Intanto, splendida discussione, da arena dei tempi d'oro, complimenti a tutti.
Per la nostra generazione cinquantenni e oltre essere duri e puri era più facile, per i nostri ragazzi sarà un lusso sempre più difficile da godere, per sopravvivere dovranno attrezzarsi con tanto pelo sullo stomaco, tanta preparazione a 360 gradi, tanta saggezza nel coltivare i loro sogni tenendo saldi i piedi per terra
Sono tempi difficili, il mondo del lavoro è chiuso, le finestre temporali per entrarvi sempre più ristretti, quelle per uscirne, anche definitivamente, sempre più larghe.
Iakko, la risposta te la sei già data e te l'hanno in molti data, ed è "dipende", è diversa per ognuno di noi perchè non dipende solo dal valore che diamo ai nostri principi, ma anche dalla priorità che diamo loro.
Cosa vuol dire per ognuno di noi "sopravvivere" ? Vivere sotto i ponti, possedere un monolocale, un appartamento di cinque stanze ? Vivere da soli ? Vivere in due ? Mantenere uno, due, tre figli ? Guadagnare poco di tanto in tanto ? Poco ma in modo continuativo ? Tanto e sempre ?
Non uscire mai di casa ? Uscire e folleggiare tutte le sere ?
Sopravvivere
è il valore primario, e il primo dovere è chiedersi con estrema onestà cosa vuol dire per noi, a maggior ragione se da noi dipende anche la sopravvivenza di altri. Una volta chiarito, da quel momento dobbiamo
ogni giorno PRIMA capire COSA può allontanarci dalla NOSTRA idea di sopravvivenza, e poi DOPO capire COME evitare che questo COSA avvenga.
Capire il COSA e il COME dipende quasi sempre solo da noi , è legato alle nostre conoscenze, capacità di leggere la realtà, capacità di informarci e soprattutto al nostro equilibro, mentre il COME NON dipende solo dalle nostre risorse, materiali, intellettuali, ma molto spesso dipende soprattutto dal contesto esterno, dagli altri
Se non si vuole scendere sotto un certo tipo di sopravvivenza, se non hai patrimoni importanti alle spalle, DEVI scendere a compromessi. Se non vuoi farlo devi rimettere in discussione la tua aspettativa di sopravvivenza: in altre parole è
"solo" un problema di scelta consapevole.
I nostri ragazzi (non tua figlia, parlo in generale), così calati nel carpe diem e nei loro sogni non si rendono conto che l'istruzione e la crescita interiore permanente NON serve solo per lavorare, ma serve per scegliere, perchè scegliere la strada sbagliata o quella più velleitaria o quella che li allontana dalla loro idea di sopravvivenza vuol dire perdersi, anche per sempre.
La buona politica, quella che si è persa, è proprio questo, chiarezza di valori e quindi di obiettivi e continua consapevole mediazione tra ciò che si vuole e ciò che si può, tra quanto sia fattibile oggi e quanto può esserlo domani
Alturia ricordava un punto fondamentale, anche nella ricerca e nel vivere i valori più universali, famiglia, patria, libertà, bisogna scendere a compromessi, perchè non siamo soli, ogni volta che vuoi o devi relazionarti con altri devi mediare.
Se non lo si vuole fare non ci si deve relazionare con altri, se lo si vuole o se lo si può permettere. Personalmente in alcuni ambiti della mia vita sto andando in quella direzione, ma per adesso posso permettermelo.
Come è stato già detto, compromesso vuol dire tante cose, il compromesso per vivere è una cosa, quello per ottenere il cellulare dell'ultima generazione meno