Artisti con mercato difficile nonostante gli sforzi

Aggiungo.
:) Ciao!!

TRIBUTO A UN GRANDE ARTISTA DEL 900: VIA ALLA RASSEGNA SU PORZANO - Primonumero

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toni fertonani

salve. Mi scusi se entro nella discussione . NNO so se è la sede giusta. Ma di recente sono venuto in possesso di un opera 50x70 a firma Toni Fertonani . Vorrei sapere chi è ? Si tratta di un olio su faesite credo del 2001 . Quotazione ? Allego foto
 

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salve. Mi scusi se entro nella discussione . NNO so se è la sede giusta. Ma di recente sono venuto in possesso di un opera 50x70 a firma Toni Fertonani . Vorrei sapere chi è ? Si tratta di un olio su faesite credo del 2001 . Quotazione ? Allego foto

15 euro al Mercatopoli possono bastare :rolleyes:
 
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Ecco ero stato troppo buono :D
 
il dato è incontrovertibile. Però se fosse stato battuto a 100 euro , non credo che questo facesse la differenza. In ogni caso il valore intrinseco dell'opera è sempre lo stesso. Se è nullo ,resta nullo in ogni caso . Ma Tony Fertonani esiste o è un'invenzione ?
 
Diciamo che il suo "valore"..in un mercatino potrebbe arrivare, al massimo, a 25/30 Euro, incorniciato. Se esista o meno l'Artista non saprei...per pura coincidenza ha il cognome di mia mamma...Ho visto che esiste un TONI FERTONANI, deceduto nel 2006 che era titolare di una cattedra di estetica in Veneto ..ma non credo sia lo stesso ...
 
Prima di sparare sul pianista merita soffermarsi un attimo e riflettere su una cosa importante.
I galleristi fanno gli affari loro prima di tutto e L artista ne è il mezzo e se le cose van bene son felici entrambi ma se le cose non vanno ,ossia i prezzi fissati dal gallerista non “piacciono” ai collezionisti , i galleristi hanno sempre altri cavalli da corsa mentre L artista (se fa solo quello ossia vive della sola propria arte) che fa secondo voi?Si mangia letteralmente le sue opere per campare?va a rubare?si prostituisce?spaccia droga?cambia lavoro?
Chiaro che venderà le sue opere al prezzo più vantaggioso e se ne piazza per conto suo anche una al giorno per 200 euro ci campa piuttosto che sperare di venderne una all anno a 5mila con un gallerista che magari neppure gli passa le spese vive.
Tutto qui.
Si fa presto a giudicare con la pancia piena. Ok ,detto questo va anche aggiunto che il mercato non premia i migliori ed è sempre difficile spuntarla bene nel mondo dell arte nonostante studi,disciplina,fatica e impegno possa metterci con tutto se stesso L uomo artista.

Capisco la tua visione Batterista, diciamo che il mondo si divide sia in pessimi galleristi/mercanti, che in pessimi artisti, non solo nel senso artistico ma anche a livello personale.

Io mi trovo ad avere una visione certamente più vicina alla prima categoria e, sicuramente, di parte e per questo posso testimoniare che lavorare con gli artisti non è cosa semplice, proprio per niente. :no:

Quando l'artista non è nessuno è un idillio, perché lo avvicini ad un mondo che lui, con le sue sole forze, difficilmente avrebbe raggiunto e quindi ti segue nei consigli che gli dai, anche dal punto di vista artistico, suggerendo cosa meglio si avvicina al gusto delle persone e del mercato.
Le prime mostre curate, le prime vendite effettuate, con prezzi comunque accessibili ed i collezionisti e gli estimatori iniziano a seguire il lavoro dell'artista, tutto molto soddisfacente. OK!

Quando l'artista inizia ad alzare la cresta, iniziano i problemi! :wall:

Spesso e volentieri dietro l'artista c'è una moglie, una madre o comunque qualcuno che inizia a mettere bocca e, ovviamente, essendo persone che vanno oltre all'amicizia che può essere nata durante i primi anni di lavoro, avranno sicuramente più influenza del mercante, curatore o gallerista di turno.

