Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte XIII

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Ora, al solito sarebbe onesto riportare un minimo di realtà.
Di fronte a una situazione ridicola della gestione pubblica delle case popolari ( Case Aler e Mm, 13 mila appartamenti sfitti a Milano: un quinto degli alloggi popolari è inutilizzato ) non sarebbe il caso di interrogarsi a riguardo?

Che senso avrebbe costruire nuove popolari se oltre 10k sono vuote?
Che senso ha puntare il dito contro i landlords quando chi di mestiere si dovrebbe occupare di sostegno abitativo è drammaticamente inefficiente?
Io non volevo tanto evidenziare quel tratto dell'articolo, quanto l'inconsistenza reddituale (che non è fattore nuovo, ma sul quale ora si stanno improvvisamente soffermando anche i media mainstream).
 
eh...ma vuoi mettere il prestigio di abitare a Meelano? :D
La vera questione è definire certi termini, riempirli di un significato oggettivo.
In questo caso, cos'è il prestigio ?
Sentirsi ammirati o invidiati ?
Boh, almeno per quanto mi riguarda Milano è uno degli ultimi posti dove ambirei a vivere. Mi basta guardare ogni volta le foto satellitari della Pianura Padana di Google Maps e "immaginarla" là sotto (appunto perchè in realtà è sotto una coltre e non si vede).
Il vero ed unico prestigio di un luogo lo dà quanto ti rende felice di starci, indipendentemente da tutto e da tutti. Cioè solo per te stesso. Questo, ad esempio, è il criterio che mi sta guidando in prima persona nella decisione di lasciare Roma.
Se da un posto vuoi intimamente fuggirne, e ogni volta non vedi l'ora che arrivi il week end per farlo, vorrebbe dire che ci stai da mer.da.
E se non fosse che Milano per tanti ha solo un valore "tautologico" (ossia il fatto intrinseco di ritrovarsi tutti lì, un immenso "punto di ritrovo" collettivo, ma nient'altro), credo che ben pochi sarebbero contenti di viverci.

I quartieri più di tendenza del mondo? C’è anche Milano
 
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Io non volevo tanto evidenziare quel tratto dell'articolo, quanto l'inconsistenza reddituale (che non è fattore nuovo, ma sul quale ora si stanno improvvisamente soffermando anche i media mainstream).
Ma certo, citavo in generale l'articolo.

A mio avviso in un mercato con offerta strozzata vi sarà sempre disallineamento coi redditi, per le questioni che periodicamente vengono ripetute nel topic.
Questo non significa eterna salita e assenza di ritracciamenti, ma semplicemente che se CITTA (definita come luogo con demografia non drammatica e presenza di opportunità lavorative normali) ha un rapporto prezzi/redditi pari a X, Milano (ma anche altri mercati distorti da fattori esterni) avrà tale rapporto pari a X+Y, con Y che dipende dal momento economico, dall'hype, dal mercato del lavoro, dal turismo, ecc.
 
La vera questione è definire certi termini, riempirli di un significato oggettivo.
In questo caso, cos'è il prestigio ?
Sentirsi ammirati o invidiati ?
Boh, almeno per quanto mi riguarda Milano è uno degli ultimi posti dove ambirei a vivere. Mi basta guardare ogni volta le foto satellitari della Pianura Padana di Google Maps e "immaginarla" là sotto (appunto perchè in realtà è sotto una coltre e non si vede).
Il vero ed unico prestigio di un luogo lo dà quanto ti rende contento di starci, indipendentemente da tutto e da tutti. Cioè solo per te stesso. Questo, ad esempio, è il criterio che mi sta guidando in prima persona nella decisione di lasciare Roma.
Se da un posto vuoi fuggirne, vorrebbe dire che ci stai da mer.da.
E se non fosse che Milano per tanti ha solo un valore "tautologico" (ossia il fatto intrinseco di ritrovarsi tutti lì, un immenso "punto di ritrovo", ma nient'altro), credo che ben pochi sarebbero contenti di viverci.

I quartieri più di tendenza del mondo? C’è anche Milano

Imho però qui si incrociano 2 piani differenti, non per forza coerenti tra loro.
Il primo è il classico "prestigio" della città: ovunque ci sono posti "in" e posti molto meno attraenti, ma il tutto rimane in un discorso locale. Milano è "prestigiosa" rispetto al suo hinterland, perché si suppone che una valutazione di questo tipo rimanga circoscritta come area geografica (ragionevolmente scegliere tra 2 località molto distanti tra loro presenta driver ben differenti dal prestigio).

