Biennale di Venezia 2017 - Padiglione "Internazionale" + Pad. Nazionali anche Italia

Un altro Griffa, anche se la foto non è granché. E dal Padiglione dei Colori altre due opere: di Abdoulaye Konaté (artista del Mali, seguito con attenzione da Primo Marella) e di Sheila Hicks (americana, vive a Parigi).
 

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Dal "Padiglione degli artisti e dei libri", David Medalla e Adam Nankervis ("Mondrian Fan Club"), mentre terminano una loro opera in situ.
 

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Solo un accenno di natura dà peso
leggero e pesante
leggero come una piuma
tu diventi abbastanza leggero da levitare
:bow:

Sì, sì.... tutta poesia:rolleyes:

E bravo il Griffa che rammenta la Agnes Martin.

Qui molti consensi non ce ne sono stati, però:
Agnes Martin


e ricordiamo anche questa breve recensione:

“La lezione minimalista di Agnes Martin ha di certo pesantemente influito sul lavoro artistico delle generazioni successive.
Una tavolozza limitata e un vocabolario geometrico caratterizzano tutte le sue opere: sono linee orizzontali e verticali, griglie su cui si librano delicati ed impalpabili gesti di colore.
Lei si considerava un’espressionista astratta in un’epoca che poco concesse alle donne, ma il suo lavoro era già proiettato verso la pura astrazione, in uno spazio dominato dalla metafisica e dagli stati emotivi interiori.

Peccato però che rispetto agli ottantenni dell’analitica nazionalpopolare, aggiungo pure il Guarneri, che è già trascorso mezzo secolo dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1966,
la Signora
proprio mentre la sua arte guadagnava consensi, abbandonò la città e andò in cerca di solitudine e di silenzio”


Come son diversi gli artisti dai poeti, eh?:o

buona giornata:censored:
 
...
Peccato però che rispetto agli ottantenni dell’analitica nazionalpopolare, aggiungo pure il Guarneri, che è già trascorso mezzo secolo dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1966,
la Signora
proprio mentre la sua arte guadagnava consensi, abbandonò la città e andò in cerca di solitudine e di silenzio”


Come son diversi gli artisti dai poeti, eh?:o

buona giornata:censored:

Bhe, bisogna sempre ricordare che Agnes Martin era affetta da una forma grave di schizofrenia (non è un'idea mia, le era stata proprio diagnosticata). Quindi il suo rifugiarsi nella solitudine era derivato dal suo bisogno di mettere ordine alle sue emozioni. La sua stessa ricerca, che appunto non appartiene all'ambito minimalista ma a una forma tutta sua di espressionismo astratto, è un'esigenza di ordine interiore. Le semplicissime griglie dipinte, le fasce ordinate, i colori tenui, sono "espressione" di questa sua reazione al suo disagio. Agnes Martin va accostata a Rothko, non ai minimalisti.
Nessun nesso quindi con i colori tenui di Guarneri e con le righe di Griffa (in loro non c'è proprio traccia di espressionismo, ma la ricerca della pura Pittura) anche se certamente entrambi hanno ammirato e considerato il lavoro di Agnes Martin.
 
Da una breve ricerca effettuata ho visto che alcuni lavori, trovati dal 2015 della serie Canone Aureo riportano citazioni da Agnes Martin volevo chiedere ai "Griffiani.doc" se esiste una ragione specifica, un legame al contenuto, un omaggio ad una grande artista, una linea di continuità più o meno virtuale, non credo sia un semplice ammiccamento al mercato americano. ;)
Se il tema è stato trattato altrove mi basta il link.

P.S. Sono davvero contenta per Guarneri, finalmente un giusto riconoscimento per uno dei più coerenti e raffinati protagonisti della pittura analitica, che prediligo soprattutto nei lavori "geometrici".

P.S.1 Ho scritto in simultanea con Acci :eek: che prob. ha già risposto nel post precedente, lascio il post... se avrà ancora qualcosa da aggiungere.
 
Ultima modifica:
Sì, sì.... tutta poesia:rolleyes:

E bravo il Griffa che rammenta la Agnes Martin.

Qui molti consensi non ce ne sono stati, però:
Agnes Martin


e ricordiamo anche questa breve recensione:

“La lezione minimalista di Agnes Martin ha di certo pesantemente influito sul lavoro artistico delle generazioni successive.
Una tavolozza limitata e un vocabolario geometrico caratterizzano tutte le sue opere: sono linee orizzontali e verticali, griglie su cui si librano delicati ed impalpabili gesti di colore.
Lei si considerava un’espressionista astratta in un’epoca che poco concesse alle donne, ma il suo lavoro era già proiettato verso la pura astrazione, in uno spazio dominato dalla metafisica e dagli stati emotivi interiori.

