A world of love

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Grazie JJ. Che durante il Nuovo Anno le tue giornate siano riscaldate da un sole luminoso dentro e fuori di te:-)
Gianluca Vialli ha lasciato un immenso vuoto in tutti noi prima di tutto come persona. Ha avuto testimonianze d'affetto
veramente speciali anche oltre confine.


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"E' la persona che ci manca, non il calciatore.
Ricordi più belli riguardano l'aspetto umano"
(Roberto Bettega)

“Prima di tutto è stato un avversario leale e forte in campo ci sono state tante battaglie quando io giocavo con il Genoa e lui con la Sampdoria. Ma è stato anche un compagno: insieme abbiamo condiviso l’esperienza del Mondiale 1986. Conosco molto bene la sua sensibilità, un ragazzo straordinariamente intelligente, cordiale e di compagnia. Stiamo parlando anche di una persone molto intelligente e di rara sensibilità. E diciamo che nel calcio questa non è una cosa comune“. Collovati ricorda anche l’esperienza in Messico: “Abbiamo condiviso un mese molto bello. Si sta insieme, si scherza. E preferisco ricordare il suo sguardo intelligente, sorridente. Non l’ho mai visto rabbuiato, ma sempre scherzoso“.
(Fulvio Collovati)

«Caro Gianluca, in fondo è una questione di abbracci. Il caloroso abbraccio dei tifosi e degli appassionati di calcio che ha accompagnato la tua eccezionale carriera. L'abbraccio che ti lega alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti e che ti vogliono bene. L'abbraccio che ci siamo scambiati quando hai accettato il ruolo di capo delegazione azzurro. Caro Gianluca, tu sei la persona speciale che ha contribuito a rendere eccezionale un gruppo di persone normali, grazie alla tua capacità di rendere migliori le persone con riflessioni mai banali».
(Gabriele Gravina, n.1 Figc)

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"Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle *********. fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico: ho paura di morire”(Gianluca Vialli)

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Grazie JJ. Che durante il Nuovo Anno le tue giornate siano riscaldate da un sole luminoso dentro e fuori di te:-)
Gianluca Vialli ha lasciato un immenso vuoto in tutti noi prima di tutto come persona. Ha avuto testimonianze d'affetto
veramente speciali anche oltre confine.


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"E' la persona che ci manca, non il calciatore.
Ricordi più belli riguardano l'aspetto umano"
(Roberto Bettega)

“Prima di tutto è stato un avversario leale e forte in campo ci sono state tante battaglie quando io giocavo con il Genoa e lui con la Sampdoria. Ma è stato anche un compagno: insieme abbiamo condiviso l’esperienza del Mondiale 1986. Conosco molto bene la sua sensibilità, un ragazzo straordinariamente intelligente, cordiale e di compagnia. Stiamo parlando anche di una persone molto intelligente e di rara sensibilità. E diciamo che nel calcio questa non è una cosa comune“. Collovati ricorda anche l’esperienza in Messico: “Abbiamo condiviso un mese molto bello. Si sta insieme, si scherza. E preferisco ricordare il suo sguardo intelligente, sorridente. Non l’ho mai visto rabbuiato, ma sempre scherzoso“.
(Fulvio Collovati)

«Caro Gianluca, in fondo è una questione di abbracci. Il caloroso abbraccio dei tifosi e degli appassionati di calcio che ha accompagnato la tua eccezionale carriera. L'abbraccio che ti lega alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti e che ti vogliono bene. L'abbraccio che ci siamo scambiati quando hai accettato il ruolo di capo delegazione azzurro. Caro Gianluca, tu sei la persona speciale che ha contribuito a rendere eccezionale un gruppo di persone normali, grazie alla tua capacità di rendere migliori le persone con riflessioni mai banali».
(Gabriele Gravina, n.1 Figc)

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"Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle *********. fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico: ho paura di morire”(Gianluca Vialli)

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grazie a te Maf :flower: . Ti auguro un futuro sereno e pieno di piacevoli e indimenticabili momenti :)

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A partire dal giugno 1941 con l'invasione tedesca dell'URSS (Operazione Barbarossa) cominciò nei territori occupati lo sterminio sistematico della popolazione ebraica, inclusi donne e bambini, attraverso pogroms e fucilazioni di massa ad opera di reparti speciali delle SS (Einsatzgruppen).

