Gli eredi finali sono 2, io e mia sorella. So già che con buona probabilità negli anni si erediterà da altri parenti (circa 0,9kk).
L'immobiliare l'ho valutato piuttosto prudenzialmente, -25% dai valori ante crisi. Probabilmente vale meno. Inoltre l'ipotetico valore dell'attività commerciale non l'ho preso in considerazione. Si tratta di immobili della remota (anzi remotissima e compitissima dalla crisi) provincia, uno dei quali è molto particolare: si tratta dell'unico immobile attualmente suscettibile di sfruttamento commerciale, della micro zona in cui si trova (vincoli ambientali).
In questo senso siamo stati "miracolati": i miei, ritenendo di essere troppo esposti sul lato finanziario, sono anni che progettano acquisti immobiliari, i quali fortunatamente non si sono mai concretizzati, causa disaccordi in famiglia. Se decidessimo di comprare case, attualmente acquisteremmo un buon 50% in più dei mq rispetto a 10 anni fa.
Il mobile era il settore della famiglia di un altro utente
![Smile :) :)](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
Okay.
Quindi ricapitolando, se ho capito bene in definitiva avete un patrimonio familiare di circa 4,6 milioni di euro più altri 900 mila che dovrebbero arrivarvi da altri parenti. A dividere per ultimi in linea di eredità sarete tu e tua sorella. Direi che non dovrebbero esserci grossi problemi per cominciare a costruirvi una exit-strategy che vi porti fuori dall'Italia. Parlo di "exit strategy" poichè io sono convinto (come già scritto in altri post) che il paese dei "Diritti Acquisiti" i quali si stanno sgonfinado poichè si stanno esaurendo i soldi per tenerli gonfi, dove si sciopera a Pasqua in un outlet per impedirne l'apetura festiva, sia destinato ad un lento ed inesorabile declino fino al default finale. Le condizioni di vita in questo paese sono destinate a peggiorare anno dopo anno. Pertanto chi ha la possibilità e la voglia di guardare altrove, oltre i confini nazionali, è meglio si dia da fare.
Eventuali investimenti in immobili nella zona dove vi trovate (remota provincia) direi di lasciarli assolutamente perdere e vendete in fretta tutti quelli che attualmente avete. Scrivi di aver fatto una svalutazione prudenziale al -25% dei valori di mercato ante crisi. Ti sei fatto fare una valutazione da una agenzia immobiliare ? Oppure provato a metterne in vendita qualcuno per finta giusto per vedere quanto ti danno o addirittura se c'è ancora qualcuno disposto a darti qualcosa ? Potresti scoprire che, come valore, sei anche ben al di sotto del 25%, magari anche a 0%. In ogni caso quel -25% rimarrà tale, non lo recupererai mai più ed anzi, con l'avanzare dello stato di decomposizione dell'economia italiana, diventerà una perdita sempre maggiore.
L'attività commerciale non saprei che dirti, se rende ancora e ve la sentite, andate avanti finchè sono ancora vivi i tuoi. Io venderei pure quella per gli stessi motivi elencati prima.
Per quanto riguarda gli scontri generazionali con tuo padre....ti capisco.
Idem vale per me con il mio su come allocare gli investimenti.
Bisogna portare pazienza, sperando che la globalizzazione e la nuova dimensione avanzata dell'economia abbiano altrettanta pazienza di aspettare il cambio generazionale prima di decretare il suono della campanella e la fine della ricreazione per l'Italia, perlomeno per chi la vede al mio stesso mdo ed ha i miei stessi timori. Ad ogni modo non si tratta solo di un problema legato agli anziani italici, moltissimi italici di età più giovane non hanno capito, imboccati dai mass-media e da qualche movimento politico d'accatto si lamentano di una "austerity" che non esiste (la vera austerity deve ancora arrivare) , danno la colpa alla Germania ed all'euro, pensano sia possibile andare avanti a botte di debito pubblico e PIL in costante calo senza che la realtà un giorno arrivi mai a presentare il conto ad una nazione dal benessere in decadenza.
Ho capito forse che tipo è tuo padre.
Avevo uno zio in famiglia, partito da zero, si è costruito una fabbrichetta tutta sua negli anni d'oro.
Grandi lavoratori, dal carattere deciso, cocciuti, inutile ragionarci.
Da un certo punto di vista dobbiamo essere grati a gente come loro, nel passato sono stati gli artefici di quella ricchezza accumulata che oggi ci consente di tirare a campare ancora per un pò. Dall'altro sono stati la nostra stessa rovina, limitati nella loro mentalità da piccoli imprenditori ci hanno lasciato un sistema industriale di tante piccole fabbrichette che oggi faticano sempre più a reggere la concorrenza globale.