Il secondo è un discorso più ampio sulla qualità della vita declinata nelle aree geografiche. Ragionevolissimo scegliere di lasciare, ad es., la Pianura Padana, ma solitamente si parla di un cambio di vita che dipende da N fattori: legami affettivi, lavoro, opportunità che si presentano, ecc. ecc.
 
Il secondo è un discorso più ampio sulla qualità della vita declinata nelle aree geografiche. Ragionevolissimo scegliere di lasciare, ad es., la Pianura Padana, ma solitamente si parla di un cambio di vita che dipende da N fattori: legami affettivi, lavoro, opportunità che si presentano, ecc. ecc.
anche io me ne andrei domani... Dove? A casa mia non ci posso tornare, quindi lasciare Milano per andare a Roma (Firenze/Trieste/Torino/città a piacere) dopo che ci ho già vissuto 12 anni non credo che abbia tanto senso...
 
anche io me ne andrei domani... Dove? A casa mia non ci posso tornare, quindi lasciare Milano per andare a Roma (Firenze/Trieste/Torino/città a piacere) dopo che ci ho già vissuto 12 anni non credo che abbia tanto senso...

Questo chiaramente è uno dei principali aspetti.
Molti non realizzano che oltre al dover trovare un'opportunità che sia comparabile a ciò che si ha a Milano (e in coppia significa trovare l'opportunità per entrambi), un trasferimento di questo tipo è un reset della vita personale, non proprio banalissimo.
 
Questo chiaramente è uno dei principali aspetti.
Molti non realizzano che oltre al dover trovare un'opportunità che sia comparabile a ciò che si ha a Milano (e in coppia significa trovare l'opportunità per entrambi), un trasferimento di questo tipo è un reset della vita personale, non proprio banalissimo.
ma ti dirò, se fossi di roma/trieste/torino/città a piacere che offre la possibilità di trovare un lavoro decente a me e mia moglie lo valuterei seriamente e senza nessun preconcetto... o forse sarei già tornato.

oggi come oggi trasferirmi per stare uguale ad ora (se tutto va bene) o leggermente meglio e comunque non essere a casa mia la reputo veramente una scelta autolesionista.
 
ma ti dirò, se fossi di roma/trieste/torino/città a piacere che offre la possibilità di trovare un lavoro decente a me e mia moglie lo valuterei seriamente e senza nessun preconcetto... o forse sarei già tornato.

oggi come oggi trasferirmi per stare uguale ad ora (se tutto va bene) o leggermente meglio e comunque non essere a casa mia la reputo veramente una scelta autolesionista.

Ma infatti dico proprio quello.

Chiaramente tornare a casa è un plus che cambia totalmente la prospettiva. Non si riparte da zero, si ha già un contesto dove inserirsi e una rete sociale (fosse anche solo quella dei parenti) da cui partire.

Per gran parte della gente a Milano sarebbe assai arduo trovare sia la corrispondenza a livello professionale (soprattutto al Sud) sia la situazione abitativa gradita, nella stessa località. Per molti sarebbe appunto un reset corposo.


E' un po' quello che sostengo quando viene fuori la solita proposta di vivere nella cittadina di provincia. Per me che sono del lodigiano spostarmi a Lodi è N volte meno problematico o traumatico rispetto a una coppia pugliese che ha conoscenti solo a Milano. Ma anche solo se io andassi a vivere verso Varese, mi troverei letteralmente a ricominciare da zero.
 
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Questo chiaramente è uno dei principali aspetti.
Molti non realizzano che oltre al dover trovare un'opportunità che sia comparabile a ciò che si ha a Milano (e in coppia significa trovare l'opportunità per entrambi), un trasferimento di questo tipo è un reset della vita personale, non proprio banalissimo.
Non ci siamo capiti.
Nessuno mette in dubbio (anzi !) che ci possano essere millemila motivazioni pratiche e prosaiche per vivere in un dato posto, continuare a farlo oppure andarci, ma per favore scindiamo tutto questo da un discorso basato sul cosiddetto "prestigio".
Tirare in ballo questo termine sa tanto di indoramento della pillola, come inganno verso se stessi prim'ancora che verso gli altri.
Questo vale in particolar modo per Milano.
E lo dimostra ogni discorso che comincia appunto con "me ne andrei anche domani, MA...".
Plateale retropensiero o lapsus freudiano.
 
ma per favore scindiamo tutto questo da un discorso basato sul cosiddetto "prestigio".
Il prestigio (o usate voi il sinonimo che piu' vi aggrada) è cio' che spiega la gran parte del differenziale di prezzo tra le zone italiane con prezzo uguale o sotto i 2 mila euro al metro quadro (cioè praticamente tutta italia) con quelle che stanno sopra. Dai 4k euro al metro quadro in su è praticamente ESCLUSIVAMENTE prestigio (ovunque). Cosa vorresti scindere?
 
