Joseph Kosuth

In questo, Kosuth supera persino Duchamp e tutti i più grandi innovatori che presentano l' "opera d'Arte" secondo una prospettiva di volta in volta nuova, ma pur sempre tradizionale: l'opera come concepita dall'Artista. Kosuth indaga il senso e il significato del concepire l'opera: l'opera vera è l'IDEA. La realizzazione dell'opera è solo un supporto all'IDEA. Un fare Arte completamente diverso. Capiremo tra 50 anni la vera grandezza di questo Artista e la portata della sua riflessione.
 
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Non ho tempo da perdere, vorrei diventare miliardario in euro prima grazie
 
Kosuth ha dichiarato quanto segue sul suo uso del neon: “Ho iniziato ad usare il neon a metà degli anni sessanta.
Mi piaceva l'idea di utilizzare un materiale usato per la segnaletica, che in un certo senso lo altera per l'arte.
Al tempo stesso volevo preservare una sottile relazione con l'idea di pubblicità della cultura di massa. Qualcuno ha detto che l'arte concettuale era la via di mezzo tra pop art e minimal art; io trovo questa tesi alquanto divertente.”

Ma qui siamo al Castello di Rivoli...!!!
 
Sto leggendo tutto quello che scrivete di qua e di là.

In questo momento mi pare che la critica radicale operata da Gino e Mantegna di là si basi su alcune tesi semplici:
a) l'arte concettuale sposta il confine dell'arte oltre il perimetro dell'accettabile di un'opera visiva.
b) le caratteristiche dall'arte concettuale la rendono strumento forte del sistema a discapito del collezionista.
c) alcuni attori del sistema vengono ridotti a semplici marionette di una sorta di rappresentazione gestita altrove.

La tesi dell'evoluzione della storia dell'arte da figurativa, ad astratta ad infine concettuale mi pare risponda solo in parte alla critica.

Alcune osservazioni su quanto scritto:
partendo dall'assunto che l'opera rappresenta solo se stessa e afferma nient'altro che se stessa,
divenendo opera d'arte in quanto funzionale, e solo a supporto, all'idea dell'artista.


Domando ma se l'opera possa veramente rappresentare solo se stessa e afferma nient'altro che se stessa e contemporaneamente essere funzionale e a supporto dell'artista e di una sua idea.
Queste cose parrebbero in contraddizione, se un'opera rappresenta una essenza, un ente ontologico, essa esprime una qualche realtà indipendente da tutto, anche dal suo ideatore, come può essere funzionale ad una idealità?

l'Arte Concettuale è l'unica che si distingue in "informazione primaria"(assenza dell'opera e focalizzazione della sua parte ideativa) e "informazione secondaria" (supporto materiale attraverso il quale far conoscere l'opera, la sua parte creativa e la presentazione nei suoi aspetti formali).

Mi chiedo in realtà se tutta l'arte di valore (anche senza considerare l'Arte Concettuale) non sia divisa tra parte ideativa senza oggetto e parte oggetto conseguente. Semplicemente in passato l'oggetto conseguente mostrava con evidenza anche la parte ideativa mentre nella complessità posteriore al '900 l'evidenza ideale è diventata via via più sfumata.
Non riesco però a comprendere se questo sfumare non porti effettivamente a superare un limite oltre il quale non ha più senso... il senso dell'arte stessa.
 
