Vivere di rendita n 8 , posso?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
ti consiglio un atteggiamento zen il comportamento dei tuoi genitori non è controllabile (secondo me parlo non conoscendoli mi baso su quello che dici) ma in genere a una certa età non sentono ragioni, assecondali senza farsi coinvolgere io ho attivato la politica del cinese sul bordo del fiume perchè la contrapposizione era a 360°

Beh non è una politica così sbagliata.
 
Patrimonio importante se fosse tutto tuo.
Bisogna vedere quanti siete in famiglia a ereditarlo un domani per valutare .
26 anni sono pochini

Osservazione corretta e direi che tutte le valutazioni devono partire da questo presupposto.
Patrimonio di una certa entità ma bisogna vedere nei vari step tra gli assi ereditari nonni, genitori e figli cosa rimane in mano a ciascuno.
Il patrimonio che non subisce frazionamenti durante gli step ereditari è quello che si trasmette senza dispersioni tra figli unici.
Per quanto riguarda gli immobili, vale il solito discorso, ovvero per capire quanto realmente valgono oggi bisogna farsi fare una valutazione ai prezzi di mercato corrente, che sono più bassi anche solo rispetto a quelli di 5/10 anni fa soprattutto se parliamo di zone periferiche o della remota provincia.

Gli eredi finali sono 2, io e mia sorella. So già che con buona probabilità negli anni si erediterà da altri parenti (circa 0,9kk).
L'immobiliare l'ho valutato piuttosto prudenzialmente, -25% dai valori ante crisi. Probabilmente vale meno. Inoltre l'ipotetico valore dell'attività commerciale non l'ho preso in considerazione. Si tratta di immobili della remota (anzi remotissima e compitissima dalla crisi) provincia, uno dei quali è molto particolare: si tratta dell'unico immobile attualmente suscettibile di sfruttamento commerciale, della micro zona in cui si trova (vincoli ambientali).
In questo senso siamo stati "miracolati": i miei, ritenendo di essere troppo esposti sul lato finanziario, sono anni che progettano acquisti immobiliari, i quali fortunatamente non si sono mai concretizzati, causa disaccordi in famiglia. Se decidessimo di comprare case, attualmente acquisteremmo un buon 50% in più dei mq rispetto a 10 anni fa.



Per quanto riguarda il discorso dell'attività di famiglia (mobile/arredamento se non ho capito male) si tratta di un settore che assolutamente non conosco ma posso fare alcune considerazioni osservando quanto accaduto negli ultimi anni in un distretto del mobile vicino a dove vivo (la Brianza). Diversi mobilifici che producevano/vendevano mobili di basso costo hanno chiuso, sotto il peso della crisi ed anche di mastodontici negozi Ikea o catene tipo Mondo Convenienza. In compenso si sono salvati solo quelli che esportano oppure quelli che lavorano solo con il mercato interno ma con produzioni di fascia medio/alta rivolte ad una clientela pur sempre della classe media o medio/alta ma che vuole una qualità maggiore avendo ancora qualche soldo in più da spendere (ovviamente fino a quando arriverà il default dell'Italia il quale raderà al suolo tutto quanto). Se io ereditassi una attività che produce mobili in concorrenza con l'Ikea, per non saper leggere e scrivere, venderei tutto in fretta.

Il mobile era il settore della famiglia di un altro utente :):)
 
se certe miopie non hanno causato danni importanti ci può stare... le scelte non si fanno sempre con dati sufficienti per giudicare, da me si parla di un atteggiamento che ha sempre cercato di voler essere protagonista andando sempre contro, anche in condizioni difficili, ti consiglio un atteggiamento zen il comportamento dei tuoi genitori non è controllabile (secondo me parlo non conoscendoli mi baso su quello che dici) ma in genere a una certa età non sentono ragioni, assecondali senza farsi coinvolgere io ho attivato la politica del cinese sul bordo del fiume perchè la contrapposizione era a 360°

Lo scontro, fortunatamente, è solo sull'attività commerciale. Per il resto a volte mi danno pure retta:D:D.
Il problema più grande è che mia sorella è peggio di loro, come testardaggine. Ricorda tuo padre (da come l'hai descritta). Moltissimi problemi gestionali sono figli di sue scelte. Pare non sembri capire che il fine ultimo di qualsiasi impresa è il profitto. Sul lavoro però è un drago, tuttavia non si rende conto che spesso lavora gratis (e fa lavorare noi gratis). Non ammetterebbe mai un errore, assolutamente incapace di scindere il personale dal professionale, protagonismo a mille. Poco importa: piccola attività, piccoli errori, piccole perdite. Se disgraziatamente dovessi ritrovarmi a fare quel lavoro, finirebbe sicuramente male.
 