Non ci siamo capiti.
Nessuno mette in dubbio (anzi !) che ci possano essere millemila motivazioni pratiche e prosaiche per vivere in un dato posto, continuare a farlo oppure andarci, ma per favore scindiamo tutto questo da un discorso basato sul cosiddetto "prestigio".
Tirare in ballo questo termine sa tanto di indoramento della pillola, come inganno verso se stessi prim'ancora che verso gli altri.
Questo vale in particolar modo per Milano.
E lo dimostra ogni discorso che comincia appunto con "me ne andrei anche domani, MA...".
Plateale retropensiero o lapsus freudiano.
E invece non sono d'accordo.

Come ho scritto sopra, il prestigio è un concetto principalmente locale per motivi più che ovvi.
Nessuno fa un discorso "scelgo Milano invece di Roma/Firenze/Venezia/città a piacere" perché ritiene Milano più prestigiosa. Sarebbe quantomeno strambo: ognuno di fronte a una scelta avrà dei driver decisamente prioritari, quali lavoro, famiglia o analoghi.

Il prestigio (ma non solo quello, per anni ho smaronato il topic cercando di rappresentare il peso della socialità nelle scelte abitative, soprattutto dei non nativi) però rientra nelle valutazioni che si fanno una volta che la scelta di cui sopra è compiuta: se vivi nell'area milanese (per lavoro, famiglia, ecc.) ti trovi a scegliere tra Milano, hinterland e qualche cittadina pendolabile perché quella è la zona. Ed è, anche, il prestigio a far sì che si paghi il doppio per vivere a Milano rispetto al paese servito dell'hinterland. Questo soprattutto se prendiamo in considerazione zone semicentrali con prezzi decisamente elevati.


Il "me ne andrei anche domani, MA..." riguarda appunto l'area milanese (o analoga), non la città. Difficilmente si dice una roba del genere per spostarsi a Garbagnate (o meglio, questa casistica è solitamente dettata da esigenze di portafoglio, difficilmente scatta l'amore per un luogo a caso dell'hinterland ), ma lo dicono riferendosi alla scelta dell'area geografica dove vivere.
E pensandoci, è normalissimo. Milano è città di immigrati e di passaggio, già solo per quello c'è una grossa componente di gente che sarebbe stata bene a casa sua ma è qui per lavoro.
 
Il prestigio (o usate voi il sinonimo che piu' vi aggrada) è cio' che spiega la gran parte del differenziale di prezzo tra le zone italiane con prezzo uguale o sotto i 2 mila euro al metro quadro (cioè praticamente tutta italia) con quelle che stanno sopra. Dai 4k euro al metro quadro in su è praticamente ESCLUSIVAMENTE prestigio (ovunque). Cosa vorresti scindere?
Più che di prestigio parlerei di location genericamente intesa. In parte ci sono anche altri fattori come comodità, sicurezza, servizi.
Io farei una scala così (a spanne):
da 0 a 2500 valore intrinseco dato da qualità costruttiva iniziale, vetustà ed eventuali rinnovamenti, a questi valori la location conta 0 e quindi stare su un appezzamento di terreno piuttosto che su quello vicino o che su quello a 2/3/5 km di distanza (per le zone rurali) è assolutamente la stessa cosa
da 2500 a 3500 aumento del valore per aumento REALE del terreno sul quale insiste il fabbricato (potrebbe essere la vicinanza dei servizi, del lavoro, la salubrità dei luoghi l'esposizione, la rumorosità, la criminalità, etc.etc.)
Oltre questa cifra di 3500 concordo con te, è praticamente tutto prestigio (per zona, tipologia di palazzo signorile, etc.etc.)