Talora intere famiglie erano uccise sul posto all'arrivo delle truppe SS. In altri casi gli abitanti di un villaggio era rinchiusi in sinagoghe o edifici poi dati alle fiamme o fatti saltare in aria con tutti i loro occupanti.
Più frequentemente le vittime, provenienti dai tanti ghetti creati per concentrare la popolazione ebraica, erano trasportate a gruppi in luoghi isolati, spogliate di ogni bene, denudate, condotte in una fossa comune e lì uccise a mitragliate o con un colpo di pistola alla nuca.

Decine e decine di migliaia di bambini dovettero subire questa sorte, da soli o in compagnia delle loro madri, nonni, fratelli e sorelle
. In numerosi casi le vittime erano obbligate a sdraiarsi sullo strato di cadaveri di coloro che erano già stati uccisi prima di essere a loro volta colpiti.
I neonati venivano spesso lanciati in aria e usati come bersaglio per i colpi dei carnefici con la giustificazione che le tenere carni degli infanti non erano in grado di fermare una pallottola che avrebbe potuto causare pericolosi rimbalzi sul terreno, o semplicemente sepolti vivi per risparmiare munizioni.

Così accadde in centinaia di siti in tutta l'Europa dell'Est nei territori occupati dell'Unione Sovietica. Alcuni luoghi in particolare videro lo sterminio sistematico e la sepoltura in fosse comuni di decine e decine di migliaia di persone, come Babij Jar e Gurka Połonka in Ucraina, Ponary in Lituania, Bronna Góra in Bielorussa, Liepāja e Rumbula in Lettonia.
Essendo gli eccidi riservati in primo luogo agli inabili al lavoro coatto, i bambini, assieme agli anziani e alle madri, ne furono le vittime principali.

Alla fine le autorità naziste giunsero alla conclusione che tali metodi di sterminio producessero troppo stress sul personale SS e si risolsero a cercare altre vie, più rapide ed impersonali, che non imponessero ai carnefici di guardare negli occhi delle loro vittime, specie dei più piccoli e inermi.
Anche quando si mise in moto la macchina dei campi di sterminio, gruppi di bambini, soprattutto orfani, continuarono comunque ad essere uccisi in fucilazioni sommarie, assieme ai malati e agli anziani non autosufficienti, per risparmiare sulle spese di trasporto

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Non disprezzare il poco

Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell'ultimo camminare, nella spoglia stanza
Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno il non abbastanza.

Stefano Benni

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«Tra poche parole è difficile nascondersi, come tra pochi alberi». (…)
nonostante cercasse di occultare la propria vita, parlandone poco la rivelava.
Apriva il suo libro di silenzi a chi sapeva leggerlo.”

Mauro Corona, L’ultimo sorso

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“Amare qualcuno che non lo sa vuol dire amare il doppio e a vuoto. Amare senza limiti né confini,
alla ricerca spasmodica di qualcuno che non c’è. Vuol dire non raggiungere mai la meta: l’altro.
Ci vuole la forza di un guerriero per piangere e gioire da soli. Per aggredirsi e perdonarsi senza mai
un confronto. Per illudersi e disperarsi nel buio più totale.”

Antonella Frontani, Quando le stelle vengono meno

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“Amare qualcuno che non lo sa vuol dire amare il doppio e a vuoto. Amare senza limiti né confini,
alla ricerca spasmodica di qualcuno che non c’è. Vuol dire non raggiungere mai la meta: l’altro.
Ci vuole la forza di un guerriero per piangere e gioire da soli. Per aggredirsi e perdonarsi senza mai

un confronto. Per illudersi e disperarsi nel buio più totale.”

Antonella Frontani, Quando le stelle vengono meno

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(y)
 
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"Serve il potere solo quando si vuole fare qualcosa di dannoso,
altrimenti l'amore è sufficiente per fare tutto il resto."

(Charlie Chaplin)

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"Hanno trasformato l'8 Marzo in una festa etnica...
torni a essere una manifestazione di uomini che amano le donne
e donne che amano gli uomini"

(Silvana De Mari)
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E’ proprio questo il punto. Quella donna è riuscita in qualcosa di incredibilmente difficile
in Occidente: amare il processo.”“Amare il processo?”“Esatto. Significa smettere di vivere
in attesa delle cinque del pomeriggio per poté uscire dall’ufficio.
Smettere di vivere in attesa del weekend per non dover lavorare. Smettere di vivere in
attesa delle ferie ad agosto e della pensione. Smettere di attendere e iniziare ad amare
ciò che si fa ogni singolo giorno. Il futuro non esiste. Esiste solo questo momento e noi
possiamo sempre scegliere se amarlo o detestarlo.”