Di solito la prima cosa che succede è quella di voler aumentare i prezzi, paragonandosi a Tizio o Caio, sostenendo di aver più abilità di quelli, oppure, guardando al mercato degli allievi e di quelli che hanno iniziato dopo di lui ma che, grazie ad un altro gallerista, hanno quotazioni più alte.
Sinceramente quello che riscontro più spesso negli artisti è più un bisogno/necessità di tipo economico, che quello artistico di potersi/volersi esprimere pubblicamente.
Non è il mercante che mercifica l'artista, ma l'artista stesso vuole tale mercificazione, nascondendola dietro ad un dito e dicendo di dipingere perché non può farne a meno, cosa sicuramente vera, ma non del tutto. :mmmm:

Quando ci sono problemi con gli artisti, al 90% sono problemi di ordine economico: "alziamo i prezzi", "non posso costare così poco", "io sono io e gli altri non un c###o" per citare il Marchese del Grillo ed alcuni artisti.

L'artista pur di dire che costa di più di un altro artista farebbe carte false, con la conseguenza, spesso e volentieri che sei costretto ad assecondare le sue richieste ed iniziare ad alzare i prezzi, di frequente con conseguente calo delle vendite.

Via via che si avanti, si fanno mostre, certo anche mostre via via sempre più importanti, l'artista prende coscienza del suo ruolo ed inizia a montarsi, inevitabilmente, la testa e diventa sempre più difficile collaborare.

Purtroppo i contratti con gli artisti sono un'arma a doppio taglio, non saprai mai se l'artista vende al di fuori del contratto, sua l'arte, sua la tecnica e sua è la velocità di capire come può girare attorno al contratto.
Una possibilità è alzare di tanto l'asticella del numero di opere da produrre, per evitare che l'artista abbia il tempo di fare opere al di fuori del contratto, ma il rischio oltre a creare tante opere, tali da inflazionare il mercato è che l'artista, per rincorrere l'obiettivo, perda la qualità e la voglia di fare.

Certo, ci sono artisti corretti, anche oltre ogni pensiero, artisti che rispettano gli accordi anche se verbali e avvertono di ogni vendita fatta in studio e, quando c'è un accordo che prevede una percentuale su tutte le vendite, sono coloro con cui vorresti lavorare tutta la vita! :mano:
Anche loro, sicuramente una buona percentuale, sono comunque vittime del prezzo ed ogni tanto spingono per alzare i prezzi ed anche loro spesso hanno familiari che pressano e che minano il terreno attorno all'artista.

Ho fatto questo lungo discorso un po' per spiegare che lavorare con gli artisti non è tutto rose e fiori e spesso ti trovi difronte alle situazioni di cui ho parlato e un po' per far capire che se un artista, anche se bravo e storicizzato, non decolla sul mercato, spesso e volentieri è lui la causa e chi è causa del suo mal pianga sé stesso! :cool:

Inseguendo una libellula e due pere
Coi miliardi di papino paroliere
Hai deciso di iniziare a fa' er pittore
Che dolore!!

Per dovere di cronaca, Alfredo Rapetti Mogol è un paroliere come suo padre e come suo nonno, quindi non è solo grazie ai soldi di papino che fa il pittore, ma anche grazie ai suoi ;)
Poi sulle qualità dell'artista e del fatto che ci sia qualcosa di interessante in quel che fa, mi sento di dissentire da ciò che è stato detto da alcuni di voi, perché a mio avviso l'artista ha quel qualcosa che sul mercato potrebbe funzionare, il problema è capire cosa non sta andando, qual è il vero problema.
Io ho conosciuto le sue opere 10/12 anni fa, da un amico gallerista con cui collaboravo e sinceramente l'idea della scrittura "incisa" nel colore, non era male all'epoca e non è male adesso.

