@purtroppo
Il Fisco è già sbarcato sul web. I portali, a seguito dell’entrata in vigore dal DAC 7, recepita dall’Italia, ti chiedono ora di uscire dalla tua riservatezza, se non vuoi che il tuo account venga chiuso.
Le informazioni DAC7 si applicano a tutti i “venditori-clienti”, delle piattaforme digitali che ricevono guadagni dai loro alloggi, siano essi gestori di un albergo o di un “B & B”, siano essi semplici locatori turistici.
La direttiva comunitaria colpisce tutte le forme di alloggio turistico, imprenditoriali o meno.
La direttiva DAC7 impone obblighi di comunicazione verso le autorità fiscali degli Stai membri: le nuove norme impongono ai gestori dei portali di home-booking l'obbligo di identificare i venditori, con esclusione di alcune categorie, ad esempio quelli per i quali il portale online ha intermediato oltre 2.000 o meno di 30 locazioni per corrispettivi totali fino a 2 mila euro.
I dati identificativi dei venditori - compresi i “co-host” e i comproprietari non registrati, a patto che l’utente registrato li segnali al portale, indicando ad esempio gli estremi del conto corrente della persona non iscritta (vedi “Informativa sulla privacy per utenti non registrati”) - dovranno, inoltre, essere comunicati all’Agenzia delle Entrate, insieme ai corrispettivi LORDI percepiti dagli stessi, ai giorni e al numero di operazioni effettuate.
Gli anzidetti portali dovranno comunicare trimestralmente all'Agenzia delle Entrate le informazioni del 2023 entro il 31 gennaio 2024 e un provvedimento del Direttore andrà a definire le modalità di comunicazione delle informazioni.
I portali digitali dovranno chiudere gli account di tutti i venditori che non forniscono le informazioni richieste dai portali: avranno a disposizione due richiami-solleciti e 60 giorni prima di sospendere dall’accesso chi sui portali non può starci. In alternativa, i portali potranno trattenere il corrispettivo dovuto al venditore.
La normativa UE si inserisce in una serie di adempimenti statali partiti già da tempo per chi fa “locazione breve”:
° filo diretto Ministero dell’Interno-Agenzia delle Entrate: l’incrocio dei dati risultanti dalle comunicazioni in Questura (“Alloggiatiweb”) con Comuni (imposta di soggiorno) e Agenzia delle Entrate (redditi imponibili) è in vigore dal 2021;
° i portali e tutti gli intermediari (property manager compresi), oltre alla già obbligatoria comunicazione dei dati dei contratti brevi (dati del locatore, importo del corrispettivo lordo, indirizzo dell’immobile, durata del contratto) alle Entrate, dal 1° gennaio del prossimo anno dovranno comunicare anche i dati catastali dell’immobile;
° gli intermediari esattori, property manager compresi sono onerati ad effettuare la ritenuta fiscale del 21% sui canoni riscossi: la Corte UE pochi mesi fa ha dato torto ad AIRBNB e ragione allo Stato italiano (si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato).
Dal 1° gennaio 2023 ci sarà, quindi, una stretta sui controlli per i portali telematici, attraverso lo scambio di informazioni fiscali e saranno proprio i privati che fanno locazione turistica o i gestori non imprenditori di strutture ricettive ad essere i più controllati (i gestori professionali sono già soggetti a controlli specifici).
Non più pesca a strascico, quindi, ma controlli individuali e, allora, alcuni comportamenti distorsivi da parte di privati e property manager “distratti” (ad es. “limature” dell’imponibile) verranno a galla.
La Rete come strumento di controllo. Anche fiscale.