Per concludere il discorso sulla inutilità delle plusvalenze fittizie.
Basta il buon senso per capire che dal nulla non si può generare che il nulla.
Una operazione a specchio con valori gonfiati in modo artificioso serve solo per comprare tempo.
Al sovra-ricavo (alias plusvalenza fittizia) del primo
seguono anni in cui hai solo un sovra- ammortamento dei costo del giocatore acquisto nell'operazione a specchio.
Alla fine il saldo dell'operazione è zero anche sul piano economico (oltre ovviamente che sul piano finanziario).
Mi pare intuitivo, non credo che bisogna essere un esperto contabile per capirlo.
Il problema delle plusvalenze si è posto soprattutto alla juve perchè quotata in borsa. Inoltre c'è stato un vero problema di contabilizzazione delle stesse. Quello che dirò prendilo con le pinze (cioè, prendi solo il concetto)
Se oggi devo aggiustare il bilancio per rientrare in determinati parametri non è di base un problema. Cerco di spostare dei costi da oggi a domani. So che domani avrò piu ingressi, piu sponsor, farò degli aumenti di capitale..insomma, oggi risolvo un problema con qualche artificio contabile, domani però so che posso pagare tutto quello che devo pagare.
Il castello è però venuto giu nel momento in cui per coprire questi aumenti di costi che si aggiungevano anno dopo anno, hanno fatto ulteriori plusvalenze fittizie. A un certo punto neanche un ADC di 700 mln in pochi anni era sufficiente a coprire tutto il merdaio.
Si è quindi andati troppo oltre quello che era sostenibile.
Facendo un paralleo concettuale simile:
Oggi pago ronaldo sapendo che non posso permettermelo, negli anni a venire, mi rimangono gli sponsor, i contratti ecc ecc e recupero tutti i soldi che ho speso perchè rimangono stabili come quando avevo Ronaldo Faccio quindi un "investimento". Il problema è che come tanti sostenevano era un investimento a perdere, perchè:
1. tutti in rosa hanno chiesto aumenti
2. andato via ronaldo in poco tempo anche gli sponsor e tutto il seguito si sono volatilizzati.
Ripeto: prendi il concetto di quello che dico