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Gian Piero Motti fan
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Guarda Angelo che lo scopo della tua ricerca è encomiabile, ma rischi di finire in un ginepraio di dati ed elementi che sono spesso, volutamente, mescolati come le carte di un mazzo.
Dati economici e borse non si parlano più da molto tempo. E quando decidono di farlo, il confronto è impietoso: l’economia non viaggia con i ritmi della finanza. Cercare di dare una spiegazione a certi economici usando la sponda dei mercati finanziari, con la consapevolezza che i dati economici sono totalmente asincroni rispetto ai secondi, è un esercizio che stressa il sistema nervoso, che poi, in fondo, è quello sul quale i mercati finanziari scommettono: la capacità di contrastare nel tempo situazioni di stress economico.
E’ un po’ come se, idealmente, rappresentassimo mercati ed economie su uno stesso piano orbitale: siamo tutti parte dello stesso sistema solare, le singole economie sono come i pianeti che ruotano tutti attorno al sole, che altro non è che la stella luminosa delle banche centrali. Ogni economia ruota attorno al sole ad una velocità autonoma, distinta dalle altre, ma nonostante il sole diffonda equamente la luce in tutte le direzioni, questa arriva con tempi e dosi diverse ai singoli pianeti. Il Sole continua a produrre energia come fonte primaria, ma un po’ si disperde, un po’ è energia tossica, un po’ è energia vitale, un po’ arriva tardi, un po’ viene male impiegata etc etc etc. La possibilità, quindi, che si crei una situazione di perfetto allineamento fra Sole e pianeti (mercati ed economie), è remota quanto le eclissi. E non a caso, quando si verifica questo allineamento, succedono casini, al pari delle eclissi: tutta l’energia diffusa non viene più trasmessa ed anzi, viene percepita per quello che è, ossia una semplice manifestazione di luminosità apparente.
Io non diffonderei, più, nemmeno i dati economici: tanto ormai sono solo pretesti per confondere quelle che sarebbero conclusioni più che razionali. Però il mercato è il mercato e l’economia è l’economia: bisogna essere abbastanza allenati e consapevoli che quando capita, è necessario saper scendere al volo dalla giostra in movimento ed al contempo resistere alla nausea durante l'accelerazione circolare.
Io però vorrei capire perché da un lato si dice e ridice che finanza ed economia sono scollati, e poi però stanno tutti sempre ad aspettare il dato dell'economia reale, come ad esempio appunto quello della disoccupazione, che più reale non si potrebbe.
E a quel punto se il dato conta però a senso unico, cioè solo per salire.
Se ci fosse il citato scollamento, questa fervida attesa (e s maggior ragione l'ancor più fervida reazione) non avrebbe dovuto esserci.
In parole povere, il dato dell'economia reale - qualsiasi fosse stato- non avrebbe dovuto contare un tubo, e quindi essere ignorato.
Per cui di che scollamento parliamo ? Di qualcosa che va a corrente alternata ?
E poi un'altra cosa non ho mai capito, questo giochino delle attese.
Come si fa a dichiarare attese catastrofiche e allo stesso tempo arrivare all'appuntamento con la verità con indici tirati come corde di violino ?
Come si fa a dire di aspettarsi il disastro MENTRE si compera (e i prezzi lo comprovano) come se si fosse invece nel migliore dei mondi possibili ? Se un comune mortale si aspetta il peggio, in attesa di sapere se sarà davvero così semmai vende, non certo compra.
E il bello è che poi con attese "migliori" di quelle catastrofiche...si compra ancora.
E non ci sono alluvioni di denaro della Fed o tassi a zero che possano giustificare ciò, a meno di dichiarare ufficialmente una volta per tutte - ed esplicitamente - che ora comprare una qualsiasi azione non equivale più a comprare un frammento di azienda, della sua redditività e delle sue prospettive, bensì nient'altro che una "dose" del pusher Fed.
In Usa siamo ai livelli di fine 2019, ossia dove si era al termine di intero anno simile alla cavalcata delle valchirie. Quando il virus (e tutte le sue conseguenze) neppure esistevano...
P.s. cmq a scanso di equivoci, di tutta questa questione ne chiacchiero ma concretamente non me ne può fregar di meno. C'è un grande vantaggio che nessun mercato, neppure il più manipolato, potrà mai togliere a chi lo ha : il fatto di non averne bisogno.
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