconda dietro a "lo Stato voleva.."il mercato quella offerta non l'ha espressa, se poi ogni teorema va ricondotto ai propri fini, allora inutile argomentare: dica che lei ha una questione personale con Labriola e fa miglior figura, è un suo diritto!
Non commento le frasi sulla strategia di cassa integrazione e le dichiarazioni da fare con titolo in perdita, perchè siamo tutti troppo intelligenti per capire il danno che fanno frasi fatte, senza fondamenti di alcun tipo.
 
ripeto a tutti---c è una guerra in atto da una parte chi vuol sostenere il prezzo pro labrio e stato e dall altra parte altri compresi azionisti che non vogliono piu labriola .. ognuno hai le sue motivazioni ..questa è democrazia, e nel mezzo noi piccoli che interessa vedere il valore piu su.

poi chi vincera non lo so ma questa è la situazione attuale, a me non importa chi ha ragione . a me importa il valore chi riuscira a farlo andar su a me van bene tutti. .
la domanda però è semplicissima. Labriola ha presentato un piano e lo sta mettendo in atto. Gli altri azionisti cosa propongono per raggiungere (almeno) i medesimi obiettivi? Ad ora sento Vivendi dire no a tutto e un pietoso tentativo di due ex manager del gruppo di far parlare di se, pur possedendo una quota più o meno pari alla mia...
le guerre in finanza, perchè di questo si tratta, si combattono con piani industriali, non a parole e, si fidi, tutti queste fantomatiche sfide sul valore del titolo sono più nella testa di chi le vuol vedere che nella realtà.
 
non è che per caso il mercato sta dicendo l'esatto contrario? Ovvero, io credo nel piano Labriola, ma finchè Vivendi non la smette di minacciare azioni legali e non vedo la nuova società operativa, non valorizzo un'ipotesi?
Se fosse come dice lei @rik1 non vedo perchè il mercato non ha riportato il titolo a 0,19, per essere chiari toccato nel momento in cui fra un MoU e l'altro l'azienda si era ritrovata ad aver dato un'esclusiva di vendita della rete ad un soggetto (il MEF + Macquaire) che ci ha messo un anno a dire "no, scusate, scherzavo!"
A proposito di mercato: seguo un paio di bonds TIT con opzione call, che nell'ultimo mese sono saliti costantemente (ad occhio del 15% almeno). Non pensate sia un segnale del mercato che crede nella chiusura del deal e conseguente esercizio delle opzioni call?
 
la domanda però è semplicissima. Labriola ha presentato un piano e lo sta mettendo in atto. Gli altri azionisti cosa propongono per raggiungere (almeno) i medesimi obiettivi? Ad ora sento Vivendi dire no a tutto e un pietoso tentativo di due ex manager del gruppo di far parlare di se, pur possedendo una quota più o meno pari alla mia...
le guerre in finanza, perchè di questo si tratta, si combattono con piani industriali, non a parole e, si fidi, tutti queste fantomatiche sfide sul valore del titolo sono più nella testa di chi le vuol vedere che nella realtà.
la guerra sul valore è reale si fidi purtroppo non posso postare qua. chi mi conosce sa ce ho sempre avuto e dimostrato notizie in anteprima.. comunque il fine credo che non sarebbe di invalidare vendita rete ma di cambiare la guida x la prossima service. labriola sa che è in pericolo la sua poltrona e ora fa gran propaganda da gran muto ora è un gran chiachierone.. comunque ripeto c è un associazione con molti azionisti gia contro labriola e ci sono 4 avvocati e qualcun altro, azionista ,,.ovvio che anche io spero che non facciano dei danni per la quotazione. e valutino bene il tutto se vanno avanti.
 