Eh...quando schiattiamo... diventiamo tutti bravi ( non solo artisticamente ) è l'ultima delle ipocrisie...

Talvolta continuate a dipingere anche quando schiattate :censored::D:D:D
 
" Talvolta continuate a dipingere anche quando schiattate"...:rotfl::rotfl::rotfl: ...verissimo!!! Comunque, per la cronaca, io ho avuto a che fare con tre o quattro Galleristi nel corso degli anni ...con uno sono rimasto amico e in ottimi rapporti, anche se non gli do più niente o quasi, visto come va il mercato...le altre Gallerie hanno chiuso tutte!!! ( una, a dirla tutta mi ha fregato due o tre quadri...) :'(:'(:'( non saprei dire se per loro incapacità o per la sopraggiunta crisi, o entrambi i motivi
 
Purtroppo i contratti con gli artisti sono un'arma a doppio taglio, non saprai mai se l'artista vende al di fuori del contratto, sua l'arte, sua la tecnica e sua è la velocità di capire come può girare attorno al contratto.

In genere, un gallerista attento se ne accorgerà, prima o poi: a quel punto, spesso, per l'artista è la fine...nell'ambiente la notizia girerà veloce e sarà difficile trovare un altro gallerista disposto ad investire su di lui...
 
In genere, un gallerista attento se ne accorgerà, prima o poi: a quel punto, spesso, per l'artista è la fine...nell'ambiente la notizia girerà veloce e sarà difficile trovare un altro gallerista disposto ad investire su di lui...

Si, sono d'accordo...SE il Gallerista investe, dipende dagli accordi presi e dalla correttezza di entrambi...
 
In genere, un gallerista attento se ne accorgerà, prima o poi: a quel punto, spesso, per l'artista è la fine...nell'ambiente la notizia girerà veloce e sarà difficile trovare un altro gallerista disposto ad investire su di lui...

Concordo totalmente anche perchè quello degli addetti ai lavori mi pare un ambiente molto ristretto. La "socializzazione" della comunicazione agevola ed acccelera la circolazione delle informazioni e se perdi la reputazione o fai i capricci da star vieni scaricato in un attimo e definitivamente. Aggiungerei il pb. della serialità e inflazione di alcune produzioni low cost, magari "buttate" in aste tutte insieme.

Credo che la capacità di gestione debba andare oggi quasi alla pari con la qualità artistica, dosare l'ambizione e la sovraesposizione, numero congruo di opere e archiviazione puntuale, non prestarsi a "fiammate", alla fine è questione di intelligenza e di scegliere percorsi credibili.

Esistono poi i "sottovalutati cronici", alcuni anche piuttosto inspiegabili ma forse non ne conosco bene le vicende, il primo che mi viene in mente è Carmi. Anche Uncini tra quelli che mi piacciono ha vissuto un periodo di stanca, ora è in corso una mostra alla GAM staremo a vedere.

Interessante il punto di vista di Brian, quello di un addetto ai lavori che si qualifica come tale, non accade spesso, chapeau.
 
……..

Interessante il punto di vista di Brian, quello di un addetto ai lavori che si qualifica come tale, non accade spesso, chapeau.

Verissimo.
Nell'occasione mi congratulo con me stesso per essere un rompiscatole e aver recentemente evidenziato un tema/problema che, come si può constatare, se ottiene risposte serie diviene un arricchimento sensibile per tutto il forum.

E ovviamente congratulazioni a Brian che dall'interno ci fa conoscere meglio il mercato dell'arte.
 
Verissimo.
Nell'occasione mi congratulo con me stesso per essere un rompiscatole e aver recentemente evidenziato un tema/problema che, come si può constatare, se ottiene risposte serie diviene un arricchimento sensibile per tutto il forum.

E ovviamente congratulazioni a Brian che dall'interno ci fa conoscere meglio il mercato dell'arte.

...e anche a Kiappo che esprime il punto di vista degli artisti...
 