Peccato però che rispetto agli ottantenni dell’analitica nazionalpopolare, aggiungo pure il Guarneri, che è già trascorso mezzo secolo dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1966,
la Signora
proprio mentre la sua arte guadagnava consensi, abbandonò la città e andò in cerca di solitudine e di silenzio”


Come son diversi gli artisti dai poeti, eh?:o

buona giornata:censored:

Caro Ale,
senza ombra di dubbio Agnes Martin è un nome fondamentale della storia dell'arte Mondiale.
Comunque, ti faccio notare che mentre Griffa e Guarneri si mantengono in forma grazie alla Biennale...ci sono artisti, ammirati anche da te, che si mantengono in forma attraverso il grande schermo.:p
 
Ultima modifica:
Un po' tutti gli Analitici pittori (cioè quelli più interessati alla Pittura - altri sono più interessati ai materiali e al processo operativo e per questo potremmo definirli tra molte virgolette con maggiori interessi concettuali, perché ribadisco che la Pittura Analitica non è concettuale) hanno guardato con grande ammirazione ai lavori di Agnes Martin e Brice Marden. Trovavano in loro un punto di riferimento proprio nell'affermazione della pittura riflessiva, da contemplazione. E' del tutto logico che si sentissero più vicini a loro che alle contemporanee esperienze "violente" e "gestuali" o "asettiche" e "quasi meccaniche".
Va sottolineato comunque come la famosa "sensibilità analitica" fosse una caratteristica propria del clima europeo (Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, Inghilterra) e asiatico, in particolare giapponese (Mono-Ha).
 
Caro Ale,
senza ombra di dubbio Agnes Martin è un nome fondamentale della storia dell'arte Europea.
Comunque, ti faccio notare che mentre Griffa e Guarneri si mantengono in forma grazie alla Biennale...ci sono artisti, ammirati anche da te, che si mantengono in forma attraverso il grande schermo.:p


questo è vero.:o
 
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Biennale di Venezia. Gian Maria Tosatti | Artribune


"È tempo che una biennale smetta di essere una fiera campionaria, un salon esotico, una esposizione universale delle specie e varietà odierne di flora e fauna che abitano quel pianeta ridotto al lumicino che è il mondo dell’arte.
È tempo che si faccia una biennale con 20 artisti, 20 eroi per un tempo che ha bisogno di eroi – come avrebbe detto Brecht."
 
... intanto Cris70
dall'altra parte:censored:

sta svolgendo un lavoro egregio di reportage:eek:
quasi quasi non vado alla Biennale

grazie Cris:clap::clap::clap:
 
E' uscito sul numero di giugno del mensile "Collezionare" l'articolo "Sul palcoscenico della Biennale" a firma di Roberto Brunelli sulla 57^ Edizione della Biennale di Venezia.

copertina_giugno17.jpg
 
Avrei bisogno di un consiglio.
Per me novellino ed italiano (a 100 euro di treno da Venezia) la biennale è un evento mitologico :D e quindi nel bene o nel male credo sia doveroso andare a vederla di persona!
Finora però sono andato solo a due Fiere, Miart e Liste e pertanto non ho idea di come si svolga un evento come la Biennale. E' tipo Expo Milano sul cibo 2015? tanti padiglioni tutti vicini, solo senza fila di ore per visitarli?:o
In breve: sto organizzando di andare a Venezia per 2-3 giorni ad agosto appositamente per la Biennale ma accompagnato dalla mia compagna, quindi non vorrei comunque stordirla di arte e vorrei organizzarmi per vedere solo i padiglioni più interessanti e belli (oltre alla mostra di Damien Hirst). Da qui il consiglio che vi chiedo:
Quanti padiglioni si possono vedere in 2 giorni senza fare corse in maniera rilassata? il terzo giorno lo dedico a Hirst :)
Grazie mille, intanto mi studio quali padiglioni sono degni di nota oltre germania e italia...e vado a vedermi un pò di foto di cris70 :censored:
 
Avrei bisogno di un consiglio.
Per me novellino ed italiano (a 100 euro di treno da Venezia) la biennale è un evento mitologico :D e quindi nel bene o nel male credo sia doveroso andare a vederla di persona!
Finora però sono andato solo a due Fiere, Miart e Liste e pertanto non ho idea di come si svolga un evento come la Biennale. E' tipo Expo Milano sul cibo 2015? tanti padiglioni tutti vicini, solo senza fila di ore per visitarli?:o
In breve: sto organizzando di andare a Venezia per 2-3 giorni ad agosto appositamente per la Biennale ma accompagnato dalla mia compagna, quindi non vorrei comunque stordirla di arte e vorrei organizzarmi per vedere solo i padiglioni più interessanti e belli (oltre alla mostra di Damien Hirst). Da qui il consiglio che vi chiedo:
Quanti padiglioni si possono vedere in 2 giorni senza fare corse in maniera rilassata? il terzo giorno lo dedico a Hirst :)
Grazie mille, intanto mi studio quali padiglioni sono degni di nota oltre germania e italia...e vado a vedermi un pò di foto di cris70 :censored:

Caro la Biennale è diversa dalle fiere citate! Stai tranquillo per la tua compagna è un grande luna park quindi stanca meno i non appassionati.
LA similitudine con Expo Milano può esser ritenuta valida per la parte dei Giardini Ove ogni stato ha il suo spazio espositivo.
Non soffermarti solo sulla biennale in senso stretto ma visita tutte le mostre ed esposizioni a contorno nei bellissimi palzzi veneziani!
Ciao e buon tour
 
Caro la Biennale è diversa dalle fiere citate! Stai tranquillo per la tua compagna è un grande luna park quindi stanca meno i non appassionati.
LA similitudine con Expo Milano può esser ritenuta valida per la parte dei Giardini Ove ogni stato ha il suo spazio espositivo.
Non soffermarti solo sulla biennale in senso stretto ma visita tutte le mostre ed esposizioni a contorno nei bellissimi palzzi veneziani!
Ciao e buon tour

Ci sta ovviamente anche il Guggenheim...:doh::doh:
Tre giorni per vedere tutto sarà tosta....:wall::wall:
 
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