Ultima modifica:
A proposito di mercato: seguo un paio di bonds TIT con opzione call, che nell'ultimo mese sono saliti costantemente (ad occhio del 15% almeno). Non pensate sia un segnale del mercato che crede nella chiusura del deal e conseguente esercizio delle opzioni call?
Anche i BTP sono saliti tanto...quindi non saprei...
 
la guerra sul valore è reale si fidi purtroppo non posso postare qua. chi mi conosce sa ce ho sempre avuto e dimostrato notizie in anteprima.. comunque il fine credo che non sarebbe di invalidare vendita rete ma di cambiare la guida x la prossima service. labriola sa che è in pericolo la sua poltrona e ora fa gran propaganda da gran muto ora è un gran chiachierone.. comunque ripeto c è un associazione con molti azionisti gia contro labriola e ci sono 4 avvocati e qualcun altro, azionista ,,.ovvio che anche io spero che non facciano dei danni per la quotazione. e valutino bene il tutto se vanno avanti.

beh, il CDA andrà rinnovato a scadenza (dubito che ci sia un numero di azionisti sufficiente a chiamare assemblea .. o meglio, l'unico è Vivendi che però sta muta per ora dopo aver cantato ai 4 venti che avrebbe fatto sfracelli).

Dicono che stanno elaborando il ricorso.. il fatto che ci mettano tanto ad elaborarlo con la batteria di avvocati che hanno per me significa che a) o anno pochi argomenti b) che non vogliono andare alla guerra. Io penso sia più la prima ma, nel caso, ci pensarà un magistrato

Quando ci sarà da rinnovare il cda gli azionisti decideranno e li si vedrà. Già Elliott sfilò la composizione del CDA a Vivendi pur avendo 4 azioni segno evidente che a Vivendi in Italia non crede più nessuno. Per conto mio, vista l'esperienza degli ultimi anni, voterò sempre - per quel niente che conta ovviamente - all'opposto di Vivendi
 
ma siete sicuri che vivendi sta lavorando sul ricorso io no, credo che stia lavorando per altra opzione-- vedremo

e comunque da azionisti vogliamo parlar chiaro? la quotazione anche con questo amministratore fa sch.ifo
 
ma siete sicuri che vivendi sta lavorando sul ricorso io no, credo che stia lavorando per altra opzione-- vedremo

e comunque da azionisti vogliamo parlar chiaro? la quotazione anche con questo amministratore fa sch.ifo
Sarebbe anche ora se dovesse lavorare per il bene di Tim ....
 