Esempi pratici:
- la villetta indipendente da 200 mq nuova in un qualsiasi prato della pianura padana vale 500k circa (ipotizzo un valore di costruzione+mark up che ormai è arrivato a 2500 al mq visti i recenti rincari), se questa villetta è ben ubicata magari sopra un poggio che prende molto bene il sole o in zona con meno criminalità o magari lontano da strade rumorose il suo valore potrebbe anche essere di 600k, se oltre a queste caratteristiche è ubicata anche in aree geografiche con servizi migliori o più lavoro può anche arrivare a 700k. Oltre il surplus diventa eccessivo;
- l'appartamento da 100 mq costruito in una qualsiasi palazzina della medesima pianura padana può valere da nuovo 200k (ipotizziamo un pò meno della villetta per la condivisione di più spazi con altri condomini e per l'assenza di giardino), se questo appartamento è in città in zona comoda ai servizi magari il suo valore può salire a 250k, se è ben esposto, in una zona ben abitata, particolarmente comodo rispetto ai servizi, etc.etc. potrebbe arrivare a 300k. Stop, oltre c'è, come dici tu, il prestigio.
 
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Più che di prestigio parlerei di location genericamente intesa. In parte ci sono anche altri fattori come comodità, sicurezza, servizi.
Io farei una scala così (a spanne):
da 0 a 2500 valore intrinseco dato da qualità costruttiva iniziale, vetustà ed eventuali rinnovamenti, a questi valori la location conta 0 e quindi stare su un appezzamento di terreno piuttosto che su quello vicino o che su quello a 2/3/5 km di distanza (per le zone rurali) è assolutamente la stessa cosa
da 2500 a 3500 aumento del valore per aumento REALE del terreno sul quale insiste il fabbricato (potrebbe essere la vicinanza dei servizi, del lavoro, la salubrità dei luoghi l'esposizione, la rumorosità, la criminalità, etc.etc.)
Oltre questa cifra di 3500 concordo con te, è praticamente tutto prestigio (per zona, tipologia di palazzo signorile, etc.etc.)

Esempi pratici:
- la villetta indipendente da 200 mq nuova in un qualsiasi prato della pianura padana vale 500k circa (ipotizzo un valore di costruzione+mark up che ormai è arrivato a 2500 al mq visti i recenti rincari), se questa villetta è ben ubicata magari sopra un poggio che prende molto bene il sole o in zona con meno criminalità o magari lontano da strade rumorose il suo valore potrebbe anche essere di 600k, se oltre a queste caratteristiche è ubicata anche in aree geografiche con servizi migliori o più lavoro può anche arrivare a 700k. Oltre il surplus diventa eccessivo;
- l'appartamento da 100 mq costruito in una qualsiasi palazzina della medesima pianura padana può valere da nuovo 200k (ipotizziamo un pò meno della villetta per la condivisione di più spazi con altri condomini e per l'assenza di giardino), se questo appartamento è in città in zona comoda ai servizi magari il suo valore può salire a 250k, se è ben esposto, in una zona ben abitata, particolarmente comodo rispetto ai servizi, etc.etc. potrebbe arrivare a 300k. Stop, oltre c'è, come dici tu, il prestigio.

Non vorrei essere ripetitivo, ma se si parla di "prestigio" in senso ampio, questo è pure nella differenza tra villetta e appartamento, con buona pace della ricerca dei valori intrinseci di costruzione.

Nel concetto di prestigio a mio avviso rientra la differenza tra villa e appartamento, in quanto la prima afferma uno status in misura maggiore del secondo. Non è che se uno vive in fronte al Colosseo è abbagliato dallo status mentre quello con il villone nelle campagne stia comprando valore intrinseco.
Sono diverse espressioni dello status/prestigio: ossia la spesa di tutto ciò che sia oltre ai bisogni diciamo normali.

