La Fine è Vicina!

Cmq non so se ci state facendo caso ma da 6 mesi e forse un pò di più la FED non sa cosa più inventarsi per tenere su il mercato.

Una deviazione significativa dal sentiero di crescita statunitense(e di conseguenza impattare sul mondo) potrebbe venire dal rallentamento della crescita dei profitti per Big Tech e dalla contemporanea diminuzione in termini % sulle revenues. Alcune informazioni convergono sul fatto che il profit rate e il profit sia ad un punto di massimo per gran parte di Big Tech, se fosse vero a breve neanche la FED può evitare il compiersi del ciclo. Adesso ci sono le trimestrali vediamo che succede. Secondo me siamo vicini ad un massimo relativo.
 
Lo scorso anno 24 Paesi europei su 28 hanno ridotto il proprio debito pubblico e la Francia l’ha mantenuto invariato. Solo tre Stati, tra cui l‘Italia, l’hanno visto aumentare.

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Tra i principali Paesi dell’Eurozona, la Francia mostra un debito stabile al 98,4% e un deficit in flessione di 0,3 punti percentuali al 2,5% del pil, la Germania un debito in caduta al 60,9% dal 64,5% e un avanzo dell’1,7%, mentre la Spagna vede scendere il debito dal 98,1% del pil al 97,1% e il deficit dal 3,1% al 2,5%. Sul fronte del deficit, sono 13 i Paesi Ue che hanno messo a tal punto i conti pubblici in ordine da registrate un surplus di bilancio.

riporto un'osservazione a margine del testo da te copia e incollato da:
DATI EUROSTAT
Eurostat: nel 2018 debito italiano salito al 132,2%, in 24 Paesi Ue (su 28) è sceso


Solo un'osservazione. Non sono i debiti dei Paesi che sono scesi, ma il rapporto dei debiti sul Pil. Negli altri stati il debito è anche aumentato, ma è il Pil che è cresciuto ancora di più, per cui il rapporto migliora. Noi purtroppo pur cercando di tenere le uscite al "guinzaglio" abbiamo da anni che il Pil che è fermo ingessato o addirittura in flessione
CHE VUOL DIRE CHE PER AVERE DEI NUMERI IN ORDINE BISOGNA FAR CRESCERE IL PIL E PER FARE CIO' CI VOGLIONO POLITICHE KEYNESIANE IN ALTERNATIVA A QUELLE FILOLIBERISTE CHE ORAMAI HANNO FALLITO SU TUTTI I FRONTI.
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Addirittura i dati che tu hai riportato mancano pure del portogallo,se no sarebbero ancor più stupefacenti.

Il nuovo governo in portogallo dal 2015, formato dal partito socialista del nuovo premier Antonio Costa e da una serie di partiti minori di sinistra, ha messo da subito in chiaro che la politica economica della nazione avrebbe subito una svolta importante ponendo fine alle misure restrittive imposte dall’Unione Europea. Ovviamente le forze europeiste si sono affrettate a chiamarla “voodoo economics” in tono canzonatorio, prevedendo disastri, un nuovo e più vincolante intervento della Troika con ulteriori e addirittura più significativi tagli alla spesa.

In realtà nelle tesi economiche del nuovo governo non vi era nulla di esoterico, bensì un semplice ragionamento di natura keynesiana, ovvero i tagli alla spesa pubblica comprimono la domanda, per tornare a crescere bisogna stimolare in modo importante i consumi e gli investimenti. E così è stato, con una serie di provvedimenti il governo portoghese ha aumentato i salari minimi, ha riportato le pensioni e gli stipendi pubblici ai livelli pre-crisi (alcuni erano stati tagliati di oltre il 30%) ed ha addirittura ridotto le ore lavorative ed aumentato le giornate di ferie. Allo stesso tempo la spesa per la sanità e per l’assistenza sociale delle famiglie meno abbienti è stata incrementata in maniera significativa, così come quella per gli investimenti attraverso sgravi fiscali alle aziende e finanziamenti alle piccole e medie imprese. Interessante anche l’idea di detassare le pensioni estere, che ha portato moltissimi anziani europei a trasferirsi in questo paese.