Tim: Labriola (ad); dopo cessione rete avremo struttura per acquisizioni e dividendi (Rep)
ROMA (MF-NW)--Il nuovo piano di Tim "ridarà un respiro strategico e industriale al gruppo. Grazie alla vendita della rete, non sarà più un piano di sopravvivenza. Anzi possiamo riaccelerare e crescere anche attraverso acquisizioni".
Lo ha detto a Repubblica l'ad di Tim, Pietro Labriola, aggiungendo che "non dico che annunceremo qualche operazione a marzo, ma comunicheremo una struttura finanziaria che ci permetterà di valutare diversi percorsi. Oggi una politica di dividendi, per esempio, è ancora impensabile, ma dopo il closing avremo una struttura di capitale solida (rapporto debito/Ebitda inferiore a 2 volte) che ci permetterà di guardarci intorno con un’altra prospettiva. Magari anche per operazioni sul capitale: il nostro è di 11 miliardi, quando quello di Enel è di 9 miliardi".
Labriola ha sottolineato che "stiamo studiando diverse opzioni, ma di certo non saremo più in una gestione di emergenza. Dobbiamo razionalizzare, abbiamo più di 120 scatole societarie che non hanno più senso o partecipazioni che non sono strategiche».
Ad aprile, un mese dopo il piano, ci sarà l’assemblea per il rinnovo del consiglio: "Sì, io sono a disposizione, ma sono solo uno dei 15 del consiglio di amministrazione. Spetterà al board valutare se presentare una propria lista di candidati. Dopodiché si attiveranno tutte le procedure previste per arrivare all’assemblea», ha precisato l'ad.
Alla domada se si poteva anche non vendere la rete, il manager ha risposto che "andavano prese delle decisioni che non sono mai state affrontate negli ultimi dieci anni. Il rischio di non riuscire a finanziare il debito oggi è davvero elevato e se le cose vanno male, è l’amministratore delegato a pagarne le conseguenze. Se al nostro Ebitda (margine operativo lordo), togliamo il capex (investimenti in conto capitale), ci restano solo i soldi per pagare gl interessi sul debito. In uno scenario di tassi in rialzo, si va incontro a una crisi finanziaria. Quindi o si vende qualcosa o si fa un aumento di capitale, che nessuno voleva fare. Separare la rete dai servizi, invece, ci consente di focalizzarci sui clienti e sull’innovazione. L’integrazione verticale tra la rete fissa e i servizi ci ha penalizzato sul piano regolamentare. I nostri prezzi di mercato sono regolati mentre quelli dei nostri concorrenti no».
Tim deve rifinanziare nove miliardi di euro di debito "nei prossimi tre anni. Ma esiste un problema non solo di costo del debito, anche di rifinanziamento. Lo scorso anno ce l’abbiamo fatta, non è detto che ci riusciremo sempre. C’è concorrenza tra chi chiede finanziamenti quindi dobbiamo essere bravi nel rimborsare i creditori e soprattutto credibili verso il mercato», ha proseguito Labriola.
Se con l’assemblea del prossimo anno cambiasse il management di Tim, chi arriva non può fermare l’operazione di vendita della rete:
«non esiste una clausola di way out», ha precisato l'ad sottolineando che sarebbe meglio trovare un accordo fra tutti, «abbiamo sempre lavorato in questa direzione e non smetteremo di fare gli interessi di tutti gli azionisti e provare a trovare un accordo che soddisfi tutti».
Con la cessione della rete fissa, ha continuato, «la nuova Tim potrà concentrarsi più di oggi su innovazione tecnologica e servizi e avrà due divisioni, la Consumer e la Enterprise. La prima sarà basata sull’offerta al mercato retail, quello in cui la competizione è più agguerrita, dove, secondo noi, è auspicabile un consolidamento. Qui abbiamo l’obiettivo di essere leader puntando sui servizi. A gennaio lanceremo la nuova versione della nostra app, che ha già circa 10 milioni di utenti. Sarà più user friendly, sia nelle operazioni semplici come la ricarica del telefono e il cambio dei piani tariffari, ma anche nella gestione diretta dei problemi che un cliente può incontrare. Snelliremo i contratti, useremo un linguaggio più diretto con la clientela e semplificheremo le pratiche».
La Enterprise «si occupa del mercato business, quello della Pubblica amministrazione e delle grandi aziende. Qui non forniamo solo sim e connessioni, ma anche cloud, IoT (internet of things) e Cybersecurity.
Possediamo la più grande infrastruttura italiana di Data Center, ben 16, collocati su tutto il territorio nazionale, sui quali si basa la nostra offerta di cloud rivolta anche a giganti come Google e Amazon. Poi non tutti sanno che, attraverso Olivetti, specializzata oggi nello sviluppo di soluzioni che integrano IoT e AI, stiamo realizzando le prime smart city italiane. Ai Comuni offriamo una piattaforma che si chiama Urban Genius. A Venezia, ad esempio, grazie all’adozione dell’Intelligenza artificiale, ai sensori dislocati per la città e alla connessione vengono raccolte molte informazioni, dal numero di persone presenti in città al traffico acqueo, fino al livello dell’acqua alta. La control room analizza i dati e consente di gestirli per gli scopi più vari da quelli più semplici a quelli più complessi come la prevenzione di incidenti e guasti».
Quanto al Polo Strategico Nazionale nel digitalizzare la Pa, «Tim, insieme a Cdp, Leonardo e a Sogei ha fondato il Polo Strategico Nazionale per portare la pubblica amministrazione italiana sul cloud in sicurezza attraverso sistemi di protezione dei dati dei cittadini. È un contratto di Tim Enterprise della durata di 13 anni e permetterà alla divisione di crescere da 3 a 5 miliardi di ricavi nel 2030».
Con la cessione della rete, «dei 36 mila dipendenti attuali (full time equivalent), 20 mila andranno in NetCo, la società che gestirà la rete, mentre gli altri 16 mila faranno capo alla nuova Tim, divisi in 5mila su Enterprise e i restanti 11mila su Consumer, di cui 4 mila nei call center. Sta qui una delle differenze con gli altri competitor, che affidano questi servizi a soggetti terzi».
 
