Bernard AUBERTIN.

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Il successo (vero) postumo di questo artista dipenderà da come lavoreranno gli eredi o chi per essi ..........


io ne ho una del 74 grande (cerchio di fiammiferi su tavola metallica)

vedremo ....
 
Ci sono molti dubbi sulla sua produzione (iper produzione), non credo possa esistere un incremento del quotazioni.
Sorvolo sullo sciacallaggio di Orlando e *Market, che hanno sperato nella morte dell'artista per "piazzare" le centinaia di opere che hanno nei magazzini (naturalmente tutte in conto vendita).
L.
 
Il successo (vero) postumo di questo artista dipenderà da come lavoreranno gli eredi o chi per essi ..........


io ne ho una del 74 grande (cerchio di fiammiferi su tavola metallica)

vedremo ....

Sugli eredi non fare troppo affidamento. Non volevano i suoi quadri neanche gratis. Povero Bernard.:'(
 
Opere di Aubertin degli anni '60

Ci sono molti dubbi sulla sua produzione (iper produzione), non credo possa esistere un incremento del quotazioni.
Sorvolo sullo sciacallaggio di Orlando e *Market, che hanno sperato nella morte dell'artista per "piazzare" le centinaia di opere che hanno nei magazzini (naturalmente tutte in conto vendita).
L.

Io sulle Opere di ArtFacts.net | Bernard Aubertin degli anni '60 credo invece che possa esistere un incremento delle quotazioni per quello che la sua ricerca artistica ha avuto in quegli anni.OK!
 
Io sulle Opere di ArtFacts.net | Bernard Aubertin degli anni '60 credo invece che possa esistere un incremento delle quotazioni per quello che la sua ricerca artistica ha avuto in quegli anni.OK!

Beh, caro Roberto, Aubertin possiede una certa importanza per il contesto storico dei primi anni sessanta.
Per quanto riguarda questo decennio, secondo me , un maggiore incremento di rivalutazione lo avranno le opere create tra il 1960 e il 1967.
 
Ultima modifica:
Ma perchè state a farvi ste pugnette? Anni sessanta, anni settanta, anni che furono anni che verranno...Boh.
Aubertin era lui in qualunque anno.La speculazione poi porta a focalizzarsi stupidamente su alcuni anni per motivazioni che solo il Signore sa. I chiodi anni 70 sono meglio delle bruciature anni 00...:D:D:D ma mica si ragiona così. L'idea del fuoco che brucia e i chiodi che lo sostituirebbero sono cosa sua , che derivino dagli anni 60 o dagli anni 00 non cambia una cippa.Solo speculazioni da mercante e da collezionista che pensa che una certa epoca sia più importante di un altra porta poi a queste storture di pensiero. Qui non è certo l'opera migliore da valutare e quindi si sa che normalmente i giovani son freschi di studio e fanno cose più "belle" in epoca giovanile (non sempre), ma nel concettuale è l'idea quella che conta, anche se non espressa matericamente.Aubertin è lui , e il suo concetto è in lui sempre,in ogni sua epoca, in ogni suo momento, in ogni sua opera e tutte di egual importanza, anzi mi verrebbe da dire che proprio il concetto, a differenza della forma, migliora con l'età perchè evolve e migliora con l'esperienza.
 
Ma perchè state a farvi ste pugnette? Anni sessanta, anni settanta, anni che furono anni che verranno...Boh.
Aubertin era lui in qualunque anno.La speculazione poi porta a focalizzarsi stupidamente su alcuni anni per motivazioni che solo il Signore sa. I chiodi anni 70 sono meglio delle bruciature anni 00...:D:D:D ma mica si ragiona così. L'idea del fuoco che brucia e i chiodi che lo sostituirebbero sono cosa sua , che derivino dagli anni 60 o dagli anni 00 non cambia una cippa.Solo speculazioni da mercante e da collezionista che pensa che una certa epoca sia più importante di un altra porta poi a queste storture di pensiero. Qui non è certo l'opera migliore da valutare e quindi si sa che normalmente i giovani son freschi di studio e fanno cose più "belle" in epoca giovanile (non sempre), ma nel concettuale è l'idea quella che conta, anche se non espressa matericamente.Aubertin è lui , e il suo concetto è in lui sempre,in ogni sua epoca, in ogni suo momento, in ogni sua opera e tutte di egual importanza, anzi mi verrebbe da dire che proprio il concetto, a differenza della forma, migliora con l'età perchè evolve e migliora con l'esperienza.