quello che dici è normale il lavoro è la principale fonte di identificazione delle persone, e pur di affermare il proprio ego molti vanno pure anche contro i principi del mercato, nel caso di mio padre un misto di superbia/supponenza/ignavia lo ha condotto a dormire sogni sereni mentre la baracca franava. bada bene non intendo dire che lavorando forte per forza si arriva testardamente a un risultato economico contro le leggi di mercato, ho visto personalmente anche altre aziende andare al collasso bruciando enormi patrimoni risparmiati in 40 anni di lavoro ma comunque provandole tutte, mio padre invece voleva vedere esistere l'azienda... come un entità eterea.... lui sa di aver mangiato tutto per insistere senza neanche darsi da fare, senza neanche guardare cosa stava pagando quando quelli degli acquisti gli hanno riempito il magazzino di cosi tante guarnizioni che neanche campando 250 anni avrebbero usato.... :D pago per non dover controllare... pago tanto c'è chi se ne occupa... "ma ba hai buttato un sacco di soldi nel cesso per non chiudere nel 2008!!" risposta "tanto ormai è successo!" la sua era ed è la politica della cicala
 
quello che dici è normale il lavoro è la principale fonte di identificazione delle persone, e pur di affermare il proprio ego molti vanno pure anche contro i principi del mercato, nel caso di mio padre un misto di superbia/supponenza/ignavia lo ha condotto a dormire sogni sereni mentre la baracca franava. bada bene non intendo dire che lavorando forte per forza si arriva testardamente a un risultato economico contro le leggi di mercato, ho visto personalmente anche altre aziende andare al collasso bruciando enormi patrimoni risparmiati in 40 anni di lavoro ma comunque provandole tutte, mio padre invece voleva vedere esistere l'azienda... come un entità eterea.... lui sa di aver mangiato tutto per insistere senza neanche darsi da fare, senza neanche guardare cosa stava pagando quando quelli degli acquisti gli hanno riempito il magazzino di cosi tante guarnizioni che neanche campando 250 anni avrebbero usato.... :D pago per non dover controllare... pago tanto c'è chi se ne occupa... "ma ba hai buttato un sacco di soldi nel cesso per non chiudere nel 2008!!" risposta "tanto ormai è successo!" la sua era ed è la politica della cicala

Lo so, lo so, esistono tanti imprenditori e commercianti così, ma nella generazione di tuo e di mio padre. Vengono da una vecchia epoca, sono figli del boom economico, spesso sono i fondatori della loro attività. Possono in un certo qual modo essere capiti. Ma che una nuova generazione "replichi" per inerzia quanto si faceva nel passato, quando gli errori sono palesi, è inammissibile. Sopratutto è stupido e scorretto.
 
lo e' anche se ormai per pochi. non mentirgli

Ma proprio per niente.
Ho iniziato a vivere di rendita da un anno e non rubo niente a nessuno.
Semplicemente dopo 27 anni da impiegato ero stufo di consumare la mia vita facendo un lavoro di nessun significato e di pagare contributi in attesa di un'età pensionabile alla quale forse non arriverò vivo.
Non ho figli e, disponendo di un discreto capitale, ho deciso di comprarmi il tempo che mi resta da vivere...
Probabilmente è presto per dirlo...ma non potevo fare scelta migliore!
 
Non ho figli e, disponendo di un discreto capitale, ho deciso di comprarmi il tempo che mi resta da vivere...
Il lavoro dovrebbe servire solo per questo!!
Si vive una sola volta e non si sa cosa ci ha riservato il fato nel futuro...
Avendo un buon capitale a rendita lascerei SUBITO il lavoro nonostante la mia giovane età e gli appena quasi 6 anni di contributi inps.
Pur di non lavorare sarei disposto ad accettare una rendita mensile pari al 70/75% del mio (misero) stipendio!!
 