...e anche a Kiappo che esprime il punto di vista degli artisti...

Snza togliere nulla a Kiappo che mi fa sincera simpatia, credo lo sappia, agli artisti venire allo scoperto pare "costi meno" visto che hanno aperto un 3D loro dedicato, molto meno frequente che si palesino operatori e addetti ai lavori che a detta di qualcuno sotto mentite spoglie affollano questo spazio.

Credo di essere una mosca bianca non conoscendo proprio nessuno anzi spesso faccio fatica a cogliere commenti allusivi al punto di apparire stu.pida o troppo ingenua!
 
Snza togliere nulla a Kiappo che mi fa sincera simpatia, credo lo sappia, agli artisti venire allo scoperto pare "costi meno" visto che hanno aperto un 3D loro dedicato, molto meno frequente che si palesino operatori e addetti ai lavori che a detta di qualcuno sotto mentite spoglie affollano questo spazio.

Credo di essere una mosca bianca non conoscendo proprio nessuno anzi spesso faccio fatica a cogliere commenti allusivi al punto di apparire stu.pida o troppo ingenua!

Ti ringrazio Lory!!..ma credo che Pulce si riferisse al rapporto Galleristi-Artisti-Mercato FUORI dal contesto del FOL, dove in effetti noi pseudo-artisti siamo, credo, tutti ben palesati al contrario degli "operatori commerciali" a qualsiasi titolo ...almeno io l'ho capita così...simpatia ricambiata:flower::flower::flower:
 
Visto il tema, mi piace portarvi la mia esperienza, due per la precisione.
Qualche anno fa, seguivo con attenzione un giovane artista americano; eravamo in contatto, venne a "studiare" in Francia e mi scrisse che per comodità e mantenersi il dottorato avrebbe potuto vendermi delle opere direttamente. Non analizzai troppo la situazione e accettai pensando fosse un'opportunità per entrambi. Sarà un caso, ma il giovane non ha fatto chissà quale "carriera"...
Recentemente ho chiesto ad altro giovane artista, rappresentato solo da una galleria non europea, se almeno collaborasse o avesse contatti con qualcuno nel vecchio continente. Mi rispose con un bel discorsetto che vi riassumo: se pensi di pubblicizzare sui social che hai acquistato un mio lavoro, mi tocca indirizzarti alla galleria che mi rappresenta dove c'è una lunga lista d'attesa, se invece sei discreto e non lo dici a nessuno, posso provare a vedere se avrò qualcosa disponibile. Tradotto: puoi bussare in galleria ma aspetti una vita e paghi tantissimo, oppure tacere, non dirlo a nessuno e comprare direttamente da me. Non ho acquistato nè da lui nè in galleria. L'artista era al momento del colloquio e tuttora molto richiesto e con quotazioni importanti che lo fanno sicuramente guadagnare bene (non si deve mangiare le sue opere per vivere, cit. batterista).
 
Noi spesso abbiamo l'idea che un artista debba essere una persona fuori dal comune, al di sopra delle miserie umane e dei vizi insiti nella nostra natura. Ho avuto anch'io qualche bagno di realtà per cui cerco sempre di improntare le mie scelte in modo obiettivo. I rapporti di collaborazione, in genere, dovrebbero essere improntati sempre nella massima trasparenza e correttezza. Negli ultimi anni ho notato un decadimento delle relazioni basate su "prima penso a me e poi (forse) agli altri". Mala tempora currunt.
 
Mi ricollego ad Heimat con una considerazione. Tra i diversi aspiranti artisti approdati qui nessuno che abbia affrontato un confronto dialettico sulla propria ricerca/visione anche difendendola dalle critiche.

Alla fine per uno che vuole svolgere professionalmente l'attività può essere un banco di prova e un modo per capire la direzione e l'aspettativa del mercato. Se non si accetta il confronto nemmeno si arriva a migliorare. Poteva costituire una sorta di "prima della prima".
 
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