Certo, una macchinina bruciacchiata può essere paragonata ad un clous di quelli giusti degli anni sessanta visto che il concetto migliora e si evolve con l'età :rolleyes:
 
Aubertin è lì con la sua storia a porre il dilemma di sempre che poi è quello che vale per tutte le icone d'artista: un taglio di Fontana, una forchetta di Capogrossi, un cuneo estroflesso di Castellani. Quanto vale l'idea? Quanto resiste se ripetuta? Giusto possederne una a prescindere? Se penso ad Aubertin penso a un artista che si è clonato n ed n volte negli ultimi anni perchè il suo reddito derivava dal suo bruciare e inchiodare. Troppa clonazione ora alla resa dei conti del mercato? Probabile. L'ultimo Aubertin ha perso smalto (certe lamiere da ustionate sono state appena affumicate) ed è questo che fa la differenza. Un taglio fatto con rabbia e furore creativo nel 1959 vale un taglio fatto da Fontana con la stessa rabbia nove anni dopo un attimo prima di morire. E' l'emozione che uno ci mette a far la differenza.
 
Aubertin è lì con la sua storia a porre il dilemma di sempre che poi è quello che vale per tutte le icone d'artista: un taglio di Fontana, una forchetta di Capogrossi, un cuneo estroflesso di Castellani. Quanto vale l'idea? Quanto resiste se ripetuta? Giusto possederne una a prescindere? Se penso ad Aubertin penso a un artista che si è clonato n ed n volte negli ultimi anni perchè il suo reddito derivava dal suo bruciare e inchiodare. Troppa clonazione ora alla resa dei conti del mercato? Probabile. L'ultimo Aubertin ha perso smalto (certe lamiere da ustionate sono state appena affumicate) ed è questo che fa la differenza. Un taglio fatto con rabbia e furore creativo nel 1959 vale un taglio fatto da Fontana con la stessa rabbia nove anni dopo un attimo prima di morire. E' l'emozione che uno ci mette a far la differenza.


Ecco queste cose mi fanno andare in bestia.Non che già sia un umanoide evoluto male ma perchè la mia essenza bestiale viene a galla.
Uno clona chi non è, ma se si è se stessi non si clona assolutamente nulla e semplicemente si è se stessi nella convinzione reiterata di esserlo, e dunque ancor più forte.Ossia si è se stessi all'ennesima potenza.Ma holly poi ti spiega cos'è la matematica e che probabilmente due chiodi più due chiodi non fanno più quattro chiodi, ma questo è altro argomento che non esclude la "giustezza" della reiterazione di essere se stessi riproducendo la propria idea nella convinzione che sia giusta.
Se, per fare un esempio, io o tu, anzi tu, decidessi che tagliarti le palle fosse un gesto artistico di estrema importanza il gesto finirebbe nella, poco perdita, delle tue palle.Ovvio che non potresti rifarlo dato che il Signore ci ha dato solo due palle.Almeno a te.Io ne ho tre, come Lando.:D:D:Duna di riserva nel caso ti incontrassi di notte con fobie artistiche:DPoi c'è chi ne ha solo una per Karma e chi ne ha più di tre, per il medesimo motivo, ma sta di fatto che normalmente tagliate le palle non puoi più ripetere l'evento.Bene.Fine, fidati.
Se però artisticamente io credo , anzi tu, che bruciare i peli degli altri sia una cosa estremamente artistica il fatto di bruciare i peli degli altri non si esaurisce mai.Il bruciare peli degli altri diverrebbe una fatto artistico continuato che si esaurirebbe solo a conclusione del ciclo.La conclusione ovviamente non può deciderla il pubblico,i collezionisti, i criticacci scrittori di libri di storia dell'arte, ma l'artista stesso, anche se ultimamente non sembra la cosa più importante per il mercato.Ecco quindi che se anche il tuo reddito derivante dal bruciare peli altrui crescesse a dismisura perchè qualcuno crede nei peli bruciati fatti da te, non sarebbe una clonazione il fatto che tu bruci peli altrui ma semplicemente una reiterazione di una idea tua e come tale sempre attuale per la continuazione che non si esaurirebbe finchè perdura la TUA idea.
Se poi la rabbia e il furore nel bruciare peli altrui scema, significa che hai preso cognizione che fa male e quindi la tua idea è evoluta e ha deciso di fare meno male al prossimo se condividi il concetto di cristianità, non che ha perso vigore:D:D:D:D e comunque non è dato sapersi la valutazione del vigore solo in base al tempo.Come fai tu a sapere del vigore del bruciare peli oggi anzichè ieri? Forse che un bruciachicchio di pelle sia vigore, mentre il sol pelo affumicato sia segno di sfumato vigore? Boh...ci vorrebbe un perito a stimare questo.Ma io penso non serva sinchè tu continui a bruciare peli.Quella è la tua idea, valida sempre, che ti sbrucicchi anche un pò di pelle intorno o meno.Non so se ho reso l'idea.
Però, smetti di andare in giro a sbruciacchiare peli altrui, guarda che ti denuncio:D:D
 