ma siete sicuri che vivendi sta lavorando sul ricorso io no, credo che stia lavorando per altra opzione-- vedremo

e comunque da azionisti vogliamo parlar chiaro? la quotazione anche con questo amministratore fa sch.ifo

sicuri no, sono le voci che escono sui giornali.. imbeccate da chi nessuno lo sa
 
Tim: Labriola (ad); dopo cessione rete avremo struttura per acquisizioni e dividendi (Rep)
ROMA (MF-NW)--Il nuovo piano di Tim "ridarà un respiro strategico e industriale al gruppo. Grazie alla vendita della rete, non sarà più un piano di sopravvivenza. Anzi possiamo riaccelerare e crescere anche attraverso acquisizioni".
Lo ha detto a Repubblica l'ad di Tim, Pietro Labriola, aggiungendo che "non dico che annunceremo qualche operazione a marzo, ma comunicheremo una struttura finanziaria che ci permetterà di valutare diversi percorsi. Oggi una politica di dividendi, per esempio, è ancora impensabile, ma dopo il closing avremo una struttura di capitale solida (rapporto debito/Ebitda inferiore a 2 volte) che ci permetterà di guardarci intorno con un’altra prospettiva. Magari anche per operazioni sul capitale: il nostro è di 11 miliardi, quando quello di Enel è di 9 miliardi".
Labriola ha sottolineato che "stiamo studiando diverse opzioni, ma di certo non saremo più in una gestione di emergenza. Dobbiamo razionalizzare, abbiamo più di 120 scatole societarie che non hanno più senso o partecipazioni che non sono strategiche».
Ad aprile, un mese dopo il piano, ci sarà l’assemblea per il rinnovo del consiglio: "Sì, io sono a disposizione, ma sono solo uno dei 15 del consiglio di amministrazione. Spetterà al board valutare se presentare una propria lista di candidati. Dopodiché si attiveranno tutte le procedure previste per arrivare all’assemblea», ha precisato l'ad.
Alla domada se si poteva anche non vendere la rete, il manager ha risposto che "andavano prese delle decisioni che non sono mai state affrontate negli ultimi dieci anni. Il rischio di non riuscire a finanziare il debito oggi è davvero elevato e se le cose vanno male, è l’amministratore delegato a pagarne le conseguenze. Se al nostro Ebitda (margine operativo lordo), togliamo il capex (investimenti in conto capitale), ci restano solo i soldi per pagare gl interessi sul debito. In uno scenario di tassi in rialzo, si va incontro a una crisi finanziaria. Quindi o si vende qualcosa o si fa un aumento di capitale, che nessuno voleva fare. Separare la rete dai servizi, invece, ci consente di focalizzarci sui clienti e sull’innovazione. L’integrazione verticale tra la rete fissa e i servizi ci ha penalizzato sul piano regolamentare. I nostri prezzi di mercato sono regolati mentre quelli dei nostri concorrenti no».
Tim deve rifinanziare nove miliardi di euro di debito "nei prossimi tre anni. Ma esiste un problema non solo di costo del debito, anche di rifinanziamento. Lo scorso anno ce l’abbiamo fatta, non è detto che ci riusciremo sempre. C’è concorrenza tra chi chiede finanziamenti quindi dobbiamo essere bravi nel rimborsare i creditori e soprattutto credibili verso il mercato», ha proseguito Labriola.
Se con l’assemblea del prossimo anno cambiasse il management di Tim, chi arriva non può fermare l’operazione di vendita della rete:
«non esiste una clausola di way out», ha precisato l'ad sottolineando che sarebbe meglio trovare un accordo fra tutti, «abbiamo sempre lavorato in questa direzione e non smetteremo di fare gli interessi di tutti gli azionisti e provare a trovare un accordo che soddisfi tutti».
Con la cessione della rete fissa, ha continuato, «la nuova Tim potrà concentrarsi più di oggi su innovazione tecnologica e servizi e avrà due divisioni, la Consumer e la Enterprise. La prima sarà basata sull’offerta al mercato retail, quello in cui la competizione è più agguerrita, dove, secondo noi, è auspicabile un consolidamento. Qui abbiamo l’obiettivo di essere leader puntando sui servizi. A gennaio lanceremo la nuova versione della nostra app, che ha già circa 10 milioni di utenti. Sarà più user friendly, sia nelle operazioni semplici come la ricarica del telefono e il cambio dei piani tariffari, ma anche nella gestione diretta dei problemi che un cliente può incontrare. Snelliremo i contratti, useremo un linguaggio più diretto con la clientela e semplificheremo le pratiche».
La Enterprise «si occupa del mercato business, quello della Pubblica amministrazione e delle grandi aziende. Qui non forniamo solo sim e connessioni, ma anche cloud, IoT (internet of things) e Cybersecurity.
Possediamo la più grande infrastruttura italiana di Data Center, ben 16, collocati su tutto il territorio nazionale, sui quali si basa la nostra offerta di cloud rivolta anche a giganti come Google e Amazon. Poi non tutti sanno che, attraverso Olivetti, specializzata oggi nello sviluppo di soluzioni che integrano IoT e AI, stiamo realizzando le prime smart city italiane. Ai Comuni offriamo una piattaforma che si chiama Urban Genius. A Venezia, ad esempio, grazie all’adozione dell’Intelligenza artificiale, ai sensori dislocati per la città e alla connessione vengono raccolte molte informazioni, dal numero di persone presenti in città al traffico acqueo, fino al livello dell’acqua alta. La control room analizza i dati e consente di gestirli per gli scopi più vari da quelli più semplici a quelli più complessi come la prevenzione di incidenti e guasti».
Quanto al Polo Strategico Nazionale nel digitalizzare la Pa, «Tim, insieme a Cdp, Leonardo e a Sogei ha fondato il Polo Strategico Nazionale per portare la pubblica amministrazione italiana sul cloud in sicurezza attraverso sistemi di protezione dei dati dei cittadini. È un contratto di Tim Enterprise della durata di 13 anni e permetterà alla divisione di crescere da 3 a 5 miliardi di ricavi nel 2030».
Con la cessione della rete, «dei 36 mila dipendenti attuali (full time equivalent), 20 mila andranno in NetCo, la società che gestirà la rete, mentre gli altri 16 mila faranno capo alla nuova Tim, divisi in 5mila su Enterprise e i restanti 11mila su Consumer, di cui 4 mila nei call center. Sta qui una delle differenze con gli altri competitor, che affidano questi servizi a soggetti terzi».

e che ha detto di strano?? come fa una società con 26 mld di debiti a distribuire dividendi ?
infatti TIM non li distribuisce da anni mi sembra e l'ultima volta quel genio di Gubitosi ebbe la grande idea di distribuire 1 cent.... se vuoi chiamarlo dividendo.......................
 
Comunque dice Labriola che i dipendenti che restano in tim sono 16 mila non 18 mila come spesso ho letto , poi di questi 4 mila andranno nei call center certo prenderanno uno stipendio piu alto di quelli della concorrenza che usa call center stranieri , ma di questa italianita qualcuno nei posti che contano ne dovra tenere conto o comunque Labriola si deve far carico di ricordarlo...a parole sembra che potrebbe andare bene , poi bisogna trovare sempre qualcuno bravo a trasformare le parole in fatti... fatti bene. poi c'e sempre da capire chi a questi prezzi vende o manovra le azioni telecom...:mmmm:
Non è solo una questione di costi, il Call Center di TIM è certamente un differenziante rispetto alla concorrenza. Non so voi, ma da consumatore sapere che di la mi risponde un italiano è una cosa che apprezzo.
 
@rik1, io la leggo e la seguo da tempo, ma onestamente diffido - pur credendo nella sua buona fede - a dar conto a chi costantemente dà ad intendere di conoscere scenari apocalittici senza dare mai riscontri concreti.
Lei purtroppo tende a dare l'impressione di avere una questione personale con l'AD che le obnubila qualsiasi ragionamento, poi lancia frasi a mezza bocca, dove però vale tutto e il contrario di tutto. Non lo trovo costruttivo.
Le rilancio le stesse domande che, vedo con piacere, le ha posto anche @tamagnini e che, dal suo punto di vista di interlocutore privilegiato di chi sta orchestrando trame su TIM, può rispondere con elementi oggettivi, senza scoprire le fonti:
1. in base alla valutazione di chi, la rete è sottopagata e perchè lo Stato, dunque, CDP dovrebbe preferire venderla a chi la paga meno, laddove ovviamente esistesse chi la paga di più
2. le grandi trame che vogliono far saltare Labriola, hanno un reale piano industriale alternativo alla vendita della Rete, da quel che lei può cogliere? Perchè, il fatto che si voglia far saltare una persona per un'altra è normale prassi industriale quando si parla di poltrone, altra - ben altra!- storia sarebbe che si vuole nominare una figura in grado - de facto da sola - di dare una svolta all'azienda, tramite un piano di abbattimento del debito che esclude la vendita rete.
Ci tengo a precisare: non ho nulla contro @rik1, che anzi apprezzo per l'impegno profuso nel cercare di capire cosa succede intorno all'azienda. Trovo solo, parere personale, poco utile cercare sempre spiegazioni roboanti a situazioni, purtroppo molto più banali e concrete (es. la rete si vende, perchè senza la vendita il debito è insostenibile e la si vende all'unico player che ha fatto offerta concreta).
 
Ultima modifica:
la guerra sul valore è reale si fidi purtroppo non posso postare qua. chi mi conosce sa ce ho sempre avuto e dimostrato notizie in anteprima.. comunque il fine credo che non sarebbe di invalidare vendita rete ma di cambiare la guida x la prossima service. labriola sa che è in pericolo la sua poltrona e ora fa gran propaganda da gran muto ora è un gran chiachierone.. comunque ripeto c è un associazione con molti azionisti gia contro labriola e ci sono 4 avvocati e qualcun altro, azionista ,,.ovvio che anche io spero che non facciano dei danni per la quotazione. e valutino bene il tutto se vanno avanti.
ciao @rik1
provo ad essere un filo piu' formale o pubblichi nome e cognome dell'associazione con molti iscritti che si sta muovendo contro Labriola o smetti di citarla.
non si fa cosi.
 
ciao @rik1
provo ad essere un filo piu' formale o pubblichi nome e cognome dell'associazione con molti iscritti che si sta muovendo contro Labriola o smetti di citarla.
non si fa cosi.
E aggiungo, se posso, cosa contesta questa associazione a Labriola: il fatto di non parlare quando il titolo perde in Borsa? La vendita della rete? Il prezzo di vendita? Altro?
 
@rik1, io la leggo e la seguo da tempo, ma onestamente diffido - pur credendo nella sua buona fede - a dar conto a chi costantemente dà ad intendere di conoscere scenari apocalittici senza dare mai riscontri concreti.
Lei purtroppo tende a dare l'impressione di avere una questione personale con l'AD che le obnubila qualsiasi ragionamento, poi lancia frasi a mezza bocca, dove però vale tutto e il contrario di tutto. Non lo trovo costruttivo.
Le rilancio le stesse domande che, vedo con piacere, le ha posto anche @tamagnini e che, dal suo punto di vista di interlocutore privilegiato di chi sta orchestrando trame su TIM, può rispondere con elementi oggettivi, senza scoprire le fonti:
1. in base alla valutazione di chi, la rete è sottopagata e perchè lo Stato, dunque, CDP dovrebbe preferire venderla a chi la paga meno, laddove ovviamente esistesse chi la paga di più
2. le grandi trame che vogliono far saltare Labriola, hanno un reale piano industriale alternativo alla vendita della Rete, da quel che lei può cogliere? Perchè, il fatto che si voglia far saltare una persona per un'altra è normale prassi industriale quando si parla di poltrone, altra - ben altra!- storia sarebbe che si vuole nominare una figura in grado - de facto da sola - di dare una svolta all'azienda, tramite un piano di abbattimento del debito che esclude la vendita rete.
Ci tengo a precisare: non ho nulla contro @rik1, che anzi apprezzo per l'impegno profuso nel cercare di capire cosa succede intorno all'azienda. Trovo solo, parere personale, poco utile cercare sempre spiegazioni roboanti a situazioni, purtroppo molto più banali e concrete (es. la rete si vende, perchè senza la vendita il debito è insostenibile e la si vende all'unico player che ha fatto offerta concreta).
E aggiungo, se posso, cosa contesta questa associazione a Labriola: il fatto di non parlare quando il titolo perde in Borsa? La vendita della rete? Il prezzo di vendita? Altro?
ciao @ElBar
se non hai obiezione diamoci del tu (nelle tlc piu' o meno e' la formula piu' usata) sottoscrivo in toto il tuo intervento.
 
ciao @ElBar
se non hai obiezione diamoci del tu (nelle tlc piu' o meno e' la formula piu' usata) sottoscrivo in toto il tuo intervento.
con piacere caro, sei uno dei motivi per cui mi sono registrato sul forum, è e sarà un bellissimo stimolo confrontarmi con te!
 
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