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Pnrr, la partita digitale entra nel vivo: ecco i bandi per le imprese del futuro
Dal piano Transizione 4.0 all’imprenditoria femminile, dall’innovazione della logistica alle politiche di filiera. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spicca il ruolo della Pa, ma non manca il sostegno al settore privato
22 DICEMBRE 2022AGGIORNATO ALLE 12:56
I contributi del piano Transizione 4.0, le politiche industriali di filiera e internazionalizzazione, gli interventi per l’innovazione del settore agricolo e alimentare, il sostegno alla digitalizzazione della logistica e ancora il supporto all’imprenditoria femminile e under 35. La macchina del Piano nazionale di ripresa e resilienza si è messa in moto da tempo, ma la partita dell’innovazione digitale del Sistema Italia è ancora tutta da giocare, soprattutto per il mondo delle imprese.
La digitalizzazione è uno dei pilastri del Pnrr, se non il pilastro con la P maiuscola assieme alla sostenibilità. Le iniziative introdotte sono numerose, anche se alcune spiccano sulle altre per dimensioni economiche e impatti potenziali. La prima è senza dubbio il Piano Transizione 4.0, che rappresenta l’evoluzione dell’originario Piano Industria 4.0 e del successivo Piano Impresa 4.0. Nell’ambito della Missione 1 - Componente 2 (“Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”) è stato previsto un investimento di oltre 13,3 miliardi di euro più altri 5,1 miliardi del Fondo complementare, con l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese incentivando gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta. L’intervento è articolato nei seguenti sub-investimenti: credito d’imposta per i beni strumentali materiali e beni immateriali 4.0 e non solo, credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo, e credito d’imposta per le attività di formazione.
Il credito d’imposta non è però l’unisco strumento previsto dal piano italiano. Si pensi ad esempio alle politiche industriali per le filiere e l’internazionalizzazione, che stanziano quasi 2 miliardi di euro a sostegno delle Pmi e dei sistemi industriali, da attivare con appositi contratti di sviluppo entro la fine del 2023. Altro esempio emblematico, seppur settoriale, è quello relativo agli interventi per l’innovazione di uno dei pilastri del Made in Italy, ossia il settore agricolo e alimentare. In questo caso l’obiettivo dichiarato, sostenuto da una dote di mezzo miliardo di euro, è promuovere la trasformazione del settore primario verso modelli di Agricoltura 4.0. Entro dicembre 2024 almeno 10mila imprese alimentari e agricole avranno un sostegno economico da investire nella digitalizzazione e innovazione dei macchinari, nella bio-economia e nell’economia circolare.
Di minor entità, ma altrettanto strategici, sono gli interventi per la digitalizzazione della catena logistica (250 milioni di euro per sostenere la dematerializzazione dei documenti, lo scambio in digitale di dati e informazioni attraverso la semplificazione delle procedure), gli investimenti sul sistema della proprietà industriale (30 milioni di euro per valorizzazione dei brevetti e dei titoli di proprietà intellettuale) o ancora il sostegno diretto all’imprenditori femminile e giovanile, tramite il Fondo Impresa Donna e il rafforzamento di alcune iniziative (tra cui Smart&Start, che sostiene startup e Pmi innovative). Contributi e incentivi accessibili partecipando gli avvisi pubblici e i bandi promossi dai soggetti attuatori (ad esempio, i ministeri competenti) o dalle amministrazioni centrali e locali. Oppure presentando istanze previste dai bandi e dalle normative (solo ed esclusivamente per via telematica tramite Spid, carta nazionale dei servizi e carta di identità elettronica).
Naturalmente è necessario il rispetto dei vari requisiti di finanziamento, che spaziano dal rispetto delle procedure di invio delle domande alla soddisfazione dei criteri selettivi, passando per la dimostrazione delle coperture. Le varie declinazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono consultabili sul sito www.italiadomani.gov.it, dove è possibile accedere anche al dettaglio dei bandi con scadenze e altre info utili.
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250 mln in ballo.
