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che specializzazione ? architettura, ambiente e territorio, siIn qualsiasi facoltà di ingegneria, compresa quella che ho frequentato io che dal punto di vista quantitativo è tra le più leggere
quoto al 100% la base e' come saper suonare il pianoforte..dopo l'esame di Analisi Matematica I e II la risoluzione immediata di derivate e integrali di funzioni in più variabili è data pressoché per scontata e non è nemmeno svolta né a lezione né a esercitazione perché è ritenuta una cosa ovvia come spostare i termini di un'equazione a destra o a sinistra dell'uguale.
Mi ricordo che professori ed assistenti si fermavano a spiegare solo se un integrale richiedeva qualche ragionamento particolare per essere gestito e risolto, ma non ho mai visto nessuno fermarsi per un attimo a svolgere i passaggi di una derivata parziale perché era considerata una cosa meccanica e quindi una perdita di tempo.
Personalmente ritengo che nel campo dell'Analisi Matematica, la carica rivoluzionaria si trova esclusivamente nell'Analisi I. E' nell'analisi I che inizia e si esaurisce la potenza della rivoluzione. Possiamo benissimo dire che i concetti di l'Analisi I costituiscono l'insieme di nozioni più alto in grado di tutto lo scibile umano. Senza i teoremi di Fermat, Rolle, Lagrange, Cauchy e senza il Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale non riesco ad immaginarmi il mondo di oggi.
Per quanto riguarda l'Analisi II, non riesco a vedere nulla di concettualmente rivoluzionario, certo una complessità maggiore ma la pochezza teorica e la sua qualità sono evidenti rispetto ai concetti di Analisi I.
Salvo solo in parte il Teorema del Dini ed un pò di più l'introduzione delle equazioni differenziali, dove si introduce il concetto, se volete strano, di equazione dove l'incognita è un'altra equazione. Ma anche qui il Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale ci aveva già dato tutti gli strumenti per affrontarli.
Insomma allo studente che si affaccia all'Analisi, consiglio solo uno studio approfondito, condito da curiosità dell'Analisi I, il resto se le basi saranno solide verrà affrontato agevolmente.
Personalmente ritengo che nel campo dell'Analisi Matematica, la carica rivoluzionaria si trova esclusivamente nell'Analisi I. E' nell'analisi I che inizia e si esaurisce la potenza della rivoluzione. Possiamo benissimo dire che i concetti di l'Analisi I costituiscono l'insieme di nozioni più alto in grado di tutto lo scibile umano. Senza i teoremi di Fermat, Rolle, Lagrange, Cauchy e senza il Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale non riesco ad immaginarmi il mondo di oggi.
Per quanto riguarda l'Analisi II, non riesco a vedere nulla di concettualmente rivoluzionario, certo una complessità maggiore ma la pochezza teorica e la sua qualità sono evidenti rispetto ai concetti di Analisi I.
Salvo solo in parte il Teorema del Dini ed un pò di più l'introduzione delle equazioni differenziali, dove si introduce il concetto, se volete strano, di equazione dove l'incognita è un'altra equazione. Ma anche qui il Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale ci aveva già dato tutti gli strumenti per affrontarli.
Insomma allo studente che si affaccia all'Analisi, consiglio solo uno studio approfondito, condito da curiosità dell'Analisi I, il resto se le basi saranno solide verrà affrontato agevolmente.
Me la sono persa, ma «integraluccio»... uhm... Marco Boella?... e questo integraluccio qui lo sanno risolvere anche gli architetti, che come tutti sanno sono i migliori amici dell'uomo...(cit.)
Forse Cren conosce la fonte![]()
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Gestionaleche specializzazione ? architettura, ambiente e territorio, si![]()
anche analisi II .. teorema di Green, Stoks84,eq. differenziali, rotore, gradiente...
anche analisi III .. campo complesso, trasformate fourier , laplace ..
x ing. piu' si va avanti piu' e' peggio.![]()
concordo....a leggerti fai venire voglia di studiare la matematica...si vede proprio che hai scelto quella facoltà perchè avevi la vocazione...anche perchè credo che studiare quella roba lì senza esserne almeno parecchio interessati, se non proprio appassionati, sia un calvario tra i peggiori che si possano affrontare...
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Me la sono persa, ma «integraluccio»... uhm... Marco Boella?
Non era sicuramente Perelli Cippo!
...
Il libro l'ho riaperto.......per il momento...sono curioso di vedere quaanto ci metto con gli insiemi e i numeri reali
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...se non capisci la fisica non puoi capire l'economia...
scusate la domanda non propriamente econometrica, ho fatto il liceo classico anni fa. secondo voi, se mi iscrivessi ad economica, un esame come analisi sarebbe affrontabile partendo da zero come preparazione matematica?
se non capisci la fisica non puoi capire l'economia. E' tutto li'.
Forse eri stato tu a pubblicare l'articolo che sosteneva questa tesi, e cioè che - in soldoni - la brutale pesca di modelli matematici dall'ambito della Fisica e della Matematica (calcolo stocastico su tutti) operata dall'Economia negli ultimi quarant'anni era stata spinta anche dal recondito desiderio di dimostrarsi una disciplina scientifica con le sue belle complessità di notazione anzichè continuare a giocare con le somme e qualche prodottoPensa che io avrei detto che l' "invidia della fisica" ha creato i tanti casini dell'economia.