Peraltro il "da nuovo" dà una prospettiva incompleta: il nuovo necessita (ed è stimolato) della presenza di domanda abitativa, almeno potenziale.
Una villa da 200mq in zona scomoda, ancorché soleggiata e riservata, può avere scarsissima domanda e valere meno di 500k

Parlare di prestigio è un po' ingannevole perché sottintende una certa frivolezza nel pagare qualcosa oltre il suo valore intrinseco per pura vanesia. Certo esiste il fenomeno (anche se, benché sia applicabile a OGNI bene o servizio, sono mediamente meno i discorsi analoghi, nonostante non mi pare circolino tutti con la Dacia), tuttavia quando si cita questo famigerato prestigio si include più o meno inconsciamente tutta una serie di fattori, tra cui:
- tenuta del valore
- velocità di liquidazione dell'asset
- potenzialità della messa a reddito
- selezione del vicinato

Perché altrimenti pare che Tizio che compra in Porta Romana invece di Corvetto sia un boccalone in cerca di status. Può essere, ma sono anche convinto che sia confidente di avere un asset che tra 20 anni ha maggior valore e che lo possa vendere/affittare con rapidità al bisogno.
Quelli che pagano i prezzi di Milano3 magari si vantano al bar, ma credo in primis cerchino un contesto povery-free, dove ci sono magari meno cafoni che occupano spazi comuni a uso e consumo, gente che si lava nelle fontane e simile.
 
Più che di prestigio parlerei di location genericamente intesa. In parte ci sono anche altri fattori come comodità, sicurezza, servizi.
Io farei una scala così (a spanne):
da 0 a 2500 valore intrinseco dato da qualità costruttiva iniziale, vetustà ed eventuali rinnovamenti, a questi valori la location conta 0 e quindi stare su un appezzamento di terreno piuttosto che su quello vicino o che su quello a 2/3/5 km di distanza (per le zone rurali) è assolutamente la stessa cosa
da 2500 a 3500 aumento del valore per aumento REALE del terreno sul quale insiste il fabbricato (potrebbe essere la vicinanza dei servizi, del lavoro, la salubrità dei luoghi l'esposizione, la rumorosità, la criminalità, etc.etc.)
Oltre questa cifra di 3500 concordo con te, è praticamente tutto prestigio (per zona, tipologia di palazzo signorile, etc.etc.)

Esempi pratici:
- la villetta indipendente da 200 mq nuova in un qualsiasi prato della pianura padana vale 500k circa (ipotizzo un valore di costruzione+mark up che ormai è arrivato a 2500 al mq visti i recenti rincari), se questa villetta è ben ubicata magari sopra un poggio che prende molto bene il sole o in zona con meno criminalità o magari lontano da strade rumorose il suo valore potrebbe anche essere di 600k, se oltre a queste caratteristiche è ubicata anche in aree geografiche con servizi migliori o più lavoro può anche arrivare a 700k. Oltre il surplus diventa eccessivo;
- l'appartamento da 100 mq costruito in una qualsiasi palazzina della medesima pianura padana può valere da nuovo 200k (ipotizziamo un pò meno della villetta per la condivisione di più spazi con altri condomini e per l'assenza di giardino), se questo appartamento è in città in zona comoda ai servizi magari il suo valore può salire a 250k, se è ben esposto, in una zona ben abitata, particolarmente comodo rispetto ai servizi, etc.etc. potrebbe arrivare a 300k. Stop, oltre c'è, come dici tu, il prestigio.

Sì la tua è una prospettiva più da provincia/zona a bassa densità abitativa; a Roma insistono i medesimi servizi sia su zone che stanno intorno ai 2k al metro quadro che altre che vanno piu' verso i 3k, oltre al contesto che può essere simile in tutto. Le zone dai 4k in su hanno sicuramente un po' piu' di servizi/collegamenti/meno degrado etc ma sicuramente non da valere il doppio delle zone prima dette; il differenziale lo fa sempre il prestigio/location
 
- tenuta del valore
- velocità di liquidazione dell'asset
- potenzialità della messa a reddito

Questi tre fattori sono propri di qualsiasi zona normale di una città, non solo del centro. Non è che il centro vive di vita propria.
Fin quando la città è appetibile, viene su tutto, centro e dintorni; quando lo è di meno, scende tutto.
Non stiamo certo parlando dei pezzi unici eh, quelli ovvio che seguono altre dinamiche.

- selezione del vicinato
Questa è l'unica che può avere un senso, generalmente soprattutto per i razzisti che non vogliono altre etnie; perchè in verità qualsiasi altro discorso è senza motivazione, se si parla di zone normali, ditemi voi la differenza tra studenti che fanno casino bocconiani o della università pubblica, pargoli che fanno casino ricchi o normali, e così via :o
 
Questi tre fattori sono propri di qualsiasi zona normale di una città, non solo del centro. Non è che il centro vive di vita propria.
Fin quando la città è appetibile, viene su tutto, centro e dintorni; quando lo è di meno, scende tutto.
Non stiamo certo parlando dei pezzi unici eh, quelli ovvio che seguono altre dinamiche.