Il disastro preannunciato dalle cassandre favorevoli all’austerità non si è materializzato, ed anzi il Portogallo ha inanellato una serie di 13 trimestri consecutivi di crescita del prodotto interno lordo ed ha portato i livelli di disoccupazione a livelli pre-crisi ovvero intorno al 7%.

Nonostante i livelli di deficit andassero ben oltre i limiti imposti dal Fiscal Compact, la Commissione Europea si è ben guardata da applicare le sanzioni per la procedura di infrazione aperta, consentendo più spazio di manovra al governo portoghese, ma certamente non per buon cuore bensì per prevenire un ulteriore crescita dei movimenti anti austerità in tutta Europa. A conferma di questo nel marzo 2018 il Portogallo ha raggiunto un accordo con la Ue per tenere fuori dalla contabilità di bilancio e quindi dal deficit, i soldi spesi per la ricapitalizzazione di una delle principali banche a partecipazione statale portoghese, la Caixa Geral De Depositos, esponendo ancora una volta la vera faccia dell’Europa, ovvero giocare con i numeri a seconda dei propri interessi ed obiettivi politici.

Il Portogallo è riuscito quindi a incrementare gli investimenti pubblici, aumentare l’occupazione e avviare una crescita costante e sostenibile. Tutto questo ci è sempre stato detto fosse impossibile da ottenere se non attraverso una rigorosissima politica di tagli e sacrifici, il mantra degli ultra liberisti è sempre stato “non vi è alternativa all’austerità”.

Il successo della nazione lusitana può essere fonte di ispirazione per gli altri paesi europei, ed una occasione per mettere fine alle fallimentari politiche restrittive che hanno messo in ginocchio molte economie dell’eurozona e peggiorato sostanzialmente le condizioni di vita delle fasce sociali meno abbienti.
 
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Articolo interessantissimo, che spiega come anche il Nord Italia si sia sganciato dal mondo più avanzato


Il paradosso dei giovani. All’estero dalle città più ricche - Corriere.it

è esattamente quello che io dico da anni.

Oltre le ragioni riportate nell'articolo aggiungerei la differenza di salario che in media è almeno superiore del 50% a quello che puoi ottenere al Nord Italia. Spesso veri e propri multipli.
 
Articolo interessantissimo, che spiega come anche il Nord Italia si sia sganciato dal mondo più avanzato


Il paradosso dei giovani. All’estero dalle città più ricche - Corriere.it

è esattamente quello che io dico da anni.

Oltre le ragioni riportate nell'articolo aggiungerei la differenza di salario che in media è almeno superiore del 50% a quello che puoi ottenere al Nord Italia. Spesso veri e propri multipli.

Sì art. interessante che ci invita a riflettere su un altro aspetto poco ragionato e cioè la grande emigrazione di giovani verso l'estero anche dal nord italia e non solo dal sud,anche da regioni e comuni italiane assai evolute e benestanti.

Le ragioni che poi adduce l'art. a questo fenomeno sono però a dir poco pretestuose,cioè si emigra dal nord italia perchè il ns modello di crescita economica del "piccolo è bello" diventa poco attrattivo per l'inadeguatezza tecnologica e la poca mobilità interna dell ns aziende del nord piccole e medie. Tutte balle,per me,come quella dei salari migliori fuori.

