Tramaglino
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Il punto è questo: quando un btp viene emesso a 100 a rubinetto per il mercato retail, le sue cedole fisse (futura) o attese (italia) sono stabilite in modo tale che siano più o meno allineati ai rendimenti di mercato.Scusa, non avevo capito che ti riferissi all'ipotesi di cedola zero dell'utente che aveva fatto l'utente sopra, ma che l'effetto "zero copupn" fosse determinato da qualche meccanismo che non stavo comprendendo.
Ho commesso alcune inesattezze, scusate: nel progetto di legge si parla di detrazioni, non di deduzione, avevate ragione voi e ho fatto confusione io.
Il limite, inoltre, non sarebbe tremila, come ho scritto prima, ma il trenta percento fino ad un massimo di trentamila euro.
Per avere la massima detrazione, quindi, bisognerebbe investire centomila euro.
Sulla cessione del beneficio fiscale, devo aver dedotto male il messaggio dell'utente, che parlava di un recupero annuo della detrazione. Rileggendo penso si riferisse allo Stato, forse, non all'investitore.
Mea culpa, probabilmente questa mattina mi sentivo un po' come te quando andavi dall'avvocato con i quattro capponi (spero che apprezzerai la citazione ).
Non ho capito. Il Futura 2037, ad esempio, prezza già sul secondario, rispetto al BTP pari scadenza, il rendimento - futuro ed eventuale - derivante dai bonus corrisposti per la crescita del PIL del Paese? Questo anche se, qualora io lo acquistassi lunedì sul secondario, non lo potrei ricevere?
Quindi il BTP in discussione, dovrebbe incorporare nel rendimento di mercato il beneficio fiscale, anche se l'acquirente del secondario non potrebbe beneficiarne?
Sì Tramaglino, ho detto però fatto salvo l'operatore di liquidità. Come si definisce in inglese, market maker?
Non credo che chi acquisterà sul primario, incasserà il beneficio fiscale, sarà poi molto incentivato a vendere sapendo che la banca gli tratterrebbe dalla vendita quanto detratto, specie se il beneficio fiscale dovesse essere di un'entità importante.
Quindi, dall'alto della mia ignoranza, credo che potrebbe essere un titolo meno scambiato (anche degli altri già emessi a favore dei retail), chiaramente in proporzione al volume che dovesse essere emesso.
Se il titolo da emettere ha scadenza 12 anni, e i titoli di stato sul mercato a 12 anni di vita residua in quel periodo hanno, mettiamo, l'1,8% -> il btp futura sarà emesso con un piano cedolare che avrà 1,8% di rendimento.
Inoltre viene corrisposto un premio soltanto a chi prendendolo in emissione lo porta a scadenza.
In questo modo il premio è in aggiunta, e deve essere così perché se il giorno dopo l'emissione l'investitore ha bisogno di vendere, perderà il premio, ma potrà vendere comunque il titolo ad un valore intorno al 100 di emissione (a pari condizioni generali di mercato), questo perchè chi acquista, non avrà il premio, ma godrà di un piano cedolare per il titolo che lo equipara a tutti gli altri titoli di Stato con scadenza simile. Questo è necessario perché altrimenti il venditore non troverà nessuno a cui vendere, o sarà costretto a vendere ad un prezzo molto inferiore a 100, tanto basso quanto è necessario per garantire all'acquirente quell'1,8% di rendimento dei titoli di Stato a 12 anni in quel momento.
Il Market Maker garantisce liquidità al mercato, ma non si occupa di fare beneficenza, acquista solo a prezzi allineati con il reale valore (rendimento) di mercato.
Adesso se tu fai un titolo per cui chi lo compra e lo porta a scadenza ottiene come premio la detraibilità mettiamo pure del 10% dalle imposte. Costa al ministero già quel 10% di imposte che non prende.
Inoltre siccome non può un eventuale investitore che ha necessità di vendere il titolo trasferite il premio all'acquirente ci sono solo due strade:
- il titolo viene emesso a 100 (a qualunque rendimento), non viene ammesso sul Secondario, un domani è lo Stato stesso che si prende l'impegno di rimborsarlo in qualunque momento a 100, chiaramente il venditore perdendo la detrazione. (Praticamente un buono fruttiferi postale strutturato);
- il titolo viene emesso a 100, e presenta già di suo nel piano cedolare, come nei futura e negli italia, un rendimento che gli consente di stare a mercato sul livello degli altri titoli do Stato. Cosicché chi vende perderà la detrazione, ma non il controvalore investito (sempre a parità di condizioni di mercato con l'emissione).
Se per esempio il titolo ha 5 anni alla scadenza.
I titoli di Stato già esistenti a 5 anni danno il 3% di interesse attualmente.
Il titolo "btp autarchico" dovrà promettere già all'emissione un flusso cedolare del 3% + la detrazione.
Cosicché il giorno dopo l'investitore può rivenderlo sempre a 100, e perdendo la detrazione.
Se per ipotesi estrema fosse emesso a 100, cedola 0 (zero-coupon), e solo detrazione, appena il contribuente tentasse di venderlo sul Secondario gli verrebbe prezzato ad 86, perché chi acquista pretende giustamente il 3% a scadenza. Ma allora il contribuente perderebbe la detrazione che non avrà e anche il 14% del capitale, solo per aver venduto il giorno dopo dell'acquisto il titolo. Se il titolo avesse 10 anni saremmo intorno al -34%. E questo è privo di senso.
Ma così facendo però un'emissione che in collocamento ordinario al Tesoro costava il 3% annuo (un quinquennale in asta); adesso gli costa il 3% annuo + 10% di detrazione (Per tutti coloro che lo porteranno a scadenza).
Questa cosa accade già coi premi CUM di btp futura e italia, ma essendo lì il premio molto limitato è giustificata dal motivo chiamiamolo "pubblicitario" che allarga la platea dei clienti dei btp.