Beh, ci sono ma in misura diversa.
Se hai l'appartamento vicino al Colosseo sei ragionevolmente sicuro che abbia una certa tenuta e scarsità proprio per la sua location, mentre un immobile in area residenziale, sebbene in città, possa vivere dinamiche locali differenti, quali la crescita del degrado, la formazione di ghetti.
La messa a reddito è legata alla vicinanza con località di richiamo turistico e/o lavorativo.

Poi chiaramente se la città cala, cala tutta, ma certe aree di pregio sono tali perché rappresentano una condizione di scarsità rispetto ad altre e presentano un premium già più definito.
La periferia ha più varianza: come citava l'utente Alanford (mi pare), le aspettative di sviluppo del quartiere Adriano sono state tradite, lo stesso può avvenire altrove.
5 giornate era di pregio già 50 anni fa, ragionevolmente sarà più stabile.

Questa è l'unica che può avere un senso, generalmente soprattutto per i razzisti che non vogliono altre etnie; perchè in verità qualsiasi altro discorso è senza motivazione, se si parla di zone normali, ditemi voi la differenza tra studenti che fanno casino bocconiani o della università pubblica, pargoli che fanno casino ricchi o normali, e così via :o

Bah, non condivido questo moralismo, sebbene io viva felicemente in quartiere popolare e abbia frequentazioni popolarissime.
I ricchi/benestanti tendono a piazzarsi in luoghi del genere, tra loro, sia in città (Posillipo a Napoli, le colline a Torino, ecc.) che fuori (Fiesole a Firenze, Milano2 e 3, ecc.).
Il motivo è lo stesso per cui al crescere di ceto aumenta la frequentazione di circoli, scuole private e simili.
 
Beh, ci sono ma in misura diversa.
Se hai l'appartamento vicino al Colosseo sei ragionevolmente sicuro che abbia una certa tenuta e scarsità proprio per la sua location, mentre un immobile in area residenziale, sebbene in città, possa vivere dinamiche locali differenti, quali la crescita del degrado, la formazione di ghetti.
La messa a reddito è legata alla vicinanza con località di richiamo turistico e/o lavorativo.

Poi chiaramente se la città cala, cala tutta, ma certe aree di pregio sono tali perché rappresentano una condizione di scarsità rispetto ad altre e presentano un premium già più definito.
La periferia ha più varianza: come citava l'utente Alanford (mi pare), le aspettative di sviluppo del quartiere Adriano sono state tradite, lo stesso può avvenire altrove.
5 giornate era di pregio già 50 anni fa, ragionevolmente sarà più stabile.
A me non sembra proprio sia cosi', visto che a Roma quando è calato, è calato tutto, anche il Centro ovviamente, a parte come dicevo pezzi unici che non fanno mercato: Mercato immobiliare Centro Storico - Roma - Immobiliare.it
e si può vedere che la magnitudo del calo a volte minore rispetto ad altri quartieri, ma a volte addirittura peggiore.



Bah, non condivido questo moralismo, sebbene io viva felicemente in quartiere popolare e abbia frequentazioni popolarissime.
I ricchi/benestanti tendono a piazzarsi in luoghi del genere, tra loro, sia in città (Posillipo a Napoli, le colline a Torino, ecc.) che fuori (Fiesole a Firenze, Milano2 e 3, ecc.).
Il motivo è lo stesso per cui al crescere di ceto aumenta la frequentazione di circoli, scuole private e simili.

Nessun moralismo, pensare che i ricchi abbiano, perchè ricchi, più senso civico, o siano boh più belli, etc, è semplicemente una capzata. Quando si parla di buon vicinato mi viene semplicemente da ridere. Il condominio X uguale di forma e sostanza ad uno Y, il primo nella zona ricca, abitato solo da ricchi, avrà le IDENTICHE dinamiche di uno Y abitato da gente qualsiasi del quartiere medio.
Le uniche differenze sono i condomini in zone difficili e popolati da gente difficile; là si che si possono avere situazioni complicate.
Per il resto, solo razzismo e tanta puzza sotto il naso.
 
Nessun moralismo, pensare che i ricchi abbiano, perchè ricchi, più senso civico, o siano boh più belli, etc, è semplicemente una capzata. Quando si parla di buon vicinato mi viene semplicemente da ridere. Il condominio X uguale di forma e sostanza ad uno Y, il primo nella zona ricca, abitato solo da ricchi, avrà le IDENTICHE dinamiche di uno Y abitato da gente qualsiasi del quartiere medio.
Le uniche differenze sono i condomini in zone difficili e popolati da gente difficile; là si che si possono avere situazioni complicate.
Per il resto, solo razzismo e tanta puzza sotto il naso.
Infatti il mio condominio è abitato in primis da:
1. Insegnanti
2. Infermieri
3. Medici
Questo perchè a poche centinaia di metri si trovano sia l'ospedale che molte scuole.
Beh invece di avere, ordine, pulizia, rispetto delle regole, con le tre categorie anzidette direi che ho trovato sporcizia, menefreghismo, casino, mancanza di rispetto delle regole in genere.....

Per cui si, non si tratta di persone ricche ma uno pensa che tali categorie siano una certezza di buon vicinato ......... col capzo !!!!! :o :o:D
 
A me non sembra proprio sia cosi', visto che a Roma quando è calato, è calato tutto, anche il Centro ovviamente, a parte come dicevo pezzi unici che non fanno mercato: Mercato immobiliare Centro Storico - Roma - Immobiliare.it
e si può vedere che la magnitudo del calo a volte minore rispetto ad altri quartieri, ma a volte addirittura peggiore.

Sicuramente, come detto, se cala tutto cala anche il centro.
Ma nel lungo periodo è ragionevole pensare che il centro rimanga centro, mentre la varianza delle periferie sia appunto maggiore. Non penso che l'appartamento in estrema periferia abbia gli stessi rischi e le stesse opportunità, soprattutto con la prospettiva
E' verosimile pensare che benefici maggiormente dall'impatto turistico o che si dimostri più reattivo di fronte alla ripresa del mercato.

Chiaramente non è che da solo il centro possa ribaltare tutto l'andazzo macro, ma resto convinto che nella prospettiva di lungo termine dia più garanzie. Esempi romani non riesco a farne, ma appunto citavo l'esperienza dell'utente all'Adriano. A memoria parlava di prezzi, sul nuovo di allora, rivisti praticamente solo quest'anno (circa).
Credo che il nuovo in area pregiata dopo 20 anni sia più facilmente in positivo.


Nessun moralismo, pensare che i ricchi abbiano, perchè ricchi, più senso civico, o siano boh più belli, etc, è semplicemente una capzata.
Infatti l'hai detto tu, mica io.

Quando si parla di buon vicinato mi viene semplicemente da ridere. Il condominio X uguale di forma e sostanza ad uno Y, il primo nella zona ricca, abitato solo da ricchi, avrà le IDENTICHE dinamiche di uno Y abitato da gente qualsiasi del quartiere medio.
Le uniche differenze sono i condomini in zone difficili e popolati da gente difficile; là si che si possono avere situazioni complicate.
Per il resto, solo razzismo e tanta puzza sotto il naso.

E invece, sempre togliendo il moralismo, le differenze ci sono eccome, altrimenti non avverrebbero tali aggregazioni.
Il buon vicinato non riguarda solo le dinamiche tra vicini, quelle ragionevolmente comparabili.
Come detto, riguarda lo stesso insieme delle scuole private, dei circoli privati, ecc. (la scuola pubblica insegna peggio? Non mi pare. Eppure OVUNQUE vi sia problema di immigrazione elevata si sta creando la fuga dalle classi con maggioranza straniera. Tutti razzisti? Non credo)

C'è anche una componente di decoro, perché banalmente in media si hanno maggiori servizi condominiali (o di quartiere tipo Milano2/3) che prevengono il degrado, ma in primis la gente cerca di stare in quello che è l'ambiente a cui appartiene (o pensa di appartenere).
C'è inoltre quella banale cosa che il bello costa di più, come in tutti beni e servizi.

Io credo si continui a cercare uno pseudo valore intrinseco quasi fosse il fair value di un'azione, senza grandi risultati. Lo stesso vale per il concetto di prestigio.
Trovo molte categorie come troppo nette, mentre sono decisamente più "sfumate" nella realtà.
Il "prestigio" è un concetto ubiquitario: in qualsiasi differenziale di prezzo vi è una componente di prestigio.Si ha tra piccoli paesi (o quartieri), si ha tra le periferie (che infatti sono relativamente disomogenee), si ha tra i semicentri.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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