Ma proprio per niente.
Ho iniziato a vivere di rendita da un anno e non rubo niente a nessuno.
Semplicemente dopo 27 anni da impiegato ero stufo di consumare la mia vita facendo un lavoro di nessun significato e di pagare contributi in attesa di un'età pensionabile alla quale forse non arriverò vivo.
Non ho figli e, disponendo di un discreto capitale, ho deciso di comprarmi il tempo che mi resta da vivere...
Probabilmente è presto per dirlo...ma non potevo fare scelta migliore!

Concordissimo ahimè....
Dover vivere diventando una macchina dietro una scrivania è l'incubo peggiore che ci possa essere...ho 30 anni e già mi sono rotto le scatole di lavorare :D
Contributi e tassazione monstre, prospettive di crescita salariale o di pensionamento inesistenti. Nonostante faccia un buon lavoro con un buon stipendio, il mio incubo è cadere nello stesso errore di colleghi a cui mancano pochi anni alla pensione, ma per scelte miopi nel corso del tempo focalizzate al presente e non al futuro restano imbrigliati nell'attesa, anche se ormai si vede che hanno "dato tutto" quello che potevano dare e aspettano ansiosamente il traguardo pensionistico.

Io sto cercando, grazie al capitale già in essere e a ordinati piani di risparmio di svincolare sempre più le entrate dal solo stipendio, che al momento pesa ancora in % elevatissima, ma vista l'età è pure giusto cosi...
Target 50 anni con un 70-80% di reddito rispetto allo stipendio...se ce la farò sarà solo il tempo a dirlo...
 
rispetto scelte e desideri diversi dai miei. mi sono solo ritrovato nella frase di mistic: 'L'etica del lavoro della mia famiglia non ammette trattative: o lavori o lavori.'
anche io sono cresciuto in una famiglia con questi valori e oggi li condivido. se a 26 anni avessi parlato di rendita sarei stato preso a ceffoni. e oggi credo avrebbero fatto bene a darmeli.
avere una rendita o un patrimonio consente alla generazione giovane di non avere l'ansia da lavoro, di non avere fretta di impiegarsi nella prima cosa che passa. un lusso rispetto a molti.
dovrebbe essere usato per prendere una laurea importante, un master e disegnarsi una professione che dia soddisfazioni e un contributo alla comunita' nella quale si vive.
magari all'estero se l'italia non lo consente piu'.
non credo sia etico....e a questo rispondevo....sognare di non fare una fava tutto il giorno solo perche' i genitori hanno risparmiato e guadagnato abbastanza.
altri tempi, altro senso del dovere. mi rendo conto oggi sia pensiero raro.
di sicuro leggere di un giovane con 6 mesi di lavoro che sogna la pensione (invece di un eventuale altro lavoro, se questo non gli piace) mi conferma che il paese e' spacciato.
fortunatamente non ci vivo piu' da diversi anni.
 
rispetto scelte e desideri diversi dai miei. mi sono solo ritrovato nella frase di mistic: 'L'etica del lavoro della mia famiglia non ammette trattative: o lavori o lavori.'
anche io sono cresciuto in una famiglia con questi valori e oggi li condivido. se a 26 anni avessi parlato di rendita sarei stato preso a ceffoni. e oggi credo avrebbero fatto bene a darmeli.
avere una rendita o un patrimonio consente alla generazione giovane di non avere l'ansia da lavoro, di non avere fretta di impiegarsi nella prima cosa che passa. un lusso rispetto a molti.
dovrebbe essere usato per prendere una laurea importante, un master e disegnarsi una professione che dia soddisfazioni e un contributo alla comunita' nella quale si vive.
magari all'estero se l'italia non lo consente piu'.
non credo sia etico....e a questo rispondevo....sognare di non fare una fava tutto il giorno solo perche' i genitori hanno risparmiato e guadagnato abbastanza.
altri tempi, altro senso del dovere. mi rendo conto oggi sia pensiero raro.
di sicuro leggere di un giovane con 6 mesi di lavoro che sogna la pensione (invece di un eventuale altro lavoro, se questo non gli piace) mi conferma che il paese e' spacciato.
fortunatamente non ci vivo piu' da diversi anni.

In effetti io una laurea ce l'ho e questa scelta l'ho fatta a 52 anni...
 
