Capisco la tua visione Batterista, diciamo che il mondo si divide sia in pessimi galleristi/mercanti, che in pessimi artisti, non solo nel senso artistico ma anche a livello personale.
Io mi trovo ad avere una visione certamente più vicina alla prima categoria e, sicuramente, di parte e per questo posso testimoniare che lavorare con gli artisti non è cosa semplice, proprio per niente.
Quando l'artista non è nessuno è un idillio, perché lo avvicini ad un mondo che lui, con le sue sole forze, difficilmente avrebbe raggiunto e quindi ti segue nei consigli che gli dai, anche dal punto di vista artistico, suggerendo cosa meglio si avvicina al gusto delle persone e del mercato.
Le prime mostre curate, le prime vendite effettuate, con prezzi comunque accessibili ed i collezionisti e gli estimatori iniziano a seguire il lavoro dell'artista, tutto molto soddisfacente.
Quando l'artista inizia ad alzare la cresta, iniziano i problemi!
Spesso e volentieri dietro l'artista c'è una moglie, una madre o comunque qualcuno che inizia a mettere bocca e, ovviamente, essendo persone che vanno oltre all'amicizia che può essere nata durante i primi anni di lavoro, avranno sicuramente più influenza del mercante, curatore o gallerista di turno.
Di solito la prima cosa che succede è quella di voler aumentare i prezzi, paragonandosi a Tizio o Caio, sostenendo di aver più abilità di quelli, oppure, guardando al mercato degli allievi e di quelli che hanno iniziato dopo di lui ma che, grazie ad un altro gallerista, hanno quotazioni più alte.
Sinceramente quello che riscontro più spesso negli artisti è più un bisogno/necessità di tipo economico, che quello artistico di potersi/volersi esprimere pubblicamente.
Non è il mercante che mercifica l'artista, ma l'artista stesso vuole tale mercificazione, nascondendola dietro ad un dito e dicendo di dipingere perché non può farne a meno, cosa sicuramente vera, ma non del tutto.
Quando ci sono problemi con gli artisti, al 90% sono problemi di ordine economico: "alziamo i prezzi", "non posso costare così poco", "io sono io e gli altri non un c###o" per citare il Marchese del Grillo ed alcuni artisti.
L'artista pur di dire che costa di più di un altro artista farebbe carte false, con la conseguenza, spesso e volentieri che sei costretto ad assecondare le sue richieste ed iniziare ad alzare i prezzi, di frequente con conseguente calo delle vendite.
Via via che si avanti, si fanno mostre, certo anche mostre via via sempre più importanti, l'artista prende coscienza del suo ruolo ed inizia a montarsi, inevitabilmente, la testa e diventa sempre più difficile collaborare.
Purtroppo i contratti con gli artisti sono un'arma a doppio taglio, non saprai mai se l'artista vende al di fuori del contratto, sua l'arte, sua la tecnica e sua è la velocità di capire come può girare attorno al contratto.
Una possibilità è alzare di tanto l'asticella del numero di opere da produrre, per evitare che l'artista abbia il tempo di fare opere al di fuori del contratto, ma il rischio oltre a creare tante opere, tali da inflazionare il mercato è che l'artista, per rincorrere l'obiettivo, perda la qualità e la voglia di fare.
Certo, ci sono artisti corretti, anche oltre ogni pensiero, artisti che rispettano gli accordi anche se verbali e avvertono di ogni vendita fatta in studio e, quando c'è un accordo che prevede una percentuale su tutte le vendite, sono coloro con cui vorresti lavorare tutta la vita! :mano:
Anche loro, sicuramente una buona percentuale, sono comunque vittime del prezzo ed ogni tanto spingono per alzare i prezzi ed anche loro spesso hanno familiari che pressano e che minano il terreno attorno all'artista.
Ho fatto questo lungo discorso un po' per spiegare che lavorare con gli artisti non è tutto rose e fiori e spesso ti trovi difronte alle situazioni di cui ho parlato e un po' per far capire che se un artista, anche se bravo e storicizzato, non decolla sul mercato, spesso e volentieri è lui la causa e chi è causa del suo mal pianga sé stesso!
Per dovere di cronaca, Alfredo Rapetti Mogol è un paroliere come suo padre e come suo nonno, quindi non è solo grazie ai soldi di papino che fa il pittore, ma anche grazie ai suoi
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Poi sulle qualità dell'artista e del fatto che ci sia qualcosa di interessante in quel che fa, mi sento di dissentire da ciò che è stato detto da alcuni di voi, perché a mio avviso l'artista ha quel qualcosa che sul mercato potrebbe funzionare, il problema è capire cosa non sta andando, qual è il vero problema.
Io ho conosciuto le sue opere 10/12 anni fa, da un amico gallerista con cui collaboravo e sinceramente l'idea della scrittura "incisa" nel colore, non era male all'epoca e non è male adesso.
Talvolta continuate a dipingere anche quando schiattate
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