Teoria di Coletti del buon investitore in pillole in presenza di un
lavoro stabile e senza una situazione debitoria complicata:
1 detenere liquidità sul conto sufficiente a coprire le spese correnti (primo pilastro)
2 creare un fondo di emergenza (secondo pilastro)
3 accantonare le spese già previste o prevedibili tra 1 e 10 anni (terzo pilastro).
4 per il lungo termine, quarto pilastro, con un orizzonte da 10 anni in su e per i risparmi esclusi dai 3 pilastri precedenti, investimenti esclusivamente in azionario, meglio se equally weighted. Secondo i suoi dati (e non solo suoi) é rarissimo perdere soldi in azioni se diversificate. In 20 anni storicamente non si sono mai registrate perdite (ribadisco in passato).
Sull’oro sembra stia cambiando la sua opinione iniziale e sembra sia favorevole a questa asset class da inserire nel portafoglio
Per il terzo bullet point le obbligazioni secondo Coletti si potrebbero ben incastrare.
Sul quarto le obbligazioni servono esclusivamente ad azzoppare i rendimenti oppure da prescrivere agli ansiosi che non comprendono che la volatilità del mercato è una variabile da non considerare come rischio su periodi lunghi.
Detto ciò un multi asset che include obbligazioni come il LIFE Strategy non può che cozzare con quanto scritto sopra secondo Coletti. In più come già ricordato da
@ortis qualora servisse liquidare in anticipo una quota non si potrebbe scegliere l’asset da vendere e qui non mi trova d’accordo, potrebbe non essere in realtà un difetto, ma come sempre potrei sbagliarmi.
Come ho scritto molte volte i suoi concetti sono chiari e spesso condivisibili. Ma io ho scelto di percorrere un’altra strada. Anche salendo sulle montagne russe, hai la quasi certezza di tornare con i piedi per terra, ma se qualcuno decide di non salirci, non è meritevole di essere fustigato o deriso