Gli eredi finali sono 2, io e mia sorella. So già che con buona probabilità negli anni si erediterà da altri parenti (circa 0,9kk).
L'immobiliare l'ho valutato piuttosto prudenzialmente, -25% dai valori ante crisi. Probabilmente vale meno. Inoltre l'ipotetico valore dell'attività commerciale non l'ho preso in considerazione. Si tratta di immobili della remota (anzi remotissima e compitissima dalla crisi) provincia, uno dei quali è molto particolare: si tratta dell'unico immobile attualmente suscettibile di sfruttamento commerciale, della micro zona in cui si trova (vincoli ambientali).
In questo senso siamo stati "miracolati": i miei, ritenendo di essere troppo esposti sul lato finanziario, sono anni che progettano acquisti immobiliari, i quali fortunatamente non si sono mai concretizzati, causa disaccordi in famiglia. Se decidessimo di comprare case, attualmente acquisteremmo un buon 50% in più dei mq rispetto a 10 anni fa.





Il mobile era il settore della famiglia di un altro utente :):)

Okay.
Quindi ricapitolando, se ho capito bene in definitiva avete un patrimonio familiare di circa 4,6 milioni di euro più altri 900 mila che dovrebbero arrivarvi da altri parenti. A dividere per ultimi in linea di eredità sarete tu e tua sorella. Direi che non dovrebbero esserci grossi problemi per cominciare a costruirvi una exit-strategy che vi porti fuori dall'Italia. Parlo di "exit strategy" poichè io sono convinto (come già scritto in altri post) che il paese dei "Diritti Acquisiti" i quali si stanno sgonfinado poichè si stanno esaurendo i soldi per tenerli gonfi, dove si sciopera a Pasqua in un outlet per impedirne l'apetura festiva, sia destinato ad un lento ed inesorabile declino fino al default finale. Le condizioni di vita in questo paese sono destinate a peggiorare anno dopo anno. Pertanto chi ha la possibilità e la voglia di guardare altrove, oltre i confini nazionali, è meglio si dia da fare.


Eventuali investimenti in immobili nella zona dove vi trovate (remota provincia) direi di lasciarli assolutamente perdere e vendete in fretta tutti quelli che attualmente avete. Scrivi di aver fatto una svalutazione prudenziale al -25% dei valori di mercato ante crisi. Ti sei fatto fare una valutazione da una agenzia immobiliare ? Oppure provato a metterne in vendita qualcuno per finta giusto per vedere quanto ti danno o addirittura se c'è ancora qualcuno disposto a darti qualcosa ? Potresti scoprire che, come valore, sei anche ben al di sotto del 25%, magari anche a 0%. In ogni caso quel -25% rimarrà tale, non lo recupererai mai più ed anzi, con l'avanzare dello stato di decomposizione dell'economia italiana, diventerà una perdita sempre maggiore.

L'attività commerciale non saprei che dirti, se rende ancora e ve la sentite, andate avanti finchè sono ancora vivi i tuoi. Io venderei pure quella per gli stessi motivi elencati prima.

Per quanto riguarda gli scontri generazionali con tuo padre....ti capisco.
Idem vale per me con il mio su come allocare gli investimenti.
Bisogna portare pazienza, sperando che la globalizzazione e la nuova dimensione avanzata dell'economia abbiano altrettanta pazienza di aspettare il cambio generazionale prima di decretare il suono della campanella e la fine della ricreazione per l'Italia, perlomeno per chi la vede al mio stesso mdo ed ha i miei stessi timori. Ad ogni modo non si tratta solo di un problema legato agli anziani italici, moltissimi italici di età più giovane non hanno capito, imboccati dai mass-media e da qualche movimento politico d'accatto si lamentano di una "austerity" che non esiste (la vera austerity deve ancora arrivare) , danno la colpa alla Germania ed all'euro, pensano sia possibile andare avanti a botte di debito pubblico e PIL in costante calo senza che la realtà un giorno arrivi mai a presentare il conto ad una nazione dal benessere in decadenza.

Ho capito forse che tipo è tuo padre.
Avevo uno zio in famiglia, partito da zero, si è costruito una fabbrichetta tutta sua negli anni d'oro.
Grandi lavoratori, dal carattere deciso, cocciuti, inutile ragionarci.
Da un certo punto di vista dobbiamo essere grati a gente come loro, nel passato sono stati gli artefici di quella ricchezza accumulata che oggi ci consente di tirare a campare ancora per un pò. Dall'altro sono stati la nostra stessa rovina, limitati nella loro mentalità da piccoli imprenditori ci hanno lasciato un sistema industriale di tante piccole fabbrichette che oggi faticano sempre più a reggere la concorrenza globale.
 
