missed_approach
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Assolutamente d'accordo.
Creare un sistema di penalizzazioni direttamente proporzionale alla data di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Naturalmente con un limite.
Non so, immaginiamo un limite minimo di 55 anni di età anagrafica oltre al quale non si possa scendere. Per evitare eventuali situazioni di povertà. Dopo di che con la pensione di vecchiaia (stabilendola, per esempio, a 63/65 anni) incassi la pensione "piena" (risultante dalla rendita dei contributi versati). Per ogni anno di anticipo tot di penalizzazione.
Quindi:
63 anni pensione piena
62 anni pensione piena - x% di penalizzazione
61 anni pensione piena - x+1% di penalizzazione
60 anni pensione piena - x+2% di penalizzazione
E via così.
Mi pare equo sia dal punto di vista della matematica finanziaria che dal punto di vista umano. Sostenibile e, vivaddio, flessibile!
Perché non si fa?
Perchè il sistema pensionistico è a ripartizione,non a capitalizzazione. Se la gente smette di versare contributi pensionistici a 55 anni, non ci sono le coperture per pagare le pensioni "piene" nemmeno con le penalizzazioni.
E poi mi chiedo una cosa seguendo la tua proposta: a 55 anni avresti una così forte penalizzazione che di pensione prenderesti veramente niente. Non è meglio che uno si licenzi e fino alla pensione campi con i soldi che ha accantonato e col TFR? Scusa...se devi prendere 3 spicci di pensione.....o è perchè comunque sentirsi in pensione, anche con 400€ di assegno, fa sentire sicuro?
Comunque ragazzi....o si passa a capitalizzazione oppure picche. Vi ricordo che in Europa l'età media di pensionamento è 64 anni.
Noi ci vorremmo andare a 55 come i boomers...