Gatto "Technoking" & Volpe "Master of Coin"

  • 28-03-2023 ANNUNCIO: È da oggi disponibile il nuovo numero di “Le opportunità in Borsa”, la newsletter settimanale dedicata a consulenti finanziari ed esperti di Borsa.

    La Federal Reserve ha alzato i tassi di 25 punti base, portandoli sui massimi dal 2007 al range 4,75-5% e segnalando che l’inflazione rimane troppo elevata. Powell ha rassicurato sulla solidità delle banche statunitensi, mentre il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, dopo gli iniziali dubbi ha parzialmente aperto alla tutela dei depositi anche sopra 250.000 dollari in caso di fallimenti. I timori sulla resilienza degli istituti di credito si sono spostati dagli Usa all’Europa, colpendo nella giornata di venerdì soprattutto la tedesca Deutsche Bank. Successivamente è tornata la calma sui mercati, consentendo di registrare performance positive nelle ultime cinque sedute.
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vegar

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Ho indovinato.
Molti ingenuotti credono che a dicembre i mercati finanziari seguano, o meglio anticipino il comportamento, dell'economia.
Altri ingenuotti credono all'effetto Babbo Natale, perche' le statistiche che ci vengono riportate dai soloni che praticano la "numerologia" dicono che e' probabile che si verifichi un rialzo a dicembre.
In realta' i mercati finanziari a dicembre vivono in buona parte dalle aspettative di bonus a fine anno dei grandi gestori professionisti.
Piuttosto che un uovo incerto essi preferiscono la gallina sicura l'anno prossimo.
Dopo Fed e BCE era evidente che i mercati non potevano più salire. Adesso vediamo quando si fermano...
 

csm

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28/12/2022 20:25 - Morningstar​

Perché mancano i farmaci: un'analisi economico-finanziaria​

{0}
Foto di Myriam Zilles - Unsplash
L’influenza “australiana” sta colpendo molti italiani, con febbre alta, tosse, mal di testa, debolezza e dolori muscolari. Secondo l’ultimo rapporto InfluNet dell’Istituto superiore di sanità, l’incidenza è pari a 15 casi ogni mille assistiti, che coincide con una “fascia di intensità alta” (al 18 dicembre).
Quest’anno, per i malati c’è un problema in più: trovare i medicinali. L’ultimo bollettino dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) riporta la carenza di oltre 3 mila farmaci, di cui 554 per problemi produttivi e distributivi, elevata richiesta, discontinuità nelle forniture e ridotta disponibilità (al 23 dicembre 2022).
Naturalmente non tutti questi farmaci servono per curare l’influenza, tuttavia il campanello d’allarme per la mancanza di medicinali è già suonato. Non solo in Italia.
Secondo DBRS Morningstar, alla fine di settembre 2022, solo negli Stati Uniti c'erano 260 carenze di farmaci. Allo stesso modo in Canada, la scarsa disponibilità si è estesa a quelli per il dolore e la febbre dei bambini. La situazione è simile in Europa, con il governo del Regno Unito che ha emesso diverse notifiche di carenza di farmaci, tra cui alcuni trattamenti per il cancro alla prostata. In Irlanda, Medicines for Ireland, organizzazione sanitaria nazionale, ha recentemente elencato 186 medicinali come scarseggianti a causa dei crescenti problemi della catena di approvvigionamento globale. In Romania, più di 2.000 medicinali sono scomparsi dal mercato e in Belgio uno su cinque farmaci disponibili l'anno scorso non lo è più.
Perché mancano i farmaci
I problemi alle catene di approvvigionamento, che interessano anche altri settori come l’energetico, i semiconduttori e l’auto, stanno pesando sull’industria farmaceutica e potrebbero perdurare nel 2023 e oltre.
L’attuale quadro macroeconomico, le tensioni geopolitiche, le nuove ondate di Covid-19 e le misure in Cina per contenerle, l’influenza stagionale a livelli record, le sanzioni commerciali contro la Russia e i prezzi elevati dell'energia hanno messo a dura prova le catene di approvvigionamento dell'industria farmaceutica a livello globale.
I ricercatori di DBRS Morningstar hanno individuato quattro grandi criticità nel settore:
1) I colli di bottiglia nelle materie prime
2) La pesante dipendenza dall’estero
3) I costi e le difficoltà a riportare in patria le produzioni
4) L’esitazione dei produttori di farmaci ad intraprendere i necessari investimenti
1) I colli di bottiglia nelle materie prime
“I produttori di principi attivi farmaceutici (API), ossia delle materie prime farmacologicamente attive alla base dei medicinali, stanno affrontando un aumento dei costi a causa dei loro impianti di produzione ad alta intensità energetica”, dice Vikas Munjal, Vice President del team di ricerca su retail, beni di consumo e comunicazioni di DBRS Morningstar. “Ciò ha costretto alcune aziende a ridurre le attività, amplificando i problemi di approvvigionamento. Un rapporto del produttore di farmaci, Teva Pharmaceutical Industries Limited (Teva), spiega che la recente carenza del farmaco contro il cancro al seno, il tamoxifene, in Europa era dovuta alla chiusura di un impianto, poiché la struttura era diventata economicamente non redditizia. Inoltre, le spese energetiche elevate hanno portato molti produttori di farmaci generici europei a basso margine a cercare località alternative dopo l'invasione russa dell'Ucraina”.
2) La pesante dipendenza dall’estero
Molti ricorderanno la difficoltà a trovare le mascherine quando è scoppiata la pandemia in Italia, perché dipendevamo largamente dall’estero. Ma le mascherine sono solo uno degli esempi dei rischi associati alla forte dipendenza dall’estero per i prodotti di cura della salute. “Nel corso degli anni, la maggior parte delle aziende farmaceutiche ha esternalizzato la produzione di medicine e API in regioni a basso costo di produzione, principalmente in India e Cina. Inoltre, i big del pharma, tra cui Johnson & Johnson, AstraZeneca, Pfizer, Novartis e GSK, hanno ceduto asset non strategici per concentrarsi sul loro portafoglio di prodotti core”, si legge nel report di DBRS Morningstar. Il risultato è che blocchi e chiusure in queste regioni possono compromettere le forniture nei paesi occidentali.
“In Europa, ci sono attualmente 93 API, per le quali, però, nessuna azienda europea detiene le autorizzazioni normative per la produzione”, esemplifica Munjal.
La mappa delle forniture di medicine
{1}
3) I costi e le difficoltà a riportare in patria le produzioni