Prendo atto. E mi fermo su un punto fermo: ritengo Aubertin artista significativo per comprendere la portata creativa del Gruppo Zero di Dusseldorf.
 
Tra tagli sanguinolenti e profonde bruciature mi pare di essere nel post di nitsch :D:D
Aggiungerei anche un altro punto fermo: aubertin è conosciuto anche altrove. Quando si pronuncia il suo nome a francesi, belgi, olandesi, inglesi o tedeschi non si rischia di sentirsi un fragoroso "CHI??" come risposta.
Al limite si può notare un leggerissimo inarcamento del sopracciglio, palese indicatore di scetticismo sulla bontá/provenienza dell'opera.
Ma se si è in grado di dimostrare che il lavoro ha tutti gli anni che dichiara di avere e magari non se li porta poi neppure benissimo -lasciando intravedere qualche piccolo segno del tempo che passa- allora le porte si aprono eccome:cool::cool::cool:
 
Prendo atto. E mi fermo su un punto fermo: ritengo Aubertin artista significativo per comprendere la portata creativa del Gruppo Zero di Dusseldorf.

No, non è significativo per il gruppo zero ma ha aderito al concetto di arte allargata fondato da Piene, Meck e Uecker.A sua volta questo concetto prendeva spunto dall'arte dada che poi a sua volta diede ampi spunti anche alla fluxus e a derivate forme artistiche oggi di moda.Insomma, a mio avviso, ci sarebbe tanto da scrivere ma mi fermo dicendo solo che Aubertin aderiva all'allora rivoluzione contro l'arte informale e astratta modaiola utilizzando elementi fino a quel momento inusuali(questo è il senso di arte allargata, che comprende una miriade di movimenti tutt'ora in auge).Così fece Castellani, Spoerri, Munari ecc ecc a prescindere da come si vuol chiamare quei modi di far arte, definiti più che altro da critici d'arte con nomignoli più o meno d'effetto.
L'arte la si può definire in tre modi: accademica, informale/astratta, allargata.Ognuno di questi tre concetti si è evoluto ed ha dato origine ad altrettanti movimenti ognuno figlio/a dei tre appena scritti sopra.
Aubertin è figlio dell'arte allargata a prescindere dal gruppo Zero di cui comunque ebbe contatti anche se marginali.Ma non è il gruppo zero a far di Aubertin un artista che a mio avviso passerà alla storia (se non lo è già) ma la sua partecipazione per tutta la sua vita ad un modo di far arte nel pieno rispetto della concezione artistica di arte allargata.Poi se l'arte allargata ad alcuni non piace questo è altro discorso così pure il fatto che alcuni facciano buon mercato e altri siano fermi al palo.
 
Dal punto di vista artistico è quasi certo (solo xchè di certo non c'è nulla) che è e rimarrà nella storia del gruppo zero e quindi dell'arte, ma dal punto di vista commerciale/mercantile avrà analogo successo??

