Ecco, è proprio su questo che dissento. Malinconia e depressione sono stati d'animo appartenenti alla natura umana, non ad uno ceto sociale. Sicuramente possono essere portati alla luce da ragioni diverse, forse diametralmente opposte, ma sono la stessa cosa. Il borghese arricchito forse è depresso perché non è riuscito a realizzare se stesso continuando a lavorare nell'azienda di famiglia invece di seguire la propria vena artistica (faccio giusto un esempio). Il povero diavolo dickensiano non vede un futuro laddove il presente è solo soprusi e sfruttamento. Nel primo caso malinconia e depressione possono essere lenite dall'agiatezza, non sempre ovviamente; nel secondo caso questo non avviene mai. Nel primo caso il malessere è per lo più "egoistico" nel senso che non riguarda altri, un genitore o marito/moglei povero magari si dispera perché la sua situazione si riflette su tutta la famiglia.
Stiamo dicendo po' la stessa cosa. Sono disagi. Nascono in contesti diversi e per ragioni differenti, ma comunque disagi. Ho definito l'uno malinconia* ma le definizioni non sono il fulcro.
Siamo d'accordo che si tratti in entrambi i casi di disagio, quindi. E, se non ho capito male, sulla natura diversa delle cause (ma aggiungo che non è una regola, un disagio sociale può anche avere una concausa esistenziale penso). Inoltre è vero che nell'uno non te ne esci perché ingabbiato da dentro e da fuori, nell'altro fuori hai i ponti d'oro ma la tua gabbia te la crei interiormente (non è quindi doppia come nel caso del disagio sociale).
* convengo inoltre che sia classista, il termine, il ricco è autodistruttivo perché "malinconico" il povero perché è "disperato", ma mi limitavo a riprendere la visione letteraria a cui facevo cenno, non c'era molta correttezza politica allora, oggi ne abbiamo troppa. Perché è comunque vero che c'è chi sta male perché ha un demone dentro e chi sta male perché i demoni lo tormentano da fuori, l'enfers c'est les autres.
P.S. Rileggendo a ritroso penso che la distinzione sulla quale stiamo discutendo siano i "richiami" di cui parlavo. In questo caso sì, credo che (non ho dati, a naso) il ramo del disagio sociale sia più grande perché la popolazione è molto più ampia. E che in percentuale ci sia più disagio in chi non ha stimoli imposti. Se avessi raccontato a mio nonno delle mie fisime mentali, mi avrebbe accoppato con un colpo di zappa.