Molto probabilmente il fol viene letto anche in Costa Azzurra …
![Smile :) :)](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
E' proprio così come dici - parafrasando Boetti: le cose nascono dalla necessità e dal caso - molto spesso alcuni post vengono collocati di default tra le prime pagine dei risultati di ricerca.
![Bow :bow: :bow:](/data/assets/smilies/bow.gif)
Bravo! mmt
Stanley Bard, Who Ran Chelsea Hotel as a Bohemian Sanctuary, Dies at 82 - The New York Times
La storica foto è stata scattata da Ugo Mulas nel celebre Chelsea Hotel
- come ha scritto qualcuno "è stato una specie di Torre di Babele della creatività e delle cattive abitudini e che alcuni dei cervelli più sballati e autodistruttivi del mondo, almeno una volta, hanno chiamato 'casa' " - ![Yes :yes: :yes:](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
fu lì, nei confini della loro piccola stanza d'albergo, che costruì (rubando la maniglia della porta) il suo primo Store Front (Green Store Front).
Christo: "This is the corridor of the Storefront, a very long corridor but closed, so you cannot go inside".
Jeanne-Claude: "You walk, walk and walk and you reach a door, but the door is locked and beyond the door you see a big, big space with electricity, very big, white, beautiful, but you cannot go inside. At the end of that big empty room in which you cannot go, there is a door that is slightly open and you wonder what is in there beyond that second door"
Christo: "Storefront is from 1963-67 and Over the River returns to that"
Molto sinteticamente: in quella stanza di quel famoso hotel sono nati gli Store Fronts
- che segnano un importante cambiamento nell'interesse creativo dell'artista - e cioè il passaggio da piccoli oggetti avvolti alla creazione di intere stanze e infine ambienti, come Valley Curtain (1970-72, Rifle, Colorado) e The Gates (1979-2005, Central Park). Sono appunto importanti perché segnano l'incipit di un percorso che si svilupperà nelle loro grandi installazioni, dove come dice lo stesso Christo c'è la continuazione di quello spazio interno da esplorare e indagare in uno spazio sempre più grande. Christo mostra la foto:" questo è il corridoio dello Store Front, un corridoio molto lungo ma chiuso, quindi non puoi entrarci dentro".
Jeanne-Claude:" Cammini, cammini e cammini e raggiungi una porta, ma la porta è chiusa e oltre la porta vedi un grande, grande spazio illuminato, molto grande, bianco, bellissimo, ma non puoi entrarci dentro. Alla fine di quella grande stanza vuota in cui non puoi andare, c'è una porta che è leggermente aperta e ti chiedi cosa ci sia oltre quella seconda porta.
Quello spazio interiore è già in 'The Umbrellas', vai sotto gli ombrelli e vedi quello spazio interno, o lo vedi nel progetto Over the River, puoi andare dentro e fuori, puoi vedere il progetto da una barca."
Jeanne- Claude: "L'idea esisteva già nella Store Front [Documenta, 1967],
lì era già una negazione di uno spazio interno, era l'uso di uno spazio interno che veniva negato semplicemente mettendo una tenda nella finestra. C'è un interno, c'è una luce, sai che c'è un interno, ma non puoi vederlo. The inside/outside concern was already there."
Christo: "La cosa importante da capire
è come ci siamo davvero spostati nello spazio esterno".
Christo:"Tutto nel mondo è di proprietà di qualcuno: qualcuno ha progettato i marciapiedi, o le strade, persino l'autostrada, qualcuno ha persino progettato le vie aeree. 24 ore su 24, ci muoviamo in uno spazio altamente preciso progettato da politici, urbanisti e, naturalmente, che lo spazio è pieno di regolamenti, proprietà, giurisdizioni, significati. Amo questo spazio. Andiamo in quello spazio e creiamo lievi disturbi in quello spazio. Fondamentalmente, stiamo prendendo in prestito questo spazio e lo usiamo in modo complicato per un breve periodo"
![Bye :bye: :bye:](/data/assets/smilies/bye.gif)