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Sardus Trader
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Scritto da Chandrasekhar
Come tesi filosofica è condivisibile e stimolante ma tale rimane.
La conoscenza umana, può piacere o meno, avanza di pari passo con i risultati della scienza. La scienza fisica oggi dà una certa descrizione e spiegazione della realtà, con la meccanica quantistica a livello microscopico e con la relatività generale a livello macroscopico. A me piace fare riferimento a questa realtà, la quale anche se sempre più sfuggente, sottostà comunque a delle leggi matematiche.
Fare riferimento a qualcosa di ulteriore, di umanamente irraggiungibile proprio perchè Reale, Vero, non porta conoscenza alcuna. Mi sembra quasi che pensarla in questo modo sia un esercizio consolatorio, utile per "riscattarsi" da una Vita che è fondamentalmente angosciante e priva di senso.
Ciao
stele
Prima premessa generale: questa è una discussione degna di questo nome. Con tutto il rispetto, mi sembra di affrontare una della tante discussioni con vecchi amici e nuove reclute (in questo luogo la recluta sono io).
Vedi Chandrasekhar, non posso essere d'accordo con te già per la premessa della tua risposta. Qualificare una descrizione del mondo e della vita come filosofica, e, in quanto tale, ritenerla per ciò stesso incapace di assolvere l'arduo compito che si è posta, significa evidentemente ritenere la filosofia incapace e inadatta a priori di darci tali risposte. Facciamo un'analisi di cosa ciò puo' significare? Nessuno credo possa affermare che chi specula, e chi lo ha fatto nella storia, era un oscurantista, avesse come mira la dimostrazione della minorità dell'uomo inteso singolarmente, dell'uomo comune, di accedere ed iniziarsi ai grandi temi dell'essere. E' vero il contrario, la filosofia, incentrandosi sulla ragione, sullo sforzo intellettivo, ha caratterizzato tutti coloro che al contrario hanno avuto coscienza e fiducia sulla capacita razionali dell'uomo stesso, libero di determinarsi, libero da tutto se non dai propri limiti. Affermare ciò sulla filosofia, che è attività speculativa, riflessiva, che ha come unica origine e mezzo l'intelletto, significa alludere all'incapacità e ai limiti dell'intelletto stesso. In favore di cosa? Di un'attività non certo di matrice opposta, la scienza, che osserva e descrive Razionalmente, la realtà. La differenza (non parlo di superiorità, bensì di ruoli ambedue necessari) consiste nel fatto che il fine della scienza è quello di osservare e descrivere (attraverso leggi): la filosofia parte dal punto in cui arriva (si ferma...) la scienza, e forte delle sue conquiste e dichiarazioni, si incammina in un sentiero molto più tortuoso e oscuro. Non si puo' concepire la filosofia come attività ludica, da perditempo, a fronte di una scienza concreta e di persone che vivono con i piedi per terra. Questo discorso lo si sente quando nei pranzi di famiglie in cui la maggioranza dei membri non ha avuto la fortuna/l'onere di affrontare certe tematiche, richiamata precocemente dalle esigenze di lavoro, che è un eufemismo credo elegante per dire famiglie di modesto livello culturale. E bada bene che non alludo alle tue origini, non mi permetterei mai, ma penso alle mie. Non è degno di te questo argomento, che contribuisci con così tanto valore a questa discussione.
Tu in realtà hai eluso la "dimostrazione" che io ho avanzato, tacciandola come "filosofica". Entra nel merito di ciò che ho detto, dimostrando con metodo scientifico la sua incapacità di superare le controprove che la dovrebbero dimostrare vera.
Mi fermo perché questi caffè e brioche che devo offrire mi stanno costando più delle commissioni minime del trading