Non vorrei imbarcarmi, rispondendo all'ottimo Hollyfabius, in un'avventurosa spiegazione dell'Arte Concettuale che produrrebbe il solo effetto, dopo pagine e pagine, di lasciare tutto come prima. Chi infatti crede nelle scie chimiche non si smuoverà dalle proprie posizioni nemmeno dopo aver ascoltato interventi di vari premi Nobel, chi è vegano non realizzerà mai che cercare di far diventare vegani anche i bambini, i cani e i gatti (sì, questo succede) è una evidente assurdità, e così via. Chi ritiene che l'Arte Concettuale sia un bluff o una cosina furbetta di poco conto, rimarrà della sua idea anche dopo le mie povere parole.
Ma... giusto per...
Punto primo. L'Arte Concettuale esclude il godimento estetico. Se accettiamo questo allora possiamo andare un po' più avanti.
La riflessione si sposta sulla forza della Rappresentazione Logica. La Rappresentazione iconica non conta, anzi è addirittura conflittuale. Si può concepire ciò? Sì, a patto che riusciamo a immaginare un'Arte che può benissimo fare a meno dell'Opera d'Arte. Del resto dall'ultima parte dell'Ottocento l'Arte progressivamente prima rinuncia alla fedeltà della "rappresentazione", poi stravolge la "prospettiva", poi elimina il concetto di "realtà", poi va oltre la "forma". Kosuth ritiene che si possa proseguire ancora in questa sorta di "razionalizzazione" fino a rinunciare all'Opera stessa.
Importantissimo è delimitare esattamente l'esperienza Concettuale, "storicamente": ha avuto senso nel suo periodo, in quell'epoca, in quel contesto intellettuale, nei pochi anni tra la metà degli anni 60 e buona parte degli anni 70. E' sbagliato definire "Concettuali" le esperienze antecedenti (Minimal Art e New Dada non sono "Concettuali" in senso stretto), così come non sono "Concettuali" gli infiniti rivoli nati dopo. Figuriamoci quale bestemmia sia definire Arte Concettuale qualcosa fatto oggi!! Ma tant'è, vallo a spiegare ai televenditori che definiscono "concettuale" persino il nulla di Brescianini!
L'Arte Concettuale è stata concepita da Joseph Kosuth che per averne definito esattamente le motivazioni ne è il padre indiscutibile. Poi altri Artisti, anche molto importanti, tra cui citerei Beuys, hanno contribuito ad esplicitare meglio i suoi assiomi, ma Kosuth sta davanti a tutti. Come dicevo qualche post sopra, ci vorrà ancora molto tempo, ma l'importanza fondamentale di Kosuth risulterà in tutta la sua evidenza: uno dei Grandissimi della Storia dell'Arte, un Uomo di cultura e di pensiero che ha saputo teorizzare un modo assolutamente differente di fare Arte, basato sui "significati", sul "pensiero" e sull'importanza fondamentale del ragionamento.