La piccola Circle gioca al tavolo con ottime carte
Pnrr, la partita digitale entra nel vivo: ecco i bandi per le imprese del futuro
di Andrea FrollàDal piano Transizione 4.0 all’imprenditoria femminile, dall’innovazione della logistica alle politiche di filiera. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spicca il ruolo della Pa, ma non manca il sostegno al settore privato
22 DICEMBRE 2022AGGIORNATO ALLE 12:56
I contributi del piano Transizione 4.0, le politiche industriali di filiera e internazionalizzazione, gli interventi per l’innovazione del settore agricolo e alimentare, il sostegno alla digitalizzazione della logistica e ancora il supporto all’imprenditoria femminile e under 35. La macchina del Piano nazionale di ripresa e resilienza si è messa in moto da tempo, ma la partita dell’innovazione digitale del Sistema Italia è ancora tutta da giocare, soprattutto per il mondo delle imprese.
La digitalizzazione è uno dei pilastri del Pnrr, se non il pilastro con la P maiuscola assieme alla sostenibilità. Le iniziative introdotte sono numerose, anche se alcune spiccano sulle altre per dimensioni economiche e impatti potenziali. La prima è senza dubbio il Piano Transizione 4.0, che rappresenta l’evoluzione dell’originario Piano Industria 4.0 e del successivo Piano Impresa 4.0. Nell’ambito della Missione 1 - Componente 2 (“Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”) è stato previsto un investimento di oltre 13,3 miliardi di euro più altri 5,1 miliardi del Fondo complementare, con l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese incentivando gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta. L’intervento è articolato nei seguenti sub-investimenti: credito d’imposta per i beni strumentali materiali e beni immateriali 4.0 e non solo, credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo, e credito d’imposta per le attività di formazione.
Il credito d’imposta non è però l’unisco strumento previsto dal piano italiano. Si pensi ad esempio alle politiche industriali per le filiere e l’internazionalizzazione, che stanziano quasi 2 miliardi di euro a sostegno delle Pmi e dei sistemi industriali, da attivare con appositi contratti di sviluppo entro la fine del 2023. Altro esempio emblematico, seppur settoriale, è quello relativo agli interventi per l’innovazione di uno dei pilastri del Made in Italy, ossia il settore agricolo e alimentare. In questo caso l’obiettivo dichiarato, sostenuto da una dote di mezzo miliardo di euro, è promuovere la trasformazione del settore primario verso modelli di Agricoltura 4.0. Entro dicembre 2024 almeno 10mila imprese alimentari e agricole avranno un sostegno economico da investire nella digitalizzazione e innovazione dei macchinari, nella bio-economia e nell’economia circolare.
Di minor entità, ma altrettanto strategici, sono gli interventi per la digitalizzazione della catena logistica (250 milioni di euro per sostenere la dematerializzazione dei documenti, lo scambio in digitale di dati e informazioni attraverso la semplificazione delle procedure), gli investimenti sul sistema della proprietà industriale (30 milioni di euro per valorizzazione dei brevetti e dei titoli di proprietà intellettuale) o ancora il sostegno diretto all’imprenditori femminile e giovanile, tramite il Fondo Impresa Donna e il rafforzamento di alcune iniziative (tra cui Smart&Start, che sostiene startup e Pmi innovative). Contributi e incentivi accessibili partecipando gli avvisi pubblici e i bandi promossi dai soggetti attuatori (ad esempio, i ministeri competenti) o dalle amministrazioni centrali e locali. Oppure presentando istanze previste dai bandi e dalle normative (solo ed esclusivamente per via telematica tramite Spid, carta nazionale dei servizi e carta di identità elettronica).
Naturalmente è necessario il rispetto dei vari requisiti di finanziamento, che spaziano dal rispetto delle procedure di invio delle domande alla soddisfazione dei criteri selettivi, passando per la dimostrazione delle coperture. Le varie declinazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono consultabili sul sito www.italiadomani.gov.it, dove è possibile accedere anche al dettaglio dei bandi con scadenze e altre info utili.
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250 mln in ballo.
La piccola Circle gioca al tavolo con ottime carte