ETF Nasdaq 100 con “cedole virtuali” (tramite take profit e senza stop loss)
Se può essere utile per offrire qualche spunto di riflessione riporto la mia esperienza negli ultimi anni sull’ETF Nasdaq 100 di iShares (ticker CSNDX). Ho appena pubblicato questo post anche in un’altra discussione (“ETF sul Nasdaq per il futuro!”) ma per completezza lo duplico anche qui.
Premetto che fino al 2015 non avevo mai acquistato azioni o titoli di altra natura. I miei investimenti erano tutti a capitale garantito (conti deposito, polizze ramo I, fondo pensione con comparto assicurativo) e non avevo alcuna propensione al rischio.
Per i 3 anni successivi, in maniera saltuaria e solo per fare esperienza, ho acquistato e venduto nell’arco di settimane o mesi vari titoli (ETF, ETP, azioni del FTSE MIB, ecc.) per importi variabili da centinaia di euro a max 20K. Infine ho chiuso tutte le posizioni e ho deciso di investire un pò di più ma nel modo più semplice possibile, con un solo titolo.
Ad agosto del 2018 ho investito 50K sull’ETF Nasdaq 100, acquistando 141 quote a 355€, dopodichè ho utilizzato il seguente approccio:
1) ogni primo giorno del mese inserisco un ordine con validità di 30 giorni, per la vendita di 3 o 4 quote (“cedola virtuale”) ad un prezzo calcolato in modo da farlo eseguire quando il valore netto delle quote residue nel portafoglio tornerebbe uguale ai 50K dell’investimento iniziale
2) in caso di vendita delle suddette quote (quando si verificano le condizioni indicate sopra) inserisco un ordine con lo stesso schema, sempre con validità a fine mese
3) non controllo mai il valore della quotazione nel corso del mese e non compio mai nessuna azione in caso di sua riduzione
In sintesi, si interviene solo quando si riceve la notifica dell’avvenuta vendita (oppure il primo giorno di ogni mese) per inserire un nuovo ordine fino alla fine del mese.
Questo approccio aveva i seguenti obiettivi:
- contenere il rischio di perdite nel limite che mi ero prefisso
- essere semplice e semi-automatico
- evitare di dedicare tempo ed energie a controllare l’andamento del titolo
- evitare azioni di bilanciamento per i portafogli lazy
- evitare strategie tipo buy & hold, ecc.
- cercare di ottenere un flusso di “cedole virtuali” grazie alla vendita di 3-4 quote per ogni ordine che soddisfa il criterio che ho descritto
Prima di iniziare avevo cercato di studiare quanto accaduto in passato al Nasdaq, in particolare con la bolla internet esplosa a marzo 2000 che avrebbe dovuto scoraggiare qualunque principiante (quale io ero e sono tuttora). Ma in quella occasione ci fu una proliferazione di dot.com, venute fuori dal nulla (oltre che enormemente sopravvalutate).
Negli ultimi anni la composizione percentuale del Nasdaq 100 ha prodotto limitate oscillazioni tra i suoi top contributor (Microsoft 10%, Apple 10%, Amazon 8%, Google/Alphabet 8%, ecc.) ma sta crescendo rapidamente Tesla (al 6% con +200% nell’ultimo anno).
Molti colossi tecnologici hanno un P/E compreso tra 25 e 40, per Amazon è 70, mentre TESLA supera i 300.
Basterebbero queste valutazioni per capire perché molti analisti raccomandano di limitare gli investimenti sul Nasdaq.
Con il mio approccio non ho ovviamente creato nulla di rivoluzionario ma il meccanismo delle “cedole virtuali” (basate su take profit e nessun stop loss) consente di mitigare gli effetti di eventuali futuri crolli del titolo se si riesce prima a mettere fieno in cascina.
Risultati da agosto 2018 a novembre 2021:
- 19 ordini di vendita eseguiti (“cedole virtuali”) con 1.500-2.000€ di guadagno netto per vendita
- 33K netti guadagnati in poco più di 3 anni
- Periodo più lungo tra due vendite: 6 mesi
- Periodo più corto tra due vendite: 7 giorni
- Massima riduzione della quotazione: -25% (da 500€ a 380€ tra febbraio e marzo 2020)
- Portafoglio attuale con 73 quote residue (partendo da 141) e con valore di 50K
- Quotazione attuale di circa 800€ (partendo da 355€)
- Rendimento netto annuale (incasso annuale/50K): 12% nel 2019, 25% nel 2020, 25% nel 2021
Considerazioni finali (con il senno del poi …).
Rimpiango di non aver investito di più (100 o 150K) ma sono soddisfatto di aver puntato sul ETF Nasdaq 100 e non su altri, quali S&P 500, MCSI World, ecc. che restano comunque scelte valide a mio avviso.
Aggiungo però che, osservando oggi l’incremento del titolo, da 355€ a circa 800€ in poco più di 3 anni, se dovessi iniziare ora ad utilizzare l’approccio che ho descritto forse mi orienterei su un ETF più “tranquillo”.
Finora ho guadagnato più di quanto sperassi all’inizio, so che ciò è avvenuto per circostanze fortunate (e non per mia abilità) e che una piccola o grande bolla può sempre esplodere ma, il fieno in cascina che ho citato prima, pari a 33K su 50K investiti, dovrebbe attenuarne l’impatto.
Anche riguardo al timing di ingresso mi ritengo fortunato. La massima perdita che ho osservato quando ho inserito un nuovo ordine (-25% nella primavera 2020) non mi ha turbato più di tanto perché si è verificata quando il titolo era cresciuto abbastanza da oltre un anno e comunque il massimo ribasso non è mai andato sotto il PMC.
In caso contrario, se si apre la posizione, subito dopo si va sotto il PMC e lo si resta per diversi mesi, la tentazione di chiuderla potrebbe forse esserci.
E’ quanto accaduto due anni fa ad un mio amico a cui avevo riferito ciò che facevo: ha poi investito 100K con la quotazione a 500€ ma anziché auto-imporsi di dimenticarsene per un mese ne controllava invece ogni ora l’andamento, non ha gestito lo stress e ha deciso di uscire dopo alcune settimane, chiudendo in perdita e dichiarando che mai più avrebbe fatto questi investimenti. Ora che siamo a 800€ evito di ricordargli l’occasione che ha perso ma è anche vero che la bolla è dietro l’angolo e spero che non mi faccia precipitare sotto il mio PMC di 355€ (e che Tesla non esageri…).