L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) muove su Widiba, la banca online del gruppo Mps, dopo la decisione dell'anno scorso di aumentare i canoni sui conti correnti. È la stessa banca senese a farlo sapere, tra le risposte fornite ai soci in vista dell'assemblea del 12 aprile: "Si segnala che in data 10 dicembre 2021 l’Agcm ha notificato a Banca Widiba l’apertura di un procedimento per possibili profili di illiceità nelle pratiche commerciali con riguardo a un intervento di modifica unilaterale delle condizioni, che ha interessato clienti possessori di conto corrente". Mps aggiunge che il procedimento è stato aperto "ai sensi dell’articolo 27 comma 3 del Codice del Consumo", che attribuisce all'Antitrust il potere di "disporre, con provvedimento motivato, la sospensione provvisoria delle pratiche commerciali scorrette, laddove sussiste particolare urgenza".
Da quel che è stato possibile ricostruire, non è ancora stata presa alcuna decisione di sospensione dell'aumento dei costi dei conti correnti, mentre la pubblicità di Widiba, su cui pure si è concentrata l'attenzione dell'Agcm, è già stata ritirata dalla stessa banca. Da ricordare che, lo scorso maggio, era stata comunicata ai clienti una modifica unilaterale del contratto sulle tre principali opzioni a disposizioni dei correntisti, dando loro la possibilità di esercitare il recesso. Il canone trimestrale del pacchetto "Premium" era così stato più che raddoppiato, da 5 a 10,50 euro, quello dell'opzione "Top" era salito da 10 a 15 euro, mentre nel pacchetto più economico "Smart" il canone era rimasto pari a zero, ma le spese fisse di liquidazione trimestrali erano passate da 0 euro a 6 euro. Inquest'ultimo caso, ci sono statui consumatori che hanno lamentato l'introduzione di un canone "mascherato" da spese fisse di liquidazione, ipotesi finora respinta (anche in lettere ufficiali) dalla banca online, che ha rivendicato la piena legalità della mossa.
Tra i destinatari della comunicazione di modifica unilaterale c'erano stati anche i titolari dei cosiddetti depositi vincolati, beneficiari di una piccola remunerazione sulla liquidità a patto che questa venga "parcheggiata" sul conto e non venga toccata per un certo periodo di tempo. In particolare, tra questi, c'erano anche coloro che avevano aderito all'ultima proposta di Widiba che offriva un tasso dell'1% su un vincolo di sei mesi. Chi vi aveva preso parte, soltanto dieci giorni dopo, aveva ricevuto la proposta di modifica unilaterale del contratto con l'annuncio delle maggiori spese da sostenere: anche in questo caso, risulta che ci siano state delle lamentele da parte dei clienti.
In ogni caso, "Banca Widiba - spiega ancora Mps nelle risposte agli azionisti - ha fornito gli approfondimenti richiesti e formulato le relative proposte di impegni. Si è quindi in attesa della decisione conclusiva da parte di Agcm". Ora la prossima mossa spetta all'autorità presieduta da Roberto Rustichelli, che dovrà far sapere se gli impegni presi dal gruppo senese sono sufficienti a chiudere il procedimento avviato oppure no.