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29.10.2022 – 12.49 – La rivoluzione digitale raggiunge il porto. Da dopodomani, lunedì 31 ottobre,
si posa la prima pietra per procedure di controllo doganale e accesso alle zone del porto più snelle, digitali e green. Addio carta e benvenuti ai codici a barre: tramite la piattaforma Sinfomar – già in uso nello scalo giuliano per l’informatizzazione di numerosi passaggi necessari al funzionamento del porto – l’Authority, gli spedizionieri, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle dogane e monopoli vogliono riuscire a snellire i tempi di attesa, digitalizzare e semplificare. Trieste si riscopre laboratorio digitale: la piattaforma di port community sistem è, nei fatti, un unicum triestino. In soldoni, i protagonisti della nuova digitalizzazione saranno gli spedizionieri, che si occuperanno di gestire e completare questa nuova procedura informatica. Gli autotrasportatori dovranno invece accertarsi di avere con sé il preavviso di arrivo in formato digitale o cartaceo prima dell’accesso al porto, verificando autonomamente, sempre all’interno del Sinfomar, che l’accesso alle aree portuali del proprio mezzo sia consentito. Il sistema viene introdotto dopo una lunga fase di test alla quale si è aggiunto un certosino lavoro di miglioramento in vista del lancio.
l segretario generale del porto di Trieste, Vittorio Torbianelli: “Fondamentale è stata la collaborazione con tutti gli attori coinvolti. Questo tipo di avanzamento digitale aumenta l’attrattività di uno scalo, certamente sono cose ineludibili: il futuro sarà sempre più automatizzato, le prenotazioni saranno online. Sarà un porto più evoluto”.
Ruolo centrale quello svolto dall’Agenzia delle dogane e monopoli, che mettendo a disposizione il proprio know-how – il sistema ADM italiano è tra i più avanzati in Europa – ha dato il via allo studio finalizzato alla digitalizzazione delle procedure doganali.
Il direttore regionale del Veneto e Friuli Venezia Giulia dell’ADM, Davide Bellosi: “L’introduzione del preavviso di arrivo digitalizzato è il punto di arrivo di un percorso piuttosto lungo e che inizia un paio di anni fa con un protocollo d’intesa tra ADM e l’Autorità di sistema portuale, che ha dato vita al percorso verso la digitalizzazione delle procedure doganali. Un progetto che riguarda tutto il sistema portuale italiano, voluto fortemente dal direttore generale Marcello Minenna”. Ma quali sono i benefici che un’introduzione del genere può portare? Si tratta innanzitutto di una forma di semplificazione per gli operatori, maggiore sicurezza e una piena tracciabilità della movimentazione della merce all’interno dell’ambito portuale”. Gli fa eco la direttrice dell’ufficio dogane di Trieste, la dottoressa Napolitano. “All’inizio potrà sembrare un’appesantimento della procedura – ammette – ma a regime consentirà l’ingresso delle merci in porto più tranquillamente”.
Dal canto proprio, la Guardia di Finanza “auspica sempre a una digitalizzazione – confessa Pierdonato Vitale, comandante del secondo gruppo della GDF di Trieste – perché il dato digitale permette un numero inferiore di alterazioni documentali. Con questa procedura si velocizza l’acquisizione dei dati: il finanziere si vede presentare un codice a barre e lo scansiona con una pistola acquisendo la documentazione. Se tutti in dati immessi dagli spedizionieri e dalle società corrispondono con una semplice spunta si segnala che la procedura è regolare”.
Inevitabili saranno però dei piccoli rallentamenti nelle primissime fasi dell’introduzione del nuovo metodo. È per questo che è stata istituita una zona buffer dove il mezzo potrà essere dirottato e sorvegliato temporaneamente mentre gli altri automezzi scorrono velocemente.
Il presidente dell’associazione degli spedizionieri, Stefano Visintin, rappresenta la categoria che verrà più coinvolta da questo passaggio fondamentale. “A chi piace la carta? – si interroga Visintin – A nessuno di noi. Non è una cosa campata per aria: aspetto importante è che lo strumento informatico Sinfomar è uno strumento pubblico di proprietà dell’Authority quindi garantisce sicurezza dei dati e riservatezza. I dati non verranno utilizzati per altri scopi”. Per l’autorità portuale – rappresentata oggi anche dal dirigente della direzione infrastrutture ferroviarie e stradali dell’Authority, Paolo Crescienzi, l’ingegnere Valentina Boschian e Dean Novel, responsabile della viabilità operativa – si tratta del raggiungimento di un obiettivo di tappa.
L’obiettivo finale è quello di gestire l’intero porto di Trieste attraverso il sistema pubblico Sinfomar. Condiviso anche un piano di mitigazione delle criticità che prevede diversi scenari di reazione su diversi livelli.
mb.r