Ultima modifica:
PUNTO 1rispetto scelte e desideri diversi dai miei. mi sono solo ritrovato nella frase di mistic: 'L'etica del lavoro della mia famiglia non ammette trattative: o lavori o lavori.'
anche io sono cresciuto in una famiglia con questi valori e oggi li condivido. se a 26 anni avessi parlato di rendita sarei stato preso a ceffoni. e oggi credo avrebbero fatto bene a darmeli.
avere una rendita o un patrimonio consente alla generazione giovane di non avere l'ansia da lavoro, di non avere fretta di impiegarsi nella prima cosa che passa. un lusso rispetto a molti.
PUNTO2dovrebbe essere usato per prendere una laurea importante, un master e disegnarsi una professione che dia soddisfazioni e un contributo alla comunita' nella quale si vive.
magari all'estero se l'italia non lo consente piu'.
non credo sia etico....e a questo rispondevo....sognare di non fare una fava tutto il giorno solo perche' i genitori hanno risparmiato e guadagnato abbastanza.
PUNTO3 altri tempi, altro senso del dovere. mi rendo conto oggi sia pensiero raro.
PUNTO4 di sicuro leggere di un giovane con 6 mesi di lavoro che sogna la pensione (invece di un eventuale altro lavoro, se questo non gli piace) mi conferma che il paese e' spacciato.
fortunatamente non ci vivo piu' da diversi anni.
Mi sa che ti riferivi a me...
PUNTO1 ognuno ha la propria storia e le proprie motivazioni per lasciare\continuare con il lavoro.
Non disponendo di un capitale atto a non lavorare più, non avendo un patrimonio familiare, semplicemente SOGNO di non dover lavorare 50 anni (al momento) per andare a prendere una misera pensione,sempre che non crepo prima... quindi non si tratta di mangiarmi un capitale creato da altri senza fare una fava tutto il giorno.
PUNTO2 Lavoro tutti i giorni, feste comprese, per portare a casa la pagnotta e quei quattro soldi li uso per pagarmi l'università
PUNTO3 solo perchè uno vorrebbe una vita migliore non significa che il senso del dovere non c'è più! Alcuni,tra cui il sottoscritto, l'hanno giurato anche sulla bandiera,fino alla fine.
PUNTO4 non si parlava di pensione dopo 6 mesi di lavoro (che poi sono 6 anni ma vabbè) ma di rendita...
Altro lavoro? Dove? In Italia? Che se già ne hai uno appartieni ad una razza fortunata...
Ecco,forse il fatto che non viva più in Italia, non percepisce la situazione

Luca, con affetto eh :)
 
rispetto scelte e desideri diversi dai miei. mi sono solo ritrovato nella frase di mistic: 'L'etica del lavoro della mia famiglia non ammette trattative: o lavori o lavori.'
anche io sono cresciuto in una famiglia con questi valori e oggi li condivido. se a 26 anni avessi parlato di rendita sarei stato preso a ceffoni. e oggi credo avrebbero fatto bene a darmeli.
avere una rendita o un patrimonio consente alla generazione giovane di non avere l'ansia da lavoro, di non avere fretta di impiegarsi nella prima cosa che passa. un lusso rispetto a molti.
dovrebbe essere usato per prendere una laurea importante, un master e disegnarsi una professione che dia soddisfazioni e un contributo alla comunita' nella quale si vive.
magari all'estero se l'italia non lo consente piu'.
non credo sia etico....e a questo rispondevo....sognare di non fare una fava tutto il giorno solo perche' i genitori hanno risparmiato e guadagnato abbastanza.
altri tempi, altro senso del dovere. mi rendo conto oggi sia pensiero raro.
di sicuro leggere di un giovane con 6 mesi di lavoro che sogna la pensione (invece di un eventuale altro lavoro, se questo non gli piace) mi conferma che il paese e' spacciato.
fortunatamente non ci vivo piu' da diversi anni.