In questo, Kosuth supera persino Duchamp e tutti i più grandi innovatori che presentano l' "opera d'Arte" secondo una prospettiva di volta in volta nuova, ma pur sempre tradizionale: l'opera come concepita dall'Artista. Kosuth indaga il senso e il significato del concepire l'opera: l'opera vera è l'IDEA. La realizzazione dell'opera è solo un supporto all'IDEA. Un fare Arte completamente diverso. Capiremo tra 50 anni la vera grandezza di questo Artista e la portata della sua riflessione.
Concordo mio caro accipicchia.
Il concetto di arte espresso da Kosuth attraverso l'idea rappresenta uno dei punti più alti delle espressioni concettuali del XX secolo.
Un gigante.:bow:
 
Non vorrei imbarcarmi, rispondendo all'ottimo Hollyfabius, in un'avventurosa spiegazione dell'Arte Concettuale che produrrebbe il solo effetto, dopo pagine e pagine, di lasciare tutto come prima. Chi infatti crede nelle scie chimiche non si smuoverà dalle proprie posizioni nemmeno dopo aver ascoltato interventi di vari premi Nobel, chi è vegano non realizzerà mai che cercare di far diventare vegani anche i bambini, i cani e i gatti (sì, questo succede) è una evidente assurdità, e così via. Chi ritiene che l'Arte Concettuale sia un bluff o una cosina furbetta di poco conto, rimarrà della sua idea anche dopo le mie povere parole.
Ma... giusto per...
Punto primo. L'Arte Concettuale esclude il godimento estetico. Se accettiamo questo allora possiamo andare un po' più avanti.
La riflessione si sposta sulla forza della Rappresentazione Logica. La Rappresentazione iconica non conta, anzi è addirittura conflittuale. Si può concepire ciò? Sì, a patto che riusciamo a immaginare un'Arte che può benissimo fare a meno dell'Opera d'Arte. Del resto dall'ultima parte dell'Ottocento l'Arte progressivamente prima rinuncia alla fedeltà della "rappresentazione", poi stravolge la "prospettiva", poi elimina il concetto di "realtà", poi va oltre la "forma". Kosuth ritiene che si possa proseguire ancora in questa sorta di "razionalizzazione" fino a rinunciare all'Opera stessa.
Importantissimo è delimitare esattamente l'esperienza Concettuale, "storicamente": ha avuto senso nel suo periodo, in quell'epoca, in quel contesto intellettuale, nei pochi anni tra la metà degli anni 60 e buona parte degli anni 70. E' sbagliato definire "Concettuali" le esperienze antecedenti (Minimal Art e New Dada non sono "Concettuali" in senso stretto), così come non sono "Concettuali" gli infiniti rivoli nati dopo. Figuriamoci quale bestemmia sia definire Arte Concettuale qualcosa fatto oggi!! Ma tant'è, vallo a spiegare ai televenditori che definiscono "concettuale" persino il nulla di Brescianini!
L'Arte Concettuale è stata concepita da Joseph Kosuth che per averne definito esattamente le motivazioni ne è il padre indiscutibile. Poi altri Artisti, anche molto importanti, tra cui citerei Beuys, hanno contribuito ad esplicitare meglio i suoi assiomi, ma Kosuth sta davanti a tutti. Come dicevo qualche post sopra, ci vorrà ancora molto tempo, ma l'importanza fondamentale di Kosuth risulterà in tutta la sua evidenza: uno dei Grandissimi della Storia dell'Arte, un Uomo di cultura e di pensiero che ha saputo teorizzare un modo assolutamente differente di fare Arte, basato sui "significati", sul "pensiero" e sull'importanza fondamentale del ragionamento.
 
Da quanto ho capito perde di significato il risultato = l'opera d'arte, rispetto all'idea ed al suo valore in termini di semantica e linguaggio, basata soprattutto sul recupero del valore della "parola" e del rapporto tra icona ed espressione verbale, un'attenzione al "codice" che ricalca più elementi matematici o filosofici, che con la dimensione estetica hanno veramente poco o nulla a che fare...
Mi pare che questa frase sintetizzi bene il tutto:

In quanto artisti – sottolinea Kosuth – il nostro compito è chiaro benché non semplice: il lavoro veramente creativo dipende dalla capacità di mutare il significato di ciò che vediamo: un processo impossibile senza la comprensione di quelle strutture che lo costituiscono”.
 
“L’arte vive attraverso l’influenza che esercita su altra arte e non quale residuato fisico delle idee di un artista”
( sono parole di Kosuth, immortalate in un filato d’epoca)
“L’unica cosa a cui l’arte aspira è l’arte stessa.
Arte è la definizione di arte”.

Tutto parte da qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Segno


Vi consiglio di leggere
L'arte dopo la filosofia
Il significato dell'arte concettuale di Joseph Kosuth
Ed. Feltrinelli
 
Bravissima Lory!
L'Arte Concettuale prevede che si realizzi comunque l'"oggetto" ma questa realizzazione non è più il fulcro del fare artistico. Nel caso di Kosuth è ben noto come un'IDEA del 1967 possa benissimo venire "realizzata" dopo vent'anni o oggi stesso (tutta la famosissima serie delle tavole ART AS IDEA AS IDEA vale per il frammento di giornale dell'epoca che certifica la data di concepimento): anzi, la moderna tecnologia consente una "realizzazione" senza dubbio migliore di quanto sarebbe stata possibile allora. Diviene molto più centrale la progettualità in senso intellettuale, l'analisi dell'Arte come pensiero, che la sua traduzione in oggetto. In ogni caso è fondamentale il processo mentale. Una concezione "analitica" (vale la pena sottolineare questo termine perchè rappresenta lo spirito dell'epoca) assolutamente stringente e di grandissimo rigore semantico e linguistico. Non a caso Filiberto Menna, negli anni 70, scrivendo le linee guida della Pittura Analitica guarderà con grande interesse alla ricerca di Kosuth. (Comunque l'Analitica non c'entra proprio niente con l'Arte Concettuale, è solo lo spirito culturale "filosofico" dell'epoca che è affine).
 
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Bravissima Lory!
L'Arte Concettuale prevede che si realizzi comunque l'"oggetto" ma questa realizzazione non è più il fulcro del fare artistico. Nel caso di Kosuth è ben noto come un'IDEA del 1967 possa benissimo venire "realizzata" dopo vent'anni o oggi stesso (tutta la famosissima serie delle tavole ART AS IDEA AS IDEA vale per il frammento di giornale dell'epoca che certifica la data di concepimento): anzi, la moderna tecnologia consente una "realizzazione" senza dubbio migliore di quanto sarebbe stata possibile allora. Diviene molto più centrale la progettualità in senso intellettuale, l'analisi dell'Arte come pensiero, che la sua traduzione in oggetto. In ogni caso è fondamentale il processo mentale. Una concezione "analitica" (vale la pena sottolineare questo termine perchè rappresenta lo spirito dell'epoca) assolutamente stringente e di grandissimo rigore semantico e linguistico. Non a caso Filiberto Menna, negli anni 70, scrivendo le linee guida della Pittura Analitica guarderà con grande interesse alla ricerca di Kosuth. (Comunque l'Analitica non c'entra proprio niente con l'Arte Concettuale, è solo lo spirito culturale "filosofico" dell'epoca che è affine).

Per schematizzare il "presunto rapporto" concettuale-analitica, mi rendo conto che probabilmente è una forzatura e una semplificazione eccessiva ma io la immagino così, in un diagramma di flusso che rappresenta il "percorso creativo", individuo nel "concettuale" chi focalizza sul'punto di partenza, idea-progetto, mentre l'analitica entra nel merito del "processo", con i suoi "fondamentali", materiali, strumenti e tecnica, per entrambi se vogliamo l'opera finita non rappresenta l'elemento centrale della ricerca
 
Secondo me, Kosuth e' proprio classico caso per cui tra 10 20 anni ci si mangerà le mani per non averlo preso.
 
Sono consapevole dell'importanza storica etc. ed apprezzo anche quel senso di provocazione ironica e intellettuale che sottende a questo tipo di lavori, ma ammetto di non essere ancora pronta a "digerirli" veramente, a parte che per opere significative si è già su cifre importanti già attualmente proibitive per molti.
 
Sono consapevole dell'importanza storica etc. ed apprezzo anche quel senso di provocazione ironica e intellettuale che sottende a questo tipo di lavori, ma ammetto di non essere ancora pronta a "digerirli" veramente, a parte che per opere significative si è già su cifre importanti già attualmente proibitive per molti.

E' la Storia che si ripete. Fino a qualche anno fa un Art as idea as idea 120x120 del 1967 costava parecchio ma non era proibitivo. Oggi costa sui 100k penso. Sai quante boiate si sono comprate nel frattempo spendendo nell'insieme lo stesso cifre simili? E' sempre lo stesso discorso: si comprano quei linguaggi che a forza di vederli vengono, se non compresi, almeno digeriti. Poi c'è Kosuth un Caposcuola vero di grandezza strepitosa, un genio come ce ne sono stati pochi in ogni epoca, e perdiamo tempo a discutere se è bravo o non è bravo, se è Arte o non è Arte, se merita o se non merita. Siamo dei grandissimi spreconi di occasioni, miopi inguaribili. Ci meritiamo le sòle da televendita.
 
E' la Storia che si ripete. Fino a qualche anno fa un Art as idea as idea 120x120 del 1967 costava parecchio ma non era proibitivo. Oggi costa sui 100k penso. Sai quante boiate si sono comprate nel frattempo spendendo nell'insieme lo stesso cifre simili? E' sempre lo stesso discorso: si comprano quei linguaggi che a forza di vederli vengono, se non compresi, almeno digeriti. Poi c'è Kosuth un Caposcuola vero di grandezza strepitosa, un genio come ce ne sono stati pochi in ogni epoca, e perdiamo tempo a discutere se è bravo o non è bravo, se è Arte o non è Arte, se merita o se non merita. Siamo dei grandissimi spreconi di occasioni, miopi inguaribili. Ci meritiamo le sòle da televendita.

Sono due valutazioni diverse e vanno tenute distinte, per questo ho puntualizzato, il valore culturale ed il significato artistico non si discutono, il limite di "lettura" ho premesso sicuramente sarà il mio, ma anche in periodi diversi e con un investimento più contenuto non nascondo che probabilmente avrei puntato ad altro, ma siamo sempre nell'alveo del gusto personale, che magari in futuro potrà anche cambiare e non lo escludo.

Mi pongo comunque nell'ottica di "assaggiare" tutto, come ho già scritto nel 3d di Co.Br.A. prima di formulare giudizi prematuri, soprattutto rispetto a movimenti che ho poco analizzato; diverso è ad es. chi sceglie soprattutto in chiave "investimento", in quel senso indubbiamente il tuo ragionamento non fa una grinza perchè eventuali rivalutazioni sono possibili solo se si gioca d'anticipo, quando il mercato non è ancora maturo. Le sòle da televendita le lascio a chi compra con quel mezzo, io tutt'al più finora ho rischiato solo di buttare i soldi in qualche "Gratta e Vinci" da mercatini!!! :D:o
 
Cara Lory, il mio plurale non comprendeva nè te nè me. Era una considerazione generica, ma dannatamente vera.
Sicuramente c'è gente che avrà comprato 10 Nunziante, 10 Auberten, 10 Mariani, 15 Amadio, o mischiati fra loro. Così come più indietro nel tempo c'è stato chi ha comprato altre cose insignificanti o quasi spendendo nell'insieme cifre in quell'ordine di grandezza se non più alte. Conosco personalmente uno che si è riempito di una ventina di Celiberti... Una immarcescibile categoria di "speculatori" che di "intenditori" ha ben poco. Io penso a costoro, e sorrido. Penso anche a chi oggi compra Agnetti e stravede. Agnetti non è certo un Artista di secondo piano, ma che senso ha spendendo cifre più o meno simili, puntare su Agnetti (un buon comprimario) e non su Kosuth (un genio assoluto)??? Eppure...
 
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