Io in proposito ho qualche dubbio perché penso che sia chiaro a tutti che non tutti i chiodi fossero stati fatti nel famoso triennio d'oro (69-70-71), ma molti sono stati firmati dal maestro molti anni dopo.....si sa che tutti tengono famiglia
 
No, non è significativo per il gruppo zero ma ha aderito al concetto di arte allargata fondato da Piene, Meck e Uecker.A sua volta questo concetto prendeva spunto dall'arte dada che poi a sua volta diede ampi spunti anche alla fluxus e a derivate forme artistiche oggi di moda.Insomma, a mio avviso, ci sarebbe tanto da scrivere ma mi fermo dicendo solo che Aubertin aderiva all'allora rivoluzione contro l'arte informale e astratta modaiola utilizzando elementi fino a quel momento inusuali(questo è il senso di arte allargata, che comprende una miriade di movimenti tutt'ora in auge).Così fece Castellani, Spoerri, Munari ecc ecc a prescindere da come si vuol chiamare quei modi di far arte, definiti più che altro da critici d'arte con nomignoli più o meno d'effetto.
L'arte la si può definire in tre modi: accademica, informale/astratta, allargata.Ognuno di questi tre concetti si è evoluto ed ha dato origine ad altrettanti movimenti ognuno figlio/a dei tre appena scritti sopra.
Aubertin è figlio dell'arte allargata a prescindere dal gruppo Zero di cui comunque ebbe contatti anche se marginali.Ma non è il gruppo zero a far di Aubertin un artista che a mio avviso passerà alla storia (se non lo è già) ma la sua partecipazione per tutta la sua vita ad un modo di far arte nel pieno rispetto della concezione artistica di arte allargata.Poi se l'arte allargata ad alcuni non piace questo è altro discorso così pure il fatto che alcuni facciano buon mercato e altri siano fermi al palo.

Il tuo intervento mi trova d'accordo quasi in toto. L'unico punto su cui dissento è la marginalitá di Aubertin all'interno del gruppo Zero. Per lo meno agli esordi del gruppo. Aubertin pubblicò i suoi scritti sulle riviste del gruppo. Non penso che i tedesconi gli avrebbero fatto scrivere su quelle che di fatto erano i manifesti del pensiero del gruppo se non avessero ritenuto i suoi scritti importanti. Tanto più che i numeri di quelle mitiche riviste furono 3, non 30.
Perciò sarei più propenso a definirlo importante, ma chiaramente non fondamentale perchè non fu in effetti tra i fondatori del gruppo.
Imho_OK!
 
Ma perchè state a farvi ste pugnette? Anni sessanta, anni settanta, anni che furono anni che verranno...Boh.
Aubertin era lui in qualunque anno.La speculazione poi porta a focalizzarsi stupidamente su alcuni anni per motivazioni che solo il Signore sa. I chiodi anni 70 sono meglio delle bruciature anni 00...:D:D:D ma mica si ragiona così. L'idea del fuoco che brucia e i chiodi che lo sostituirebbero sono cosa sua , che derivino dagli anni 60 o dagli anni 00 non cambia una cippa.Solo speculazioni da mercante e da collezionista che pensa che una certa epoca sia più importante di un altra porta poi a queste storture di pensiero. Qui non è certo l'opera migliore da valutare e quindi si sa che normalmente i giovani son freschi di studio e fanno cose più "belle" in epoca giovanile (non sempre), ma nel concettuale è l'idea quella che conta, anche se non espressa matericamente.Aubertin è lui , e il suo concetto è in lui sempre,in ogni sua epoca, in ogni suo momento, in ogni sua opera e tutte di egual importanza, anzi mi verrebbe da dire che proprio il concetto, a differenza della forma, migliora con l'età perchè evolve e migliora con l'esperienza.
OK!
estremizzi un po', volutamente, il discorso ma in linea generale lo condivido. quello che conta sono le idee e la qualità più che l'anno o ..il mese...di realizzazione
 
il concetto, a differenza della forma, migliora con l'età perchè evolve e migliora con l'esperienza.

...per carità carissimo...ma non si può sostenere che bruciare i modellini di ferrari sia stato un colpo di genio del suo ultimo periodo. Se l'obiettivo era quello di degenerare nel kitsch allora ha fatto benissimo, ma non penso che fosse questa la sua intenzione. Piuttosto, come ha detto qualcun altro, più sopra, si sa che anche gli artisti tengono famiglia...
 
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