Non condivido. Vivere di rendita non vuol dire non fare niente tutto il giorno. Prima di vivere di rendita bisogna capire cosa piace e cosa si vuol fare, e questo è per forza soggettivo. Si può spendere tempo tra la natura, mare e montagna (molti i benefici per corpo e psiche), stare più tempo con amici e famiglia ed animali domestici, meditare e/o sport, leggere, frequentare forum, viaggiare in periodi di bassa stagione spendendo poco, fare volontariato, perchè no lavorare ma magari da liberi professionisti e a bassi ritmi, imparare nuove abilità (balli, cucina, nuova lingua, ecc). Inoltre ci sono tante altre possibilità che rendono la vita più felice e salutare che passare 35/50 ore a lavorare spesso a ritmi serrati. Che poi la cultura ti dica che è sbagliato questo non significa sia vero.
Il nostro corpo e la nostra mente sono fatte per socializzare, passare tempo con altre persone, immersi nella natura che tra 4 mura con i rumori infernali di macchine o stampanti e pc.

Solo con le cose che ti ho detto prima ci riempi le giornate.
 
di sicuro leggere di un giovane con 6 mesi di lavoro che sogna la pensione (invece di un eventuale altro lavoro, se questo non gli piace) mi conferma che il paese e' spacciato.
fortunatamente non ci vivo piu' da diversi anni.

Io è 14 anni che lavoro e non vedo l'ora di andare a fare il pensionato in Thailand.
Peccato che manchino ancora 25 anni di lavoro. :'(
E magari quando sarò vecchio l'EUR o la nuova Lira non varranno più un kapzo rispetto al THB e quindi mi ritroverò a vivere in Italia sotto un ponte, mentre i negher c'avranno le case dell'accoglienza. OK!

Ma dov'è che sei emigrato tu, che non ricordo?
 
Non condivido. Vivere di rendita non vuol dire non fare niente tutto il giorno. Prima di vivere di rendita bisogna capire cosa piace e cosa si vuol fare, e questo è per forza soggettivo. Si può spendere tempo tra la natura, mare e montagna (molti i benefici per corpo e psiche), stare più tempo con amici e famiglia ed animali domestici, meditare e/o sport, leggere, frequentare forum, viaggiare in periodi di bassa stagione spendendo poco, fare volontariato, perchè no lavorare ma magari da liberi professionisti e a bassi ritmi, imparare nuove abilità (balli, cucina, nuova lingua, ecc). Inoltre ci sono tante altre possibilità che rendono la vita più felice e salutare che passare 35/50 ore a lavorare spesso a ritmi serrati. Che poi la cultura ti dica che è sbagliato questo non significa sia vero.
Il nostro corpo e la nostra mente sono fatte per socializzare, passare tempo con altre persone, immersi nella natura che tra 4 mura con i rumori infernali di macchine o stampanti e pc.

Solo con le cose che ti ho detto prima ci riempi le giornate.

Quoto in toto. Girare in bici, fare jogging, leggere libri, guardare film, tinteggiare casa, seguire gli investimenti, fare compagnia alla mamma anziana...a non lavorare non ci si annoia mai !!!
 
Non condivido. Vivere di rendita non vuol dire non fare niente tutto il giorno. Si può spendere tempo tra la natura, mare e montagna (molti i benefici per corpo e psiche), stare più tempo con amici e famiglia ed animali domestici, meditare e/o sport, leggere, frequentare forum, viaggiare in periodi di bassa stagione spendendo poco

tutto vero e, siccome con aprile fanno 3 anni che vivo di rendita, ci aggiungo anche altro:
avere le giornate libere, e quindi dovendo trovare qualcosa per impegnarle, non significa necessariamente spendere di piú anzi hai l´occasione per risparmiare parecchio su molte spese, esempio tutti i prodotti alimentari li acquisto direttamente negli spacci o nelle aziende agricole risparmiando il 30%, o anche piú
2-3 volte all´anno mi reco direttamente nelle aziende vinicole ad acquistare il vino dove giá costa molto meno, e acquistandone determinate quantitá arrivo a pagarlo il 50% di quanto lo trovo in cittá
per quanto riguarda i viaggi io vado spesso in Sud America, non avendo necessitá né di partire nei periodi di ferie, né in giorni prestabiliti trovo biglietti a/r sotto i 500 eu con compagnie di bandiera (lo scorso anno San Paolo-MI 350 eu a/r con klm acquistato nel dicembre del 2015 con partenza fine marzo 2016 e rientro dopo 4 settimane)
 
Ultima modifica:
Io è 14 anni che lavoro e non vedo l'ora di andare a fare il pensionato in Thailand.
Peccato che manchino ancora 25 anni di lavoro. :'(
E magari quando sarò vecchio l'EUR o la nuova Lira non varranno più un kapzo rispetto al THB e quindi mi ritroverò a vivere in Italia sotto un ponte, mentre i negher c'avranno le case dell'accoglienza. OK!