Proprio come sta accadendo in Europa per l’approvvigionamento energetico, anche nel settore farmaceutico i governi in tutto il globo vorrebbero rendersi più indipendenti. Ma la strada è in salita, perché costruire nuovi stabilimenti in loco richiede investimenti, tempi lunghi, infrastrutture e cambiamenti lungo la catena di fornitura che non avvengono dall’oggi al domani. Poi c’è il problema della mancanza di personale, che sta già mettendo in difficoltà i produttori dell’Eurozona. Infine, i processi autorizzativi sono rigorosi e complessi in molte parti del mondo.
4) L’esitazione dei produttori di farmaci ad intraprendere i necessari investimenti
L’industria farmaceutica ragiona come tutte le altre: con tassi di interesse in rialzo e l’inflazione alle stelle esita a fare nuovi investimenti.
“Il settore richiede investimenti cospicui sia nella ricerca sia nelle infrastrutture. Tuttavia, oggi i rischi sono significativi e dissuadono dal farli”, si legge nel report di DBRS Morningstar. “Anche per quelle aziende che non si fanno spaventare dall’alto costo del capitale causato dagli elevati tassi di interesse, significativi investimenti a leva nelle catene di approvvigionamento, che non riescano a generare i rendimenti attesi, potrebbero comportare un aumento dell’indebitamento con conseguenze sulla solidità finanziaria”.
L’inflazione rappresenta un altro freno. Al di fuori degli Stati Uniti, i prezzi sono soggetti a meccanismi di controllo governativo, per cui c'è una capacità limitata di trasferire i costi più elevati sui consumatori finali e le autorità internazionali sono lente nell’adeguare i prezzi. “Se da un lato, la carenza globale di farmaci-chiave ha comportato aumenti di prezzo significativi per alcuni di essi, dall’altro, il controllo pubblico su questo settore ha solitamente rallentato il tasso medio di aumento dei prezzi di listino per diverse aree terapeutiche. Pertanto, l'aumento complessivo dei prezzi dei farmaci è in ritardo rispetto agli attuali tassi di inflazione nei principali mercati”, afferma Munjal.
Cosa significa per gli investitori
Secondo i ricercatori di DBRS Morningstar, questa situazione durerà nel tempo e potrebbe incidere negativamente sui margini operativi delle aziende e sul loro profilo di rischio creditizio. Questo vale soprattutto per i produttori di piccole e medie dimensioni.
Nel 2022, il settore farmaceutico ha avuto un andamento negativo in Borsa, ma migliore del mercato nel suo complesso. L’indice Morningstar global healthcare ha perso poco più del 2% in euro, contro il -12,4% del paniere azionario globale (per effetto del rapporto di cambio, le performance in dollari sono molto più negative).


“Pensiamo che la natura difensiva e relativamente sicura dei titoli dell’healthcare spieghi le minori perdite del settore”, si legge nell’ultimo report degli analisti azionari di Morningstar (fine settembre 2022). “Per quanto riguarda i pericoli di recessione, è bene ricordare che la domanda di medicinali è relativamente anaelastica e quindi risente meno delle battute d’arresto dell’economia”.
“Consideriamo i titoli leggermente sottovalutati in base alla nostra metodologia, con un rapporto prezzo/fair value di 0,94”, continuano i ricercatori di Morningstar. “Il segmento biofarmaceutico è quello più a sconto e con il maggior potenziale di crescita”.
 

P.A.T.

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Grazie per il contributo.
Io rimango interdetto su quanto poco valga Garofalo Health Care in borsa, ma deve esserci qualche problematica grossa a livello di rimborso di accrediti per prestazioni sanitarie oppure un coinvolgimento serio nella vicenda incresciosa del pay back.
Per questa incertezza non incremento le posizioni.
Ho incrementato invece Diasorin, che potrebbe essere coinvolta nel riacutizzarsi del Covid dalla Cina.
 

vegar

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Grazie per il contributo.
Io rimango interdetto su quanto poco valga Garofalo Health Care in borsa, ma deve esserci qualche problematica grossa a livello di rimborso di accrediti per prestazioni sanitarie oppure un coinvolgimento serio nella vicenda incresciosa del pay back.
Per questa incertezza non incremento le posizioni.
Ho incrementato invece Diasorin, che potrebbe essere coinvolta nel riacutizzarsi del Covid dalla Cina.
La proprietaria fino a qualche mese fa acquistava azioni ogni settimana.
 

P.A.T.

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Mentre tutti gli anni in cui praticavo il Turn of Year (ed e' almeno una ventina d'anni che pratico una strategia di fine anno) spesso mi trovavo a dover sopportare la volatilita' del 31, in cui l'Italia era chiusa e gli Usa aperti, quest'anno accadra' il contrario: il 2 gennaio noi saremmo aperti, mentre gli Usa chiusi. Quindi provo un TOY pesante (per modo di dire...) in direzione LONG
 

P.A.T.

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Seguite voi i consigli a pagamento di Zibardi & Ungher ... :D
 

vegar

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Seguite voi i consigli a pagamento di Zibardi & Ungher ... :D
La domanda adesso però è: favorendo corruzione ed evasione ( in questi 3 mesi ho visto: rialzo tetto contante, norma pos poi bocciata, 12 condoni in finanziaria, cancellazione tra i reati ostativi quelli commessi contro la PA, stanno iniziando a demolire la spazzacorrotti, già parlano di depotenziare le intercettazioni ) tra quanto tempo inizierà il crollo?
 

P.A.T.

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Secondo me in caso di scenari politici catastrofici i mercati apprezzerebbero il sicuro ritorno di Draghi
 

csm

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Diasorin mi sembra un po' troppo sotto pressione, presa qualcuna a 123.85


riporto indicazioni Equita 2 gennaio 2023

DIASORIN (BUY): Milano Finanza di sabato riporta un’intervista al CFO di DiaSorin
Pergiorgio Pedron con messaggi in continuità con recenti indicazioni:
- 2023: le opportunità principali del gruppo sono: 1) Nordamerica (>50% di
fatturato di gruppo): obiettivo è penetrare ulteriormente il mercato ospedaliero
e sfruttare le sinergie di ricavo dall’acquisizione di Luminex; 2) MeMed (test per
la diagnosi differenziale infezione batterica e virale già approvato da FDA e con
marchio CE); 3) Europa: crescita della basa installata di analizzatori. Per quanto
riguarda il mercato cinese (oggi <5% del fatturato di gruppo), la visibilità rimane
ancora limitata;
- 2022: anno positivo per lo sviluppo dei progetti strategici annunciati nel business
plan presentato a dicembre 2021. Il business ex-Covid è cresciuto guidato dal
mercato nordamericano (efficace la strategia di espansione in ambito ospedaliero).
Soddisfacente anche la performance in Europa grazia all`immunodiagnostica e al
contributo di Luminex. Rimane negativo il trend in Cina;
- MeMed: il gruppo ha recentemente lanciato il test Liaison MeMed BV che
svolgerà un ruolo importante nel contrasto al fenomeno dell’antibiotico
resistenza. La sfida attuale è valorizzare l’evidenza clinica del test così che venga
adottato su larga scala in ambito ospedaliero;
- Diagnostica PoC: ribadita importanza del trend di decentralizzazione della
diagnostica con DIA pronta a beneficiarne con il lancio della piattaforma Liaison
NES (destinata alle farmacie soprattutto americane) che permetterà di eseguire
test molecolari low-plex in meno di 15 minuti.