Gianluca Gotto, Succede sempre qualcosa di meraviglioso
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„Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai loro figli l'antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, e il risultato è questa Terra, questa vescichetta d'odio.
Perciò io, che sono una bambina in scadenza, penso: a) che i grandi non hanno più nulla da insegnarci; b) che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro; c) che dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all'uscita del cinema. Ebbene sì, sono polemica.“

Stefano Benni
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– Vorrei regalarti un po’ di quello che ho capito in questi anni: goditi ciò che sei, perché nessun altro è come te;
non avere paura di rompere le regole, perché il tempo le rompe tutte; se davanti a te non ci sono strade, aprine una.
La felicità non è una colpa.


Lorenza Gentile, Le cose che ci salvano

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(...) Anni. Cominciati lentissimi e passati di colpo, tanto che se mi volto indietro mi chiedo
spesso dove siano finiti, se io li abbia vissuti veramente o sprecati ad attendere qualcosa
destinato a non avvenire mai.


Lorenza Gentile, Le cose che ci salvano


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Ma alla fine ne valeva la pena? Dio santo... com'è irrimediabilmente cambiata la mia vita. È sempre l'ultimo giorno d'estate e io sono rimasto fuori al freddo senza una porta per rientrare. Lo ammetto ho avuto una buona dose di momenti intensi. Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani. Nel corso della mia esistenza ho lasciato brandelli di cuore qui e la. E ormai quasi non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita. Ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta.
(Dal film Blow)

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Ultima modifica:

Quanti amori ci sono in una vita?

Quante persone possiamo definire «nostre»?
Esistono diversi tipi d’amore nel mondo, e non tutti, ma quasi, sono meravigliosi. Alcuni fanno parte del passato, altri sono ammirevoli, altri ancora audaci. Ci sono quelli indegni e quelli deboli, che rendono tali anche noi. Alcuni sono solo un sussurro in una notte buia, altri ci fanno impazzire. Poi ci sono quelli che non possiamo ignorare, che bruciano lentamente senza mai spegnersi del tutto, ma dei quali, per spavento, non osiamo ravvivare la fiamma. Alcuni facciamo finta di non percepirli, persino quando li sentiamo tangibili dentro di noi e potremmo abbandonarci al sentimento, persino se l’altro è il nostro primo pensiero del mattino e la luce che illumina l’oscurità in cui è avvolto il nostro cuore – perché quell’amore è intensamente doloroso, ci appesantisce come un sasso in tasca e riempie di malinconia i nostri occhi, e se il tempo ci ha insegnato qualcosa è che tutto questo non importa. Nonostante tutto ameremo per sempre quell’altra persona.


“Magnolia Parks” – Jessa Hastings

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Gli anni levigano l’anima come il vento raspa le montagne. Si tende a dimenticare. Soprattutto per non vivere nello sconforto.
Ma vi sono persone che non si possono dimenticare. Esse tornano a visitarci con cadenze regolari, come le stagioni.
Non ci portano dolore e tristezza come all’inizio, bensì rassegnata malinconia del ricordo".

Mauro Corona, L’ultimo sorso


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Il tempo passava. La felicità si racconta male perché non ha parole,

ma si consuma e nessuno se ne accorge.


(Jules and Jim, François Truffaut)


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«[…] Girati, e non importa quanto lontano andrai, tornerò qui […]»

Amir Eid, Cairokee,
Ya Abyad Ya Eswed

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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l’odore d’un libro, il ritaglio di un giornale,
il “ci vediamo alle otto in piazza”, il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina,
i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile,
l’attesa del rewind, la dedica alla radio, l’impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l’ultimo sussulto relazionale, avrete completato l’opera inarrestabile
di desertificazione emotiva perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.

Michelangelo da Pisa
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Luca Zingaretti ha condiviso un post su Instagram per la moglie Luisa Ranieri.
A corredo di una foto insieme mentre ridono stesi su un letto, ha aggiunto il testo di una poesia
scritta in romanesco dal titolo "La mattina che me svejo".


La mattina che me svejo
E nun te trovo accanto,
Me sento tutto strano
Me manchi proprio tanto.
Sarà che la mattina,
Appena apro l’occhi,
C’ho voglia de sentitte,
Bisogna che me tocchi.
Perché quanno me giro
E trovo il tuo calore,
Er mondo me soride,
Se riempie de colore
Sarà quel tuo soriso,
Sarà la tua bellezza,
L’occhio tuo che me brilla
Me da na contentezza!
E allora me domando,
Sapendo la fortuna,
Che vojo nella vita?
Nn sto a cercà la luna:
La donna tanto amata,
Che s’abbraccia a me silente
E nun vojo niente altro
Nun vojo sapè gnente.
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