Ma dov'è che sei emigrato tu, che non ricordo?

Ma come Tailandia... Ci dobbiamo trovare nelle mitiche Filippine:)
 
Quoto in toto. Girare in bici, fare jogging, leggere libri, guardare film, tinteggiare casa, seguire gli investimenti, fare compagnia alla mamma anziana...a non lavorare non ci si annoia mai !!!

Anche io straquoto...anche se poi di gente avvelenata dal lavoro è pieno il mondo e io ne conosco tanti che ormai non riescono più a staccare la spina e che impazzirebbero fuori dall'ambiente lavorativo per troppo tempo
 
Intanto grazie per la risposta.
Ho ben presente il rischio collasso Italia ma come coprirsi ?
Sto pensando di trasferirmi in un paese low-cost ma che garantisca comunque una buona qualità della vita ma ad oggi non ho ancora trovato soluzioni percorribili.
Hai qualche idea in merito?
beh , sicuramente la Thailandia , oppure - se non ti interessano le donnine allegre - la Malesia , altrimenti Turchia , Moldavia ed Ucraina sono ancora piu' convenienti dopo le recenti svalutazioni , anche se Moldavia ed Ucraina sono buone solo per il periodo estivo.
 
Buongiorno a tutti,
scrivo qui per la prima volta, ma vi seguo da anni, non vorrei andare off topic, ma voglio chiedere consiglio:

vecchia famiglia patriarcale (nonni, genitori, figli)

patrimonio mobiliare: nell'ordine dei 3kk

patrimonio immobiliare: circa 1,6 kk

redditi: da attività commerciali (rende abbastanza bene), da pensioni varie (3 k, 4 k potenziali), da affitti (1k).

A livello familiare la situazione sta precipitando in termini di salute da un paio di anni (nonni e papà). Gestiamo una piccola attività commerciale a livello familiare, che impegna per tantissime ore, il cui carico lavorativo sta diventando insostenibile. L'attività di per se "mantiene" la famiglia e rende qualcosa (tuttavia ben poco se raffrontata al restante 95% del patrimonio). Tutto, di fatto, sta sulle spalle di mia madre. Mia sorella lavora nell'attività, io studio ancora (26 anni, purtroppo ho perso tempo sia per motivi personali che per stare dietro a questa situazione), papà, ex statale, è in pensione da anni.
I nonni devono essere seguiti giorno per giorno. I miei non sono più in grado di vedere razionalmente la questione.
Il punto centrale è l'attività commerciale: nessuno la vorrebbe più portare avanti ma non è ammissibile cederla, in quanto deve essere mantenuta per noi figli, stante la difficile situazione occupazionale italiana. L'etica del lavoro della mia famiglia non ammette trattative: o lavori o lavori.
Io non so che fare. L'unica soluzione che vedo è dare in gestione l'attività (2 k al mese minimo sindacale), comunque camperemmo bene lo stesso tra pensioni e rendite varie, forse senza neanche intaccare il capitale. I miei perlomeno, non più giovanissimi, potrebbero vivere alla grande di rendita. Noi figli, comunque da sempre abituati al lavoro, ci possiamo pure arrangiare. Alle parole "chiudere" e "rendita", scoppia il putiferio.
Mia madre non c'è la fa più, fisicamente e mentalmente. Ogni volta che la vedo mi si stringe il cuore e mi sento una m.erda, per non essermi ancora laureato e aver trovato lavoro, in modo da sgravarli da una preoccupazione.
Di questo passo i 3 M finiranno tutti in medicine, badanti e medici.
Come posso far loro capire che non è immorale vivere di rendita?
mah , qui a mio avviso la moralita' del vivere di rendita centra 'na sega , se i nonni hanno bisogno di assistenza puo' essere semplicemente piu' razionale su un piano puramente economico chiudere l'attivita' per seguirli in prima persona invece di pagare infermieri e badanti.
Poi se proprio si vuole tornare a lavorare una volta che abbiano tirato le cuoia si e' sempre a tempo :o
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro