Il sistema pensionistico italiano esisterà ancora fra 20 anni?

  • Ecco la 65° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana ha prevalso il sentiment positivo sui principali listini internazionali, in un clima di rinnovata propensione al rischio con l’attenuarsi dei rischi geopolitici, mentre l’attenzione torna a focalizzarsi sui dati macro e sugli utili societari. Gli operatori hanno seguito da vicino le trimestrali delle big tech americane (5 titoli dei Magnifici 7). I conti di Tesla hanno deluso le aspettative ma il titolo è balzato in scia alla promessa di nuovi veicoli elettrici più economici. I risultati solidi di Microsoft e Alphabet hanno poi spinto l’indice S&P 500 a registrare la sua settimana migliore da novembre 2023. Per continuare a leggere visita il link

Il problema non è soltanto lo stato attuale delle cose che è poco sostenibile ma anche che il sistema in sé per come è congeniato praticamente incentiva potenziali lavoratori a rimanere volutamente fuori dal sistema avendone solo che da guadagnare.

Se sei in regola vieni tassato pesantemente e otterrai una pensione scarsa, se invece sei un fantasma tieni tutto quello che guadagni ed in ogni caso avrai diritto ad una pensione minima non molto inferiore a quelle dei contribuenti.
 
Il problema non è soltanto lo stato attuale delle cose che è poco sostenibile ma anche che il sistema in sé per come è congeniato praticamente incentiva potenziali lavoratori a rimanere volutamente fuori dal sistema avendone solo che da guadagnare.

Se sei in regola vieni tassato pesantemente e otterrai una pensione scarsa, se invece sei un fantasma tieni tutto quello che guadagni ed in ogni caso avrai diritto ad una pensione minima non molto inferiore a quelle dei contribuenti.

Questo discorso della pensione minima è stato vero in questi anni, sarà vero per i prossimi anni, ma occhio che tra un po' di anni (oltre 10) dovremo far quadrare i conti e probabilmente le pensioni minime diventeranno veramente da fame.
 
Se:

. non cresce: il PIL,
. non diminuisce il divario con il PIL potenziale
. non si sposta in avanti l'età pensionabile
. non si interviene subito sulla demografia
. non c'è un'idea di futuro prossimo venturo
. non diminuisce il deficit strutturale fino ad azzerarlo
. non troviamo un ceto politico che ci spieghi chè fare,senza cacciar balle da dx da six e dal centro,fottuti siamo,siete o sarete.
 
Vista la situazione non si potrebbe approfittare per ridurre il limite di età e riportarlo a 65 anni?
 
Non basta più ormai, minimo 67 senza escluder un 68 per entrambi i sessi.

Il problema non e' solo l' età,il problema con il contributivo e con il PIL che non cresce e' l'importo misero dell' Inps.
 
Visto che nei prossimi anni si approssimeranno al pensionamento anche i "figli del baby-boom degli anni ’60" (e le generazioni più giovani che dovranno pagare i contributi si assottiglieranno sempre di più), indubbiamente occorre una brusca sterzata per far sì che la previdenza sociale pubblica esista ancora in Italia anche in futuro.

Però, visto che il calcolo contributivo (anziché retributivo) trova sempre maggiore spazio nei meccanismi di calcolo delle future rendite, anziché aumentare ancora l’età pensionabile (per la generalità delle persone che dovranno essere messe in quiescenza negli anni a venire), probabilmente sarebbe più ragionevole:
- abolire immediatamete la cosiddetta “quota 100”;
- abolire sùbito il reddito di cittadinanza (ahimè troppo spesso pagato a chi -in realtà- fa un secondo lavoro a nero o -comunque- a persone a cui i “navigator” hanno potuto fare ben poco sia in termini di formazione che in termini di aiuto alla ricerca di un nuovo lavoro): è un esperimento carissimo per le casse dello Stato e -almeno per adesso- fallito; c'era stato il REI che poteva sopperire in parte alle situazioni di maggior disagio sociale senza però arrivare a concedere ad un numero notevolissimo di persone una "rendita" che altri paesi (economicamente "messi meglio") mai si sognerebbero di dare;
- censire tutte quelle persone che hanno in corso (da tantissimi anni) un trattamento pensionistico, magari anche generoso, e disporre per loro di un contributo obbligatorio di solidarietà proporzionale alla rendita percepita: è vero che non si può certo punire chi ha approfittato di una legge dello Stato regolarmente approvata ma, viste le condizioni generali fortemente mutate, si può comunque imporre un contributo di solidarietà dato che -almeno in linea di principio costituzionale- i cittadini dovrebbero essere trattati con criteri di maggior uguaglianza possibile (con buona pace dei cosiddetti “diritti acquisiti” che, prima di arrivare al default dell’INPS-con le terribili conseguenze che potrebbero derivarne per milioni e milioni di persone, possono essere toccati se ci fosse la volontà politica di farlo)

Ovvio che non si tratta di scelte facili o popolari, ma -se non si fa così- tra qualche anno o si sposta l'età pensionabile tra i 75 e gli 80 per la generalità dei futuri pensionandi (della serie: si esce dal lavoro già con il pannolone e si va in ospedale direttamente o in una residenza sanitaria assistita) oppure bisognerà operare qualche scelta dolorosa che però non potrà ulteriormente gravare su settori dell'economia produttiva o sulle famiglie
 
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Dici?
100M vanno via di sole pensioni retributive, fai te. E la politica fa tutto in funzione degli anziani(che sono la maggioranza).... infatti in questo paese non si cambia nulla perchè i vecchi vogliono morire con i loro diritti acquisiti e con i loro 4.000 miliardi di patrimonio privato RUBATI allo Stato.
Ah.... buttarla nel benaltrismo è cosa corretta?


il futuro del sistema pensionistico italiano dipende sempre di piu' dagli extracomunitari che molti italiani non vogliono

l'ignoranza dell'italiano medio e' senza fondo
 
Anche secondo me il dubbio è legittimo. Il sistema è in perdita ed è profondamente ineguale. Invece di aumentare tasse o età pensionabile per tenere in piedi un sistema fallimentare , non sarebbe meglio ripensare un nuovo tipo di welfare? Almeno cominciare a buttare giu qualche bozza
 
Non basta più ormai, minimo 67 senza escluder un 68 per entrambi i sessi.

Ci sono diritti non negoziabili qualunque sia il prezzo da pagare.
Sarebbe come dire che per non fallire dobbiamo mandare i bambini di dieci anni a lavorare. I bambini non devono lavorare a prescindere.
Stessa cosa per alcune categorie di lavoratori. Anzi sará opportuno abbassarla ancora, per alcuni lavori.

Lo dico con affetto, ma forse voi non avete ben compreso cosa vuol dire lavorare a 65 anni in una catena di montaggio, in una fabbrica, come magazziniere, ecc..

Chi vuole DEVE poter andare in pensione presto. Chi invece é ancora in forma facesse il carpentiere fino a 70 anni, ha la mia stima e la mia gratitudine. Ma deve essere una scelta, non una imposizione.

Anche perché, visto il tema così delicato, capirei che si toccassero i lavoratori DOPO che si é fatto tutto il resto.

Della serie: ho licenziato il 30% degli statali, ho eliminato gli sprechi, la corruzione, l'evasione, ma ancora non ce la faccio, allora io (lo stato) sono costretto a mandare la gente in fabbrica fino a 70 anni.. questo potrei anche capirlo..

Ma mandare la gente a sollevare pesi ed a spaccarsi le ossa a 67 anni (dopo che lo hanno fatto per 40 anni) e continuare con gli sprechi e le ruberie no, non puó essere accettato.

La cosa assurda é che se propongo di far cucire palloni da calcio a bambini di 10 anni come succede in Vietnam mi mandate in galera e mi prendete a calci, ma se dico che una persona di 67 anni deve stare in fabbrica a fare 8 ore al giorno movimenti ripetitivi, faticosi e che ti spaccano letteralmente in due, allora quello va bene. Ripigliatevi..
 
Per tacere del fatto che questi over65 al lavoro costano tanto alle aziende perché hanno le anzianità di carriera maturate ma sono meno produttivi per questioni di fisico o di capacità e uso di tecnologie.
 
Ci sono diritti non negoziabili qualunque sia il prezzo da pagare.
Sarebbe come dire che per non fallire dobbiamo mandare i bambini di dieci anni a lavorare. I bambini non devono lavorare a prescindere.
Stessa cosa per alcune categorie di lavoratori. Anzi sará opportuno abbassarla ancora, per alcuni lavori.

Lo dico con affetto, ma forse voi non avete ben compreso cosa vuol dire lavorare a 65 anni in una catena di montaggio, in una fabbrica, come magazziniere, ecc..

Chi vuole DEVE poter andare in pensione presto. Chi invece é ancora in forma facesse il carpentiere fino a 70 anni, ha la mia stima e la mia gratitudine. Ma deve essere una scelta, non una imposizione.

Anche perché, visto il tema così delicato, capirei che si toccassero i lavoratori DOPO che si é fatto tutto il resto.

Della serie: ho licenziato il 30% degli statali, ho eliminato gli sprechi, la corruzione, l'evasione, ma ancora non ce la faccio, allora io (lo stato) sono costretto a mandare la gente in fabbrica fino a 70 anni.. questo potrei anche capirlo..

Ma mandare la gente a sollevare pesi ed a spaccarsi le ossa a 67 anni (dopo che lo hanno fatto per 40 anni) e continuare con gli sprechi e le ruberie no, non puó essere accettato.

La cosa assurda é che se propongo di far cucire palloni da calcio a bambini di 10 anni come succede in Vietnam mi mandate in galera e mi prendete a calci, ma se dico che una persona di 67 anni deve stare in fabbrica a fare 8 ore al giorno movimenti ripetitivi, faticosi e che ti spaccano letteralmente in due, allora quello va bene. Ripigliatevi..

scusa il discorso in parte lo condivido ... però visto che sento spesso parlare del carpentiere fino a 70 anni, io di cantieri ne ho visti diversi ma di carpentieri oltre i 60 anni ne ho visti pochi ... ed erano tutti pensionati che lavoravano in nero, perchè la realtà e che la maggioranza delle persone vuole andare in pensione presto per poter fare un'altra attività, aspirazione legittima secondo me ma ... prima devi aver raggiunto un reddito che ti permetta di affrontare la vechiaia senza essere un peso per la collettività.
 
Per tacere del fatto che questi over65 al lavoro costano tanto alle aziende perché hanno le anzianità di carriera maturate ma sono meno produttivi per questioni di fisico o di capacità e uso di tecnologie.

Fra le tante cose ecco.

Ma se pensiamo al pubblico abbiamo cariatidi di 60 anni che non sanno e non vogliono imparare ad utilizzare i computer per cui quello che si potrebbe fare in 5 minuti da remoto, ci mette giorni e devi andare anche li fisicamente per fartelo fare.
 
Ci sono diritti non negoziabili qualunque sia il prezzo da pagare.
Sarebbe come dire che per non fallire dobbiamo mandare i bambini di dieci anni a lavorare. I bambini non devono lavorare a prescindere.
Stessa cosa per alcune categorie di lavoratori. Anzi sará opportuno abbassarla ancora, per alcuni lavori.

Lo dico con affetto, ma forse voi non avete ben compreso cosa vuol dire lavorare a 65 anni in una catena di montaggio, in una fabbrica, come magazziniere, ecc..

Chi vuole DEVE poter andare in pensione presto. Chi invece é ancora in forma facesse il carpentiere fino a 70 anni, ha la mia stima e la mia gratitudine. Ma deve essere una scelta, non una imposizione.

Anche perché, visto il tema così delicato, capirei che si toccassero i lavoratori DOPO che si é fatto tutto il resto.

Della serie: ho licenziato il 30% degli statali, ho eliminato gli sprechi, la corruzione, l'evasione, ma ancora non ce la faccio, allora io (lo stato) sono costretto a mandare la gente in fabbrica fino a 70 anni.. questo potrei anche capirlo..

Ma mandare la gente a sollevare pesi ed a spaccarsi le ossa a 67 anni (dopo che lo hanno fatto per 40 anni) e continuare con gli sprechi e le ruberie no, non puó essere accettato.

La cosa assurda é che se propongo di far cucire palloni da calcio a bambini di 10 anni come succede in Vietnam mi mandate in galera e mi prendete a calci, ma se dico che una persona di 67 anni deve stare in fabbrica a fare 8 ore al giorno movimenti ripetitivi, faticosi e che ti spaccano letteralmente in due, allora quello va bene. Ripigliatevi..

Hai ragione tu l'unica cosa è che bisognerà allora limitare gli importi.
Non è una questione di singoli è che la quantità di persone anziane è troppo alta per il sistema economico.
 
In pensione dopo 41 anni di lavoro e/o quota 102?

Visto che sta esaurendosi l'"esperimento "quota 100" è ripreso il dibattito sulla riforma delle pensioni. Le ipotesi sul tavolo sono due:
a) quota 102 cioè 64 anni di età con 38 di lavoro.
b) 41 anni di lavoro indipendentemente dall'età.


Pensione anticipata con 41 anni di contributi. Ipotesi dopo Quota 100 - Corriere.it
Pensioni, da opzione 41 a Quota 102: le ipotesi per lasciare il lavoro a 64 anni - Corriere.it

Prossimo incontro il 25/09. Vediamo cosa ne esce.
 
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Hai ragione tu l'unica cosa è che bisognerà allora limitare gli importi.
Non è una questione di singoli è che la quantità di persone anziane è troppo alta per il sistema economico.



infatti gl'immigrati sono la soluzione, che piaccia o meno
 
scusa il discorso in parte lo condivido ... però visto che sento spesso parlare del carpentiere fino a 70 anni, io di cantieri ne ho visti diversi ma di carpentieri oltre i 60 anni ne ho visti pochi ... ed erano tutti pensionati che lavoravano in nero, perchè la realtà e che la maggioranza delle persone vuole andare in pensione presto per poter fare un'altra attività, aspirazione legittima secondo me ma ... prima devi aver raggiunto un reddito che ti permetta di affrontare la vechiaia senza essere un peso per la collettività.

No, come dicevo a mio cognato che aveva molti pensionati che lavoravano nelle vigne, bisogna tirar fuori i ********, finire di fare i buonisti e parlare e basta, andare prima di avvisi di minaccia e poi di denunce. Finiamola con quelli che hanno bisogno di lavorare. O lavori in regola, o ti denuncio.
 
infatti gl'immigrati sono la soluzione, che piaccia o meno

Si, con il 10% di disoccupati è la soluzione. Pensi che questi lavorino e mantengano anche i nostri disoccupati. A CASA
Quando arriveremo al 3% di disoccupazione (il che vuol dire arrivare al Nord Italia con la gente che cerca lavoratori per strada), poi ne potremo parlare
 
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