L’IDEA DELLA SETTIMANA
La valutazione fondamentale ci porta a raccomandare l’acquisto di DiaSorin.
Riteniamo il titolo si interessante sulla base dei seguenti punti:
- La qualità del titolo in un mercato strutturalmente in crescita (e meno impattato
dalle dinamiche macro/inflazionistiche) e con un team manageriale outstanding;
- Il miglioramento del profilo di rischio dopo l'acquisizione di Luminex grazie a una
maggiore diversificazione del business con una più ampia esposizione alla
diagnostica molecolare che ha interessanti prospettive di crescita (a doppia cifra);
- Una pipeline ricca di prodotti innovativi che migliora la visibilità del profilo di
crescita del gruppo e offre un potenziale upside sulle nostre stime.
Inoltre, le valutazioni attuali rimangono particolarmente interessanti: 2023E-24E PE adj. =
24x-21x e EV/EBITDA = 16x-14x, considerando il profilo di crescita e di rischio della società.
Valutazione fondamentale: € 155.
 

P.A.T.

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zeiss non segue per nulla oggi i crolli dei suoi peers oltreoceano, tra cui Intuitive e Medtronic
 

csm

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payback sui dispositivi medici



Come anticipato nei giorni scorsi, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare oggi un decreto legge che posticipa il pagamento del payback sui dispositivi medici a fine aprile dalla scadenza attuale di metà gennaio. Con questa decisione, il Governo prende tempo per trovare con la pubblicazione del Def (atteso ad inizio aprile) eventuali coperture (parziali/totali) sui 2.2 bn di richieste avanzate dalle Regione alle società del settore biomedicale. Inoltre, la proroga è utile per verificare la decisione dei TAR sui ricorsi presentati da numerose aziende del biomedicale.
Ricordiamo che il meccanismo del payback dei dispositivi sanitari era stato introdotto dal governo Draghi nel Dl Aiuti Bis e riguarda il ripianamento dello sforamento della spesa sanitaria fatta dagli ospedali italiani nel periodo 2015-2018. In particolare, il meccanismo richiede che le aziende del biomedicale restituiscano alle Regioni 2.2 bn pari al 50% dello sforamento della spesa sanitaria nel periodo 2015-2018.

Riteniamo importante il commitment del Governo a trovare una soluzione a questo meccanismo
 

P.A.T.

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sell zeiss 131 comprero titoli usa intuitive e medtronic perche zeiss non potra non risentire dell'effetto cambio passato da 0,96 a 1,07
resto con 330 zeiss
 

vegar

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sell zeiss 131 comprero titoli usa intuitive e medtronic perche zeiss non potra non risentire dell'effetto cambio passato da 0,96 a 1,07
resto con 330 zeiss
Io aspetterei domani i dati sull'inflazione USA. Il mercato del lavoro è rimasto molto forte ( anche se il dato sui salari medi orari ha continuato a scendere ) e quindi non sono molto sicuro che l'inflazione centrerà i dati attesi ( 6,5 l'IPC, 5,7 il dato core ). Nel caso di Intuitive quindi presumo che in caso di dati negativi il calo di oggi sia solo una parte della correzione.
 

P.A.T.

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Oggi e' da far cosi' secondo me: provare a mettere prima dei dati Usa 1 Fib (mini o micro future) long ed uno short a 150 punti dal prezzo 14:25 e 2 long + due short a 250 punti.

L'altra volta in occasione sul dato dell'inflazione Usa aveva funzionato: preso lo short, sospeso e riaperto 100 punti in basso.

Ciao F
 

vegar

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Oggi e' da far cosi' secondo me: provare a mettere prima dei dati Usa 1 Fib (mini o micro future) long ed uno short a 150 punti dal prezzo 14:25 e 2 long + due short a 250 punti.

L'altra volta in occasione sul dato dell'inflazione Usa aveva funzionato: preso lo short, sospeso e riaperto 100 punti in basso.

Ciao F
Oggi subito dopo l'uscita dei dati candelone in giù e poi in su...poi in giornata sulla stessa falsariga altro candelone giù ed adesso verdi. Macchinette infernali :cool:
 

P.A.T.

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Al mercato non piacciono i risultati - in aumento - di JP Morgan, i cui titoli vengono penalizzati del 2%
Evidentemente anche Tesla ha avuto il suo peso, con la decisione di Musk di fare "fessi" tutti coloro che hanno ritirato l'auto di recente senza dare un buono anche a loro per il ribasso comunicato oggi e che sarebbe stata una mossa etica per fidelizzare la clientela.

Che Musk si vergogni... dire oggi che i prezzi erano "esageratamente alti" dei suoi catorci in similpelle
 

P.A.T.

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"In Italia, i prezzi della Model 3 sono stati ridotti tra l’11% e il 22%. I prezzi della Model Y sono stati ridotti tra il 6% e il 18%."