La verità è che molti giovani emigrano dal nord italia benestante non per cercare fortuna o lavori più incentivanti e remunerativi,come invece prevale nell'emigrazione interna dal sud al nord,ma solo perchè l'europa è stata creata seguendo un idea di superamento dei confini nazionali e di diffusione della mobilità tra nazioni.
E i giovani, per loro stessa natura,questo messaggio/opportunità accompagnato dalle buone possibilità economiche che oramai si posseggono nelle famiglie di appartenenza al nord e che fanno da base portante,non se lo lasciano sfuggire.
Poco importa quello che troveranno fuori intanto possono sempre tornare e reimpiantarsi nel territorio d'origine, anzi più possono tornare e reimpiantarsi con facilità nel territorio d'origine e più partono. Difatti,comunque vada,avranno fatto un'esperienza dai più ritenuta utile e sviluppatrice di conoscenza linguistica.

Diciamo che quanto sopra e cioè la maggiore facilità nella mobilità della forza lavoro è forse,per me,insieme alla maggiore facilità nella mobilità dei prodotti, gli unici aspetti positivi di questa unione europea e che sono risultati così rafforzati grazie all'euro e alla eu.
Peccato che la moneta unica e le regole interne alla ue,espressione di un liberismo esasperato e controcorrente,non concorrono a limare quei disequilibri iniziali tra le nazioni che si va ad unire.Anzi l'assenza di regole e interventi compensatori tende a rafforzare quei disequilibri iniziali stessi tra le nazioni.
 
L'inflazione deve essere: significativa, repentina e temporanea,altrimenti il mercato richiede interessi più sempre più alti innescando la spirale inflazionistica,che ci siamo lasciati alle spalle con la convergenza sull'euro.

Dicevo che in zona euro è impossibile monetizzare il debito perchè ...

...la BCE ha un mandato limitato – la stabilità dei prezzi – ed è indipendente dagli stati membri e anche dagli organi di governo dell’Unione Europea. ...nell’Eurozona vige anche il divieto di finanziamento monetario dei disavanzi, che comporta il divieto per la BCE di acquistare titoli sul mercato primario
... ed è un modo per chiarire le diverse responsabilità istituzionali degli stati membri e della BCE.

A me sta bene cosi.

Questo stato di cose ha aiutato ciascuno ad assumersi le proprie responsabilità senza giocare a rischiare crolli in stile sud-americano.
Gli stati spendaccioni sono ovviamente più riluttanti, ma senza una UE, in nazioni come l'Italia il pdc di turno avrebbe bandito concorsoni inutili per centinaia di migliaia di assunzioni ogni 5 anni, avrebbe più volte svalutato la moneta, e avvicinatosi in maniera più netta al rischio default.
Persino i giallo-verdi (gente con cui nell'Italia pre-euro ci si vergognava perfino di allearcisi) hanno dovuto cedere di fronte alle indicazioni europee.

La via di medoo periodo per il risanamento del debito non deve passare attraverso l'inflazione, ma attraverso riduzione sprechi pubblici e politiche a favore di investimenti e crescita.

La via di lungo periodo per uscire definitivamente dalla trappola del debito, è quella di un Europa (o almeno i suoi stati maggiori) unita anche nelle politiche fiscali e di bilancio, oltre che nella moneta e nei confini. Fenomeni come la concorrenza fiscale interna (pensionati portoghesi o multinazionali olandesi/irlandesi) non sono sostenibili, così come lo spreco di risorse pubbliche interne in alcuni stati (Italia o Grecia Prè troika).
 
Articolo interessantissimo, che spiega come anche il Nord Italia si sia sganciato dal mondo più avanzato


Il paradosso dei giovani. All’estero dalle città più ricche - Corriere.it

è esattamente quello che io dico da anni.

Oltre le ragioni riportate nell'articolo aggiungerei la differenza di salario che in media è almeno superiore del 50% a quello che puoi ottenere al Nord Italia. Spesso veri e propri multipli.

E' evidente che la questione non si possa declinare solo dal punto di vista meramente economico.

Un qualsiasi (buon) laureato, soprattutto in materie tecniche, sa che ciò che ha imparato all'università costituisce la base ma, in un mondo che cambia più rapidamente di quanto non abbia mai fatto, il concetto di "formazione continua" è vitale sia dal lato professionale per evitare l'obsolescenza in pochi anni che per avere maggiore possibilità di scelta (e quindi di carriera).

Chi sceglie di andare all'estero spesso ha valutato le opportunità non solo economiche che ciò offre: aziende mediamente più grandi, maggiori possibilità di interazione con strumentazione e metodi di ultima generazione, un ambiente internazionale che non guasta, esperienze di management e gestione in età in cui da noi ancora ti chiamano 'il ragazzo' :rolleyes:
 
Articolo interessantissimo, che spiega come anche il Nord Italia si sia sganciato dal mondo più avanzato


Il paradosso dei giovani. All’estero dalle città più ricche - Corriere.it

è esattamente quello che io dico da anni.

Oltre le ragioni riportate nell'articolo aggiungerei la differenza di salario che in media è almeno superiore del 50% a quello che puoi ottenere al Nord Italia. Spesso veri e propri multipli.
Oltre la differenza di salario, va sottolineato che le percentuali di occupazione che ci sono nelle provincie citate, sono composte da ruoli non attrattivi per i giovani: dipendenti pubblici (spesso emigrati interni) e micro-aziende padronali.
Si rimane basiti nel sorprendersi del giornalista di fronte al fatto che la gente emigri anche da provincie in cui le statistiche sulla disoccupazione dicono di non preoccuparsi.

Il giovane di Palermo preferirà fare il funzionario Inps a 1300 al mese a Biella o l'avvocato di una multi-nazionale di Bruxelles?

Il giovane di Vicenza preferisce lavorare in una filiale italiana di una multinazionale dietro casa che tra un anno chiederà la cassa integrazione o accettare l'offerta da un'omologa azienda danese?

Il tasso di occupazione di Bolzano, quanto è composto da lavoro ad alto valore aggiunto e quanto invece da dipendenti pubblici o collegati al ciclo turistico?
 
Fenomeni come la concorrenza fiscale interna (pensionati portoghesi o multinazionali olandesi/irlandesi) non sono sostenibili, così come lo spreco di risorse pubbliche interne in alcuni stati (Italia o Grecia Prè troika).

Si risolvono facilmente: tagliando le tasse.
 
E' evidente che la questione non si possa declinare solo dal punto di vista meramente economico.

Un qualsiasi (buon) laureato, soprattutto in materie tecniche, sa che ciò che ha imparato all'università costituisce la base ma, in un mondo che cambia più rapidamente di quanto non abbia mai fatto, il concetto di "formazione continua" è vitale sia dal lato professionale per evitare l'obsolescenza in pochi anni che per avere maggiore possibilità di scelta (e quindi di carriera).

Chi sceglie di andare all'estero spesso ha valutato le opportunità non solo economiche che ciò offre: aziende mediamente più grandi, maggiori possibilità di interazione con strumentazione e metodi di ultima generazione, un ambiente internazionale che non guasta, esperienze di management e gestione in età in cui da noi ancora ti chiamano 'il ragazzo' :rolleyes:

ma FogOnLine ma quello che tu dici vale solo per certe nazioni e peraltro le grandi aziende ivi presenti, quelle che usano strumentazioni e metodi di ultima generazione assumono ben poco per loro stessa natura e in genere indigeni salvo le eccezioni del caso.
Le molte attività creative sono esternalizzate anche lì e quindi svolte in condizioni da piccola e media azienda come da noi e forse anche più flessibili che da noi,solamente che i ns giovani preferiscono andare fuori dove accettano tutto e a qualsiasi condizione perchè ritengono che lì sia un'esperienza in più rispetto a farla in patria.
E' il famoso "un ambiente internazionale che non guasta" come tu dici.E forse i giovani d'oggi nati sotto l'egida dell'europa e dell'internazionalismo hanno anche ragione in tal senso.
Il problema è che l'europa oggi è anche l'euro e la ue, che nei fatti economici alimentano esattamente l'opposto,ovvero esasperano i disequlibri tra nazioni già tra loro inizialmente fortemente diverse.
 
Oltre la differenza di salario, va sottolineato che le percentuali di occupazione che ci sono nelle provincie citate, sono composte da ruoli non attrattivi per i giovani: dipendenti pubblici (spesso emigrati interni) e micro-aziende padronali.
Si rimane basiti nel sorprendersi del giornalista di fronte al fatto che la gente emigri anche da provincie in cui le statistiche sulla disoccupazione dicono di non preoccuparsi.

Il giovane di Palermo preferirà fare il funzionario Inps a 1300 al mese a Biella o l'avvocato di una multi-nazionale di Bruxelles?

Il giovane di Vicenza preferisce lavorare in una filiale italiana di una multinazionale dietro casa che tra un anno chiederà la cassa integrazione o accettare l'offerta da un'omologa azienda danese?

Il tasso di occupazione di Bolzano, quanto è composto da lavoro ad alto valore aggiunto e quanto invece da dipendenti pubblici o collegati al ciclo turistico?

tu dici
Oltre la differenza di salario, va sottolineato che le percentuali di occupazione che ci sono nelle provincie citate, sono composte da ruoli non attrattivi per i giovani: dipendenti pubblici (spesso emigrati interni) e micro-aziende padronali.

Guarda sono straconvinto,anche se non ho statistiche ahimè ! in merito,che la grande emigrazione dei ns giovani verso l'estero va a coprire le attività in micro-aziende padronali dell'estero anche più flessibili delle ns e il più delle volte nel turismo.
Tutto il resto sono le solite chiacchiere di una paese,come il ns,dove l'estero è sempre meglio come paese che da noi,però NOI,come individui,siamo sempre i migliori,per cui all'estero andiamo a coprire i posti migliori. Secondo me, i posti migliori,anche lì pochi,sono già tutti coperti dagli indigeni,fatevene una ragione e l'America oggi è una vecchia utopia che sopravvive solo nel cinema.
 
Una cosa che sto notando è che il numero dei dipendenti pubblici in Italia sta letteralmente crollando. Un articolo di poche settimane fa stimava tra i 500 mila ed i 600 mila i dipendenti pubblici che lasceranno nei prossimi 3 anni ed essendo il numero oramai sotto la media UE si aprirà un enorme problema di sostituzione. Infatti se da un lato questi 600 mila non verranno più stipendiati dall'altro riceveranno una pensione e certamente lasceranno mansioni scoperte che dovranno per forza di cose essere occupate pena la sostenibilità stessa della macchina pubblica e dei relativi servizi ai cittadini, ormai sempre più degradati nel numero e nella qualità. E pur tuttavia questi probabili "nuovi" 600 mila occupati pubblici dovranno essere retribuiti. Mi chiedo come riuscirà il governo, qualsiasi governo, a trovare le risorse per queste ulteriori risorse umane.

Intanto il debito continua ad aumentare ed il PIL a stagnare.

Ogni giorno le probabilità di una Fine aumentano......arriverà, inevitabile.
 
Una cosa che sto notando è che il numero dei dipendenti pubblici in Italia sta letteralmente crollando. Un articolo di poche settimane fa stimava tra i 500 mila ed i 600 mila i dipendenti pubblici che lasceranno nei prossimi 3 anni ed essendo il numero oramai sotto la media UE si aprirà un enorme problema di sostituzione. Infatti se da un lato questi 600 mila non verranno più stipendiati dall'altro riceveranno una pensione e certamente lasceranno mansioni scoperte che dovranno per forza di cose essere occupate pena la sostenibilità stessa della macchina pubblica e dei relativi servizi ai cittadini, ormai sempre più degradati nel numero e nella qualità. E pur tuttavia questi probabili "nuovi" 600 mila occupati pubblici dovranno essere retribuiti. Mi chiedo come riuscirà il governo, qualsiasi governo, a trovare le risorse per queste ulteriori risorse umane.

Intanto il debito continua ad aumentare ed il PIL a stagnare.

Ogni giorno le probabilità di una Fine aumentano......arriverà, inevitabile.

Questo fenomeno ampiamente previsto dalla gobba pensionistica dice a chiare lettere quanto impropria ed inopportuna sia stata la quota 100 e l'impatto sui conti pubblici.

Il bibitaro dice che tutti i posti pubblici resosi vacanti verranno coperti,in realtà non sarà cosi, non potrà essere cosi', speriamo non sia cosi, e che a valere sia la competenza e l'aderenza al profilo richiesto,se vogliamo una burocrazia efficiente ed intonata ai tempi.

Le 5000 assunzioni in INPS non fanno testo non c'è stato turn over,le poste a fronte di 20 mila esuberi prevedono ingressi x 7000 assunzioni.In generale si calcola che 2 su 3 fra pubblico e privato non venga rimpiazzato.

Sto dicendo che non è vera l'equaglianza uno vale uno,avremo 1 vale 3 ed al costo di 4 .

Queste cose le dice eurostat.
 
Il giovane di Vicenza preferisce lavorare in una filiale italiana di una multinazionale dietro casa che tra un anno chiederà la cassa integrazione o accettare l'offerta da un'omologa azienda danese?

Sì perchè per chi fa l'entry-level post diploma a Vicenza è facile spostarsi a Copenhagen, magari a fare un lavoro normale, dove vivi in un semplice appartamentino e pensi ogni giorno a quando potrai tornare a casa a Natale? Ma dai...queste sono cose per persone con profili professionali di alto livello.
 
Questo fenomeno ampiamente previsto dalla gobba pensionistica dice a chiare lettere quanto impropria ed inopportuna sia stata la quota 100 e l'impatto sui conti pubblici.

Il bibitaro dice che tutti i posti pubblici resosi vacanti verranno coperti,in realtà non sarà cosi, non potrà essere cosi', speriamo non sia cosi, e che a valere sia la competenza e l'aderenza al profilo richiesto,se vogliamo una burocrazia efficiente ed intonata ai tempi.

Le 5000 assunzioni in INPS non fanno testo non c'è stato turn over,le poste a fronte di 20 mila esuberi prevedono ingressi x 7000 assunzioni.In generale si calcola che 2 su 3 fra pubblico e privato non venga rimpiazzato.

Sto dicendo che non è vera l'equaglianza uno vale uno,avremo 1 vale 3 ed al costo di 4 .

Queste cose le dice eurostat.
Ma a cosa servono tanti dipendenti Inps quando la maggior parte delle procedure sono e devono sempre più essere automatizzate?
Perché si pensa ad assumere porta-lettere quando tra meno di 10 anni le raccomandate saranno totalmente soppiantate dalla posta elettronica certificata?

In realtà allargandosi dalla situazione italiana, è un fenomeno che avverrà in tutti i paesi industrializzati.
L'automazione e l'efficientamento dei processi, resi possibili dagli sviluppi tecnologici, ridurranno gran parte dei posti di lavoro oggi presenti.
Forse uno dei pochi meriti del M5S è di aver reso noto il problema ed il suo "superamento" tramite rdc. L'implementazione è stata pessima, sia come tempistiche che come opportunità, soprattutto se fatta insieme a quota 100. Tuttavia, la minore occupazione derivante da automazione ed efficientamento del lavoro non è un tema che si può sottovalutare.
 
l'automazione non divora lavoro, ne crea nuovi
 
Sì perchè per chi fa l'entry-level post diploma a Vicenza è facile spostarsi a Copenhagen, magari a fare un lavoro normale, dove vivi in un semplice appartamentino e pensi ogni giorno a quando potrai tornare a casa a Natale? Ma dai...queste sono cose per persone con profili professionali di alto livello.
Non puoi confutare un dato statistico estremizzandone le conclusioni.

Oggi in Italia emigrano più di 100k giovani qualificati ogni anno Giovani all’estero, perche i migranti economici siamo diventati noi - Il Sole 24 ORE
Questo succede anche al nord dove il costo della vita è uguale al resto d'Europa ma gli stipendi sono più bassi.

Voler confutare questa tesi sostenendo che non tutti i giovani emigrano, è un errore logico.
 
l'automazione non divora lavoro, ne crea nuovi

Questa è una pia illusione che alberga nelle menti stonate della plebe neoliberista.
L'automazione solo in teoria,diminuendo l'impiego di lavoro per unità di prodotto,fa diminuire i prezzi e crea domanda che compensa e annulla i deficit di impiego di manodopera.
L'automazione nella pratica,dove non esiste concorrenza perfetta ma solo forme diverse di oligopolio,fa diminuire i prezzi ma non quanto basta per cui crea domanda insufficente a compensare e annullare i deficit di impiego di manodopera.

In buona sostanza che voglio dire,che nella realtà non esiste la concorrenza perfetta per cui l'impiego crescente di tecnologia in luogo della forza lavoro crea disoccupazione,e la crea in quanto i prezzi non scendono mai come dovrebbero e quindi la creazione conseguente di domanda è sempre insufficente.
 
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Non puoi confutare un dato statistico estremizzandone le conclusioni.

Oggi in Italia emigrano più di 100k giovani qualificati ogni anno Giovani all’estero, perche i migranti economici siamo diventati noi - Il Sole 24 ORE
Questo succede anche al nord dove il costo della vita è uguale al resto d'Europa ma gli stipendi sono più bassi.

Voler confutare questa tesi sostenendo che non tutti i giovani emigrano, è un errore logico.

spero che tra i giovani qualificati non ci metti quelli che concludono gli studi alla bocconi la cui dipartita la ritengo un bene per il paese.
 
Ma a cosa servono tanti dipendenti Inps quando la maggior parte delle procedure sono e devono sempre più essere automatizzate?

Non entro nel merito del turn over INPS,a me preoccupa la ministra Bongiorno con la richiesta di 500 000 posti,e la cialtroneria del bibitaro e del bauscia.

Perché si pensa ad assumere porta-lettere quando tra meno di 10 anni le raccomandate saranno totalmente soppiantate dalla posta elettronica certificata?

Per Poste Italiane i dati che ho fornito li ho presi dal loro piano industriale,20 mila esuberi e 7000 assunzioni,non so con quali declaratorie,e per quali mansioni.

In realtà allargandosi dalla situazione italiana, è un fenomeno che avverrà in tutti i paesi industrializzati.
L'automazione e l'efficientamento dei processi, resi possibili dagli sviluppi tecnologici, ridurranno gran parte dei posti di lavoro oggi presenti.

Questo è quanto dicevo ieri e conferma Eurostat.


Forse uno dei pochi meriti del M5S è di aver reso noto il problema ed il suo "superamento" tramite rdc. L'implementazione è stata pessima, sia come tempistiche che come opportunità, soprattutto se fatta insieme a quota 100. Tuttavia, la minore occupazione derivante da automazione ed efficientamento del lavoro non è un tema che si può sottovalutare.

Dobbiamo distinguere:

. il reddito universale
. il reddito di cittadinanza
. il reddito di inclusione
. la pensione di cittadinanza.

Sono cose diverse raccontate in modo incoerente in un momento in cui i vincoli di bilancio indicano scelte ben diverse rispetto a politiche assistenziali.Il vincolo di bilancio lo rispetti se rilanci il pil con politiche attive.


Il vincolo di bilancio è come una diga o regoli le paratie o prima o poi trabocca e travolge.Questi di idraulica non sanno.
 
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