Gianfranco Baruchello

se dovessi scegliere un investimento mi butterei sicuramente su Bruno Munari, del quale so per certo essere in cantiere una importante mostra retrospettiva in quattro importanti gallerie giapponesi nel 2018. Questo si che è un grandissimo artista veramente sottostimato.
 
In questi giorni ho scoperto una somiglianza, veramente significativa, tra i lavori del Maestro Baruchello e quelli di Gianni Emilio Simonetti.
E non solo vi è grandissima somiglianza, ma vi è anche contemporaneità di esecuzione dei lavori. Cioè, i primi lavori di Baruchello si possono datare 1966/67, stessa cosa per Simonetti. Qualcuno che abbia approfondito sa chiarire la situazione?
 
In questi giorni ho scoperto una somiglianza, veramente significativa, tra i lavori del Maestro Baruchello e quelli di Gianni Emilio Simonetti.
E non solo vi è grandissima somiglianza, ma vi è anche contemporaneità di esecuzione dei lavori. Cioè, i primi lavori di Baruchello si possono datare 1966/67, stessa cosa per Simonetti. Qualcuno che abbia approfondito sa chiarire la situazione?

nooooo!!!! se ti sente Simonetti!!!! cancella subito il post!!!:eek:
 
In diretta dal Mart di Rovereto :

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Una bella presentazione del giornalista Stefano Castelli

UN ALFABETO STOICO

Impossibile entrare nel dettaglio dell’immensa quantità di spunti. Quello di Baruchello è un alfabeto autarchico, stoico ed “eroico”, alternativo al linguaggio inesausto ma monocorde della propaganda di ogni tipo. Sembra di poter seguire un filo logico, ma ci si trova abbandonati a un flusso di visioni e informazioni. Come in una mappatura enciclopedica dell’immaginario sociale, con violenza e pulsioni sessuali come costanti sottintesi.
In un certo senso, ogni opera corrisponde alla mente di un individuo, a una scatola cranica in sé conchiusa ma non indipendente da tutte le altre e tanto meno dalle strutture di potere. Sembra confermarlo il riferimento alla psicanalisi dell’installazione inedita Le moi fragile, in cui a un lettino da analista si affiancano riferimenti alla cinematografia e desolati oggetti quotidiani un po’ beckettiani.
E ancora, ecco le opere di aperta denuncia e testimonianza politica; un altro inedito, la videoinstallazione sul concetto di archivio; le opere enciclopediche e quelle apparentemente lievi come i motti di spirito in forma di ready made. Un’opera coltissima, in cui ci si deve immergere. E da cui è difficile liberarsi.
 
dal Mart di Trento:

Nel 1968 Gianfranco Baruchello pubblica “La quindicesima riga”: un libro che realizza assemblando testi estratti da centinaia di volumi della propria biblioteca. Nell’introduzione si legge: “un test per aspiranti lettori"

concettuale, eh?:clap:
 

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