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da Mf del 08/12/09 pag. 13
SI RIPROPONE L’ABITUALE DISALLINEAMENTO TRA IL PREZZO DELL’AZIONE E QUELLO DEI DIRITTI
Aumento Italease, il solito abbaglio di di Lucio Sironi
Nel primo giorno dell’operazione il titolo è schizzato del 90% a 1,59 euro mentre il diritto è precipitato del 42%. Si riaccende il dibattito sulle cause: flottante ridotto, divieto di vendita allo scoperto o rapporto di sottoscrizione.
L’elenco delle operazioni di aumento di capitale di scena a Piazza Affari all’insegna della palese asimmetria tra i prezzi di azioni e diritti si arricchisce con il nome di Banca Italease. Ieri, primo giorno di contrattazioni dopo lo stacco del diritto, l’azione Italease è schizzata a 1,59 euro, con una impennata del 90% rispetto alla chiusura rettificata di venerdì 4. Andamento a precipizio, invece, per i diritti a partecipare all’aumento, che hanno perso il 42% chiudendo a 0,68 euro rispetto al teorico di 1,194 euro (calcolato in base al rapporto di assegnazione delle nuove azioni rispetto a quelle già in circolazione e al prezzo fissato per sottoscriverle). In realtà l’intera seduta è stata condizionata da lunghe sospensioni dei titoli imposte proprio dai forti scostamenti di prezzo, che si spiegano anche con lo scarsissimo flottante a disposizione del mercato, dal momento che il Banco Popolare, dopo l’opa a 1,5 euro per azione lanciata la scorsa estate, si trova a disporre già dell’88,127% del capitale.
La situazione di forte disallineamento tra azioni e diritti è analoga a quella che già si era verificata nel caso degli aumenti di capitale di Pirelli Real Estate, Tiscali, Seat, avvenuti nei mesi scorsi. Come accaduto in questi casi è più che probabile che con l’avvicinarsi della fine degli scambi sui diritti, fissato per il 16 dicembre (mentre l’esercizio è possibile fino al giorno 23), si assisterà a un forte calo del titolo. Sotto accusa ancora una volta il divieto fissato dalla Consob alle operazioni allo scoperto (l’operazione Italease è stata deliberata il 23 novembre, mentre solo dal giorno 30 tale divieto è stato cancellato). In realtà dalla commissione di vigilanza si tende a considerare marginale l’effetto di tale provvedimento, indicando come vere responsabili del fenomeno di forte scostamento dei prezzi proprio le caratteristiche dell’aumento di capitale. Che nel caso di Banca Italease prevedono che a ogni azione siano abbinati diritti per sottoscriverne ben 10 nuove al prezzo di 0,712 euro (di cui 0,612 a titolo di sovrapprezzo). Si consideri che alle quotazioni attuali gli esperti calcolano che i diritti esprimano un valore delle azioni di circa 0,78 euro, più o meno la metà rispetto alla chiusura di ieri. Significativo anche il fatto che il prezzo di ieri, già al netto del diritto quotato separatamente, sia anche superiore a quello di 1,5 a cui è avvenuta l’opa lanciata pochi mesi fa dal Banco Popolare.
Da ricordare inoltre che l’aumento di capitale in corso precede l’annunciata separazione della cosiddetta bad bank, dove saranno confinati i debiti di più complessa esigibilità, dalla good company come parte del processo di ristrutturazione della banca.
PS. ho appena paerto il nuovo 3d per le discussioni che trovate qua http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?p=23775322#post23775322
SI RIPROPONE L’ABITUALE DISALLINEAMENTO TRA IL PREZZO DELL’AZIONE E QUELLO DEI DIRITTI
Aumento Italease, il solito abbaglio di di Lucio Sironi
Nel primo giorno dell’operazione il titolo è schizzato del 90% a 1,59 euro mentre il diritto è precipitato del 42%. Si riaccende il dibattito sulle cause: flottante ridotto, divieto di vendita allo scoperto o rapporto di sottoscrizione.
L’elenco delle operazioni di aumento di capitale di scena a Piazza Affari all’insegna della palese asimmetria tra i prezzi di azioni e diritti si arricchisce con il nome di Banca Italease. Ieri, primo giorno di contrattazioni dopo lo stacco del diritto, l’azione Italease è schizzata a 1,59 euro, con una impennata del 90% rispetto alla chiusura rettificata di venerdì 4. Andamento a precipizio, invece, per i diritti a partecipare all’aumento, che hanno perso il 42% chiudendo a 0,68 euro rispetto al teorico di 1,194 euro (calcolato in base al rapporto di assegnazione delle nuove azioni rispetto a quelle già in circolazione e al prezzo fissato per sottoscriverle). In realtà l’intera seduta è stata condizionata da lunghe sospensioni dei titoli imposte proprio dai forti scostamenti di prezzo, che si spiegano anche con lo scarsissimo flottante a disposizione del mercato, dal momento che il Banco Popolare, dopo l’opa a 1,5 euro per azione lanciata la scorsa estate, si trova a disporre già dell’88,127% del capitale.
La situazione di forte disallineamento tra azioni e diritti è analoga a quella che già si era verificata nel caso degli aumenti di capitale di Pirelli Real Estate, Tiscali, Seat, avvenuti nei mesi scorsi. Come accaduto in questi casi è più che probabile che con l’avvicinarsi della fine degli scambi sui diritti, fissato per il 16 dicembre (mentre l’esercizio è possibile fino al giorno 23), si assisterà a un forte calo del titolo. Sotto accusa ancora una volta il divieto fissato dalla Consob alle operazioni allo scoperto (l’operazione Italease è stata deliberata il 23 novembre, mentre solo dal giorno 30 tale divieto è stato cancellato). In realtà dalla commissione di vigilanza si tende a considerare marginale l’effetto di tale provvedimento, indicando come vere responsabili del fenomeno di forte scostamento dei prezzi proprio le caratteristiche dell’aumento di capitale. Che nel caso di Banca Italease prevedono che a ogni azione siano abbinati diritti per sottoscriverne ben 10 nuove al prezzo di 0,712 euro (di cui 0,612 a titolo di sovrapprezzo). Si consideri che alle quotazioni attuali gli esperti calcolano che i diritti esprimano un valore delle azioni di circa 0,78 euro, più o meno la metà rispetto alla chiusura di ieri. Significativo anche il fatto che il prezzo di ieri, già al netto del diritto quotato separatamente, sia anche superiore a quello di 1,5 a cui è avvenuta l’opa lanciata pochi mesi fa dal Banco Popolare.
Da ricordare inoltre che l’aumento di capitale in corso precede l’annunciata separazione della cosiddetta bad bank, dove saranno confinati i debiti di più complessa esigibilità, dalla good company come parte del processo di ristrutturazione della banca.
PS. ho appena paerto il nuovo 3d per le discussioni che trovate qua http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?p=23775322#post23775322
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