Fondemain Vs Fonte
avendo adesso qualche minuto in più, ho approfondito grazie al motore mefop che è disponibile per entrambi. (sperando che sia attendibile.......)
Maschio , 63 anni, nato nel 1960, montante 110k, conversione in rendita del 70%, tasso tecnico 0, non reversibile, rendita annuale lorda
- Fondemain -> 3525 -> sopra soglia
- FONTE -> 2918 -> sotto soglia
Il che significa che questo Fondemain è molto più generoso... e quindi molto interessante per chi sia interessato alla rendita. La cosa farà contento @mander, che adesso oltre al Mario neri ha un altro buon esempio di rendite "decenti" da riportare
La rendita e' una cosa diversa, con quella sei assicurato che il capitale non finisce se vivi piu' di 20/25 anni. Questa garanzia non si puo' ottenere facendo da se', se non in maniera molto poco ottimale... cioe' pianificando per il caso peggiore in cui si vive fino a 120 anni, il che vuol dire consumare solo il 2% l'anno del capitale se si va in pensione a 70 anni, meno se si va in pensione prima. La rendita, se ha costi contenuti, e' un ottimo prodotto per chi ha un capitale che non intende lasciare in eredita' e vuole usarlo per integrare la pensione. Alle condizioni di Fondermain, la rendita e' una buona scelta per passare una vecchiaia serena. I costi impliciti nella rendita di Fonte invece per me sono troppo alti.
I costi sono un aspetto, la perdita del montante è l'altro che spaventa molti a mio parere. Qui vedo tanti calcoli di cosa succede se campo fino a 120...ma bisogna anche ragionare su cosa succede (ai miei cari) se campo fino a 67.....
e chi mai la sta scegliendo a queste condizioni?
Sulla rendita di fondemain in quale fonte ufficiale avete trovato quel coefficiente? Vedo linkato il simulatore... ma il simulatore e' solo un simulatore... la documentazione contrattuale (si trova qui in fondo alla pagina nell'archivio "tabella tassi di conversione 0% (tecnico)") riporta come coefficiente a 63 anni un 3.8% come Fonte.Chi sceglie oggi di trasformare l'intero capitale in rendita vitalizia può farlo per diverse ragioni:
o una combinazione di esse a piacere...
- timore di non riuscire a conservare la lucidità mentale per poter gestire autonomamente un capitale in tarda età
- scarse o nulle competenze in materia di matematica attuariale e/o finanziaria
- convinto ottimismo sul proprio futuro stato di salute e sulla propria longevità
Il confronto con i coefficienti inps non ha senso, primo perche' l'inps non deve essere remunerato (non deve fare profitti) e non deve coprirsi dal rischio che le stime sull'aspettativa di vita media, che sono solo stime, risultino troppo pessimistiche (il rischio se lo accolla lo Stato, se ci sono problemi alza le tasse). Secondo perche' i coefficienti inps includono un tasso tecnico diverso da 0, quindi al massimo andrebbero confrontati con i coefficienti delle rendite private che includono lo stesso tasso tecnico.
Per rispondere alla domanda "chi si sceglie la rendita a queste condizioni?", la sceglie chi pur confidando di rimanere lucido fino alla fine, pur conoscendo la matematica attuariale e pur essendo poco ottimista sulla possibilita' di vivere fino a 110 anni, vuole coprirsi dal rischio di vivere piu' a lungo della media. Rischio che esiste, indipendentemente dalle proprie convinzioni personali. Coprirsi dal rischio ha un costo, che l'assicurazione ha quantificato nello 0.7-0.8% annuo (la differenza tra il coefficiente della rendita e il 4.5% calcolato sull'aspettativa di vita). Non e' un costo spropositato, se lo paragoniamo al costo del "fare da se", nell'esempio di briciola82 per coprirsi dal rischio di campare fino a 110 anni si dovrebbe prelevare il 2/3%, che si traduce in un costo per il percettore della rendita di un 1.5-2.5%. Certo, c'e' la grossa differenza che "facendo da se" quel costo lo intascano gli eredi invece della compagna di assicurazione... infatti la presenza di eredi e' certamente un fattore da valutare per decidere se